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inizio prima pagina lettera su dante di victor hugo
Nel 1865, in occasione dei 600 anni della nascita di Dante e lo scoprimento della statua in Santa Croce a Firenze, Victor Hugo fu invitato dal Gonfaloniere fiorentino a partecipare alle feste dantesche. Firenze era dal 3 febbraio 1865 Capitale d’Italia. Hugo era impossibilitato a muoversi dall’esilio politico, che ne aveva fatto una figura mitica di arista-esule “Padre della patria in esilio”, esempio per i popoli europei in rivolta, come Dante.
Scrisse allora una “Lettera” da Hauteville House a Guernsey, dove per 14 anni lo scrittore fu esiliato per motivi politici: aveva organizzato una insurrezione contro il colpo di stato del 2 dicembre 1851 di Napoleone III. Lì scrisse “I miserabili”.
inaugurazione monumento a dante in piazza santa croce maggio 1865
Si è scoperto che la prima copia di questa “Lettera a Dante” in francese, con una lettera di accompagnamento di pugno di Hugo, è custodita nell’Archivio del Museo Teatrale alla Scala. Una seconda copia, sempre trascritta da un copista, fu spedita al Gonfaloniere di Firenze.
Questa copia della “Lettera a Dante”, con relativa lettera di accompagnamento datata 4 maggio 1865, non compare a chi sia indirizzata ma deve essere ad Arrigo Boito. Esiste infatti nell’Archivio una seconda lettera di Hugo a Boito, sempre dello stesso anno e sempre scritta dall’esilio di Guernsey. I due si conoscevano e alla morte, Boito lasciò le proprie carte all’Archivio della Scala.
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Nella lettera di accompagnamento del 4 maggio 1865 si legge che il gonfaloniere di Firenze ha chiesto a lui uno scritto in occasione del Giubileo di Dante. “Io gli ho risposto con la lettera acclusa. Un atto dovuto – scrive - dopo quanto ha fatto contro l’Italia il Parlamento francese”. Si riferisce all’accordo diplomatico stipulato a Fontainebleau il 15 settembre 1864 tra Regno d’Italia (nato il 17 marzo 1861) e Secondo Impero di Napoleone III che prevedeva il ritiro entro due anni delle truppe francesi da Roma in cambio di un impegno da parte dell'Italia a non invadere lo Stato pontificio.
descrizione feste dantesche 1865
Chiedeva che entro sei mesi il trasferimento della capitale da Torino a un’altra città che non fosse Roma, e la scelta cadde, appunto, su Firenze (dal 3 febbraio 1865 al 30 giugno 1871). Aggiunge Hugo: “Il Gonfaloniere ha detto che la data di lettura sarà 15 maggio. Spero che gli italiani pubblichino questa lettera, prima della lettura pubblica che sarà fatta a Firenze. La lettera deve essere tradotta in italiano”. Hugo, forse, non conosceva i tempi della burocrazia italiana: la sua lettura nella nostra lingua avviene solo oggi, dal 25 marzo in streaming sul sito del Teatro alla Scala: sono passati 160 anni.
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La “Lettera a Dante” è in francese, scritta da un copista e firmata Victor Hugo e fu inviata al Gonfaloniere di Firenze, da persona terza, il 10 maggio 1865 per essere pubblicamente letta.
Nel messaggio evidenzia l’alto valore morale e politico assunto dalla figura di Dante nel processo di identificazione nazionale del popolo italiano: “Dante e l’Italia si identificano”, scrive Hugo, che parla dell’Italia “finalmente unita e uscita dall’Inferno”. Invita gli italiani a “venerare le loro città: Le vostre città sono la patria, Dante l’anima”.
Poi aggiunge: “Una lunga eclissi ha gravato sull’Italia, eclissi durante la quale il mondo ha avuto freddo, ma l’Italia viveva”. Cita i grandi italiani: Michelangelo, Colombo (quello di cui si abbattono oggi le statue), Galileo e Beccaria e aggiunge che “l’Italia oppressa ha creato l’educazione al mondo… L’Europa – aggiunge - è una comunione sublime di comunità basata su Dante, Goethe e Shakespeare, non vi saranno più stranieri e la terra sarà una sola patria”.
La lettera fu in gran parte letta in francese dall’attrice Adelaide Ristori, come riporta “La Nazione” di martedì 16 maggio 1865. Così il cronista descrive l’evento: “Venuta la volta degli autori stranieri la signora Adelaide Ristori lesse col magistero d’arte ond’è famosa, la lettera di Victor Hugo […]
Non è a dire qual commozione si suscitasse nel pubblico all’udire lo splendido linguaggio del primo onore della musa francese: non è a dire come la sua voce trovasse eco profonda nel cuore di tutti, i quali convenuti ad onorare il più grande proscritto nazionale, associavano con espansione di affetto alla sua imperitura memoria il ricordo dell’illustre proscritto straniero. […]
Allora la commozione nel pubblico non ebbe più freno nè misura: le signore presero ad agitare i fazzoletti, gli uomini a battere freneticamente le mani; dalla folla partì un grido “Viva la Francia!” E mille voci risposero Evviva! Dalla parte ove sedevano i rappresentanti francesi fu esclamato “Vive l’Italie!”.
Pierluigi Panzamuseo teatrale alla scala 1victor hugo notre dameVICTOR HUGO
la statua di dante in piazza santa croce a firenzela vita di dante nel corriere dei piccoli nel 1965dante nella cultura popolarela marchesa adelaide ristori in scena
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