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il soprano ANJA KAMPE durante le PROVE di scena di "FIDELIO" al Teatro alla Scala
Sarà una SCALA più DI LOTTA che DI GOVERNO quella del prossimo 7 dicembre, quando andrà in scena il "Fidelio" di Beethoven diretto da Daniel Barenboim.
Scioperi della Cgil Scala permettendo (ce n'era uno proclamato per il 19 novembre, poi rientrato) centri sociali, abusivi sloggiati dalle case popolari di Corvetto e Gianbellino e operai rimasti senza fabbrica stanno preparandosi per le manifestazioni davanti al teatro.
Sono possibili mobilitazioni che non si vedeva dai tempi delle proteste per le quote latte, quando a sfilare fu la mitica mucca Carolina. O come non si vedevano addirittura dal 7 dicembre del '68, quando Capanna tirava le uova (e poi veniva nascosto nelle case dei radical chic milanesi appena usciti dal teatro).
maria fedele e pietro grasso alla scala
In tuta di lavoro, però, si starà anche dentro il Piermarini. Ovviamente non in sala tra le "sciure" meneghine o le Dompé, le Passera. Bensì sul palcoscenico. In tuta da lavoro sarà, infatti, Anja Kampe-Leonora che, munita di caschetto con lampada e tenaglie extra-large, sarà impegnata a cercare il suo amato Florestano in una fabbrica dismessa.
La regista Deborah Warner - che dopo essersi imposta con la Royal Shakespeare Company ha prodotto un "Death in Venice" di Britten - prevede che Leonora-Anja Kampe gattoni tra le rovine di una specie di Tyssen Krupp distrutta. Per Barenboim, che sta presentando l'opera all'Università Cattolica, il "Fidelio" è una storia d'amore e libertà.
E le ministre?
Per ora nessuna traccia delle Boschi e delle Madia, nessuna della Boldrinova. Nell'anno del Governo ad alta parità di genere, in arrivo a Milano ci saranno niente po' po' di meno che il presidente del Senato Pietro Grasso e il ministro della Cultura Franceschini (con giovane signora).
SIGNORINI E DOMPE' PASSERA CON LA REGINA GIOVANNA
E sul palco Reale? Probabilmente, dopo diversi anni, non ci sarà il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, forse, vorrebbe dare spazio a Renzie-Fonzie. E' tradizione, infatti, che ci sia l'uno o l'altro. Ma dopo un Berlusconi del 2004, annata della riapertura del teatro, qui si è visto solo Napolitano o Mario Monti. E Renzi è solito decidere all'ultimo momento.
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