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Per cinquant’anni Cecil Beaton ha ritratto le celebrità, ma ora le sue famose immagini vengono raccolte insieme al diario personale nel libro “Cecil Beaton: Portraits & Profiles”, in uscita il 4 settembre, dove il fotografo descrive in maniera brutalmente onesta i suoi soggetti: Mick Jagger sembra un eunuco, Liz Taylor è volgare, Marilyn finirà in tragedia.
Salvador and Gala Dali by Cecil Beaton
Cecil descrisse invece la Regina Elisabetta come una donna “serena e magnetica”. La fotografò nel 1943, quando era ancora principessa, e nel 1950 con suo figlio Carlo, riconoscendole una dolcezza nel sorriso, uno sguardo limpido, che non si sarebbe mai aspettato.
Beaton paragonò Marilyn a una ingenua bambina che giocava a fare l’adulta e previde il suo triste destino. Dopo aver lavorato con lei nel 1956, appuntò sul diario: «Cammina come un ondulante basilisco, bruciando tutto al passaggio tranne il rosmarino. La sua voce ha la sensualità del velluto.
La sconcertante verità su Miss Monroe è che finge di essere una sirena, è rozza come una figlia del Reno, innocente come una sonnambula. E’ una monella che finge di essere cresciuta, traballa sui tacchi alti e sorseggia Ginger Ale come fosse champagne. Gioca, urla, si butta sul divano, è come una bambina sovreccitata, è una performance briosa, grossolana, contagiosamente allegra. Probabilmente finirà in lacrime».
Elizabeth Taylor and Richard Burton by Cecil Beaton
Beaton fotografò Mick Jagger e Anita Pallenberg nel 1968 e si trovò davanti a un artista pieno di contraddizioni: «E’ un tipo molto gentile e con maniere perfette. Ero affascinato dalle esili linee concave del suo corpo, dalla bocca troppo larga. E’ brutto e bello allo stesso tempo, femminile e mascolino, sexy eppure completamente asessuato. Potrebbe essere un eunuco, è un fenomeno raro».
Non risparmiò Grace Kelly nel 1965 e la definì una bellezza solo fotografica: «Se entrambi i lati del volto fossero come quello destro, non la vedremmo sullo schermo. Quel lato è pesante, mentre il sinistro è femminile e bilancia il resto».
I commenti più velenosi andarono comunque a Liz Taylor: «E’ tutto ciò che disprezzo: volgarità, cattivo gusto, la combinazione del peggior gusto inglese e americano. Ha il seno grosso e pendente di una contadina peruviana, le mani grasse e ruvide. In confronto, chiunque sembra un tipo raffinato».
Audrey Hepburn, My Fair Lady by Cecil Beaton
A Audrey Hepburn il fotografo riconobbe qualità da star: «Ha più carattere che bell’aspetto. E’ intelligente, sveglia, schietta ma con tatto, tenera senza sdolcinatezza».
CECIL BEATON RITRATTO DI EDITH SITWELL
Beaton adorava Salvador Dalì e scrisse. «Lo amo per essere un individuo così originale ma ha un alito spaventoso».
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