
QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL…
Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia
1. AVVISI AI NAVIGATI
Lo scandalo della Cupola del Cupolone è una variabile impazzita anche nella corsa al Quirinale. Dopo Walter Veltroni, “sporcato” dal coinvolgimento pesante di un suo ex collaboratore come Luca Odevaine, oggi tocca ad Anna Finocchiaro, “candidata” del Patto del Nazareno. Della senatrice piddina, anch’essa non indagata, parla lo stesso Odevaine riferendo a un amico che Salvatore Buzzi, l’uomo delle cooperative, è andato a parlarle per una gara in provincia di Catania e che la Finocchiaro avrebbe detto: “Lascia perdere, quella gara è già assegnata”. Ne scrivono oggi il Corriere, la Stampa e il Messaggero (ma non Repubblica).
Come si vede, nulla di penalmente rilevante, ma quanto basta per consegnare l’immagine di una politica che si interessa agli appalti della sua provincia e che su questi affari la sa lunga. Oltre al fatto che solo a parlare con Buzzi, come testimonia il caso Marino, si finisce sul banco degli imputati.
Nessuno può prevedere che sviluppi avrà l’inchiesta “Mondo di mezzo”, forse neppure i magistrati che la conducono. Ma è assai probabile che si andrà a votare per il nuovo capo dello Stato con il suo imbarazzante rumore di fondo. Sentenze e verità processuali, per forza di cose, arriveranno solo tra qualche anno. Invece lo sputtanamento, per alcuni, sarà immediato. Del resto la corsa al Quirinale è da sempre una corsa barbara e ogni mezzo vale per azzoppare i singoli candidati
2. CASINO CAPITALE
La Stampa spara la primizia di giornata con un titolo paraculissimo: “Nelle telefonate il clan evoca la Finocchiaro”, manco fosse un fantasma. “Odevaine: ‘Ha detto a Buzzi di lasciar perdere, quella gara è già assegnata’. Ma la senatrice non è indagata” (p. 11). Ancora più prudente il Corriere, che mette la Finocchiaro in un catenaccio: “C’è un nuovo libro nero delle tangenti. La ricerca di sponsor in Parlamento. L’organizzazione puntava a ottenere un ruolo nella struttura di Mineo. Odevaine: mi ha detto Salvatore Buzzi che è andato a parlare dalla Finocchiaro” (p. 8). Anche il Messaggero mette la Finocchiaro in un sottotitolo (p. 9).
Il Giornale apre un nuovo fronte e azzoppa anche quel che resta di D’Alema: “Spuntano i big nelle carte: Alfano, D’Alema e Fassina. Il dirigente dell’Eur Spa Pucci e il commercialista Lausi fanno pressioni sul ministro, l’ex premier e l’ex viceministro per un misterioso affare legato alla nuvola di Fuksas” (p. 5).
Si sfiora il surreale con le opinioni del “Cecato” su Bergoglio: “Carminati: sullo Ior il Papa tra due anni non fa più nulla” (Messaggero, p. 11). Un vero boss mafioso si sarebbe astenuto dai commenti sul Papa.
3. MA FACCE RIDE!
“Alfano al prefetto: una commissione per accertare che succede a Roma” (Stampa, p. 10). Bravo, si accertino gli accertatori!
4. IL RINGHIO DI PITTIBIMBO
Sulle ali dell’emergenza, Renzie scopre la guerra alla corruzione (non gli erano bastati Mose ed Expo). E allora, “Corruzione, Renzi vuole pene più severe. Il videomessaggio: condanna minima di 6 anni e chi patteggia non uscirà di prigione come al Monopoli. Domani le misure in Consiglio dei ministri. Al Comune di Roma il prefetto invia tre commissari per indagare” (Corriere, p. 6). Il Messaggero ci apre la prima pagina e sembra quasi che per i reati commessi a Roma varrà un codice speciale: “Corruzione, la stretta di Renzi. Mafia Capitale, il premier annuncia pene più dure, prescrizione più lunga e confische”. Il Giornale sfotte: “Renzi ora si scopre forcaiolo. ‘Pene più alte per i corrotti” (p. 4).
Ruggisce anche quel cuor di leone del ministro di Giustizia: “Orlando: ‘Vanno colpiti i patrimoni e va reintrodotto il falso in bilancio” (Repubblica, p. 10). Ma va? La Stampa fa notare che si allungano i tempi per la riforma della prescrizione (p. 9), promessa a tambur battente dopo la sentenza della Cassazione sul caso Eternit.
Il Foglio ironizza (giustamente) sulle ipotesi di commissariamento di Roma, altra misura populista: “Commissariare Roma, ma de che? Non s’è mai visto un commissariamento per mafia senza la mafia” (p. 3).
5. AGENZIA MASTIKAZZI/1
“Il Colle pronto a intervenire con un discorso sui valori” (Messaggero, p. 6).
6. ULTIME DAL PATTO DEL NAZARENO
Le modifiche alla legge elettorale sono state tradotte in emendamenti al Senato, ma la battaglia continua. Corriere: “E’ il Mattarellum il piano B del governo. Svolta in commissione per l’Italicum: sì allo sbarramento al 3% e premio di lista a chi supera il 40%. Prende quota l’ipotesi di tornare alla vecchia legge elettorale in caso di voto anticipato. Ok al Senato dei 100” (p. 21). Il Giornale mastica amaro: “Il Pd arriva alle minacce per far partire l’Italicum” (p. 12).
7. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Mentre le Borse si spaventano per le prossime elezioni greche (ah, come sarebbe bello poterle abolire!), l’Italia fa ancora i conti con la sfiducia che la circonda. “Padoan: rispetteremo il 3 per cento. C’è ancora incertezza sui mercati. All’Ecofin stretta sull’evasione fiscale delle multinazionali, rinvio per la Tobin tax” (Corriere, p. 5). Su Repubblica, le rassicurazioni del nostro ministro dell’Economia: “Superare il limite del deficit non porterebbe crescita, ma semmai il contrario e peserebbe sulla fiducia nel nostro Paese. Nel 2015 non oltrepasseremo il 2,6%” (p. 4).
8. AGENZIA MASTIKAZZI/2
Grande performance internazionale del nostro ministro degli Esteri: “Gentiloni negli Usa critica i servizi segreti. ‘Metodi inaccettabili” (Corriere, p. 15). La Stampa di Detroit invece privilegia le dichiarazioni più amichevoli: “Gentiloni: esempio di trasparenza, Obama ha chiuso questo capitolo” (p. 12). Dà soddisfazione mandarlo in giro.
MATTEO RENZI IN CONFERENZA STAMPA A PALAZZO CHIGI FOTO LAPRESSE
9. L’INPS TORNA UN POSTO NORMALE?
Arriva la riforma della governance dell’Inps, dopo i fasti della gestione Mastrapasqua. Repubblica: “All’Inps torna il cda, tagli a Civ (consiglio di indirizzo e vigilanza, ndr) e sindaci. Treu o Marè al vertice. Arriva la riforma dell’istituto con un emendamento alla legge di Stabilità. Decreto Madia ostacolo per il commissario. Si pone fine, dopo lo scandalo Mastrapasqua, al modello di governo monocratico, con il solo presidente al comando” (p. 27).
10. FREE MARCHETT CASARECCIA
Il Messaggero festeggia con un articolo nelle pagine economiche la banca popolare di Velletri: “Pop Lazio, da 110 anni motore sul territorio. Successo di Mastrostefano”. Dove Mastrostefano non è un artigiano dei castelli, ma il presidente della banca “nonché collaboratore e ricercatore per l’Università Pro Deo” (p. 21). Manco professore a contratto, l’hanno fatto.
QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL…
DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI…
DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A…
SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO…
DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI…
DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI…