SERIE A.A.A. (CALCIO DECENTE CERCASI) - LA ROMA ISPANO-AMERICANA E L’INTER ‘DEGLI ONESTI’ SONO DUE MEZZI FUNERALI: MOLTE IDEE MA CONFUSE - L’HIDALGO ENRIQUE E GASPERINI SCHIERANO TUTTI FUORI RUOLO (E PRENDONO LEGNATE) - GODE LA JUVE DI CONTE CHE NEL NUOVO STADIO DÀ SEGNI DI VITA (GRAZIE A PIRLO) DOPO DUE ANNI DI PIRLATE TATTICHE…

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Roberto Beccantini per "il Fatto quotidiano"

La nuova Juventus di Antonio Conte, la nuova Roma di Luis Enrique, la nuova Inter di Gian Piero Gasperini. Un brindisi e due funerali. Più, al buffet del campionato, la solita insalata (La) Russa: "Andrea Agnelli è veramente un bugiardo", ha dichiarato il ministro della Difesa ai microfoni di Italia 1. "Ha l'ossessione dell'Inter, glielo si legge negli occhi: vorrebbe escluderci addirittura dalla Champions League". Non solo: "Pensa che, attaccandoci, sarà più amato dai suoi tifosi". Il calcio d'inizio aveva sempre un sapore invitante: oggi odora di polvere da sparo.

CAPITOLO JUVENTUS
Più che il modulo, non così rivoluzionario e lontano dalle lavagne di Delneri come strillano i bar sport, la differenza l'ha fatta Andrea Pirlo. L'assist a Lichtsteiner e il lancio a Marchisio segnano una cesura, netta, fra il raccogliticcio cantiere d'antan e i lavori in corso. Se lo stadio di proprietà ha inaugurato un'era, la proprietà di Pirlo potrebbe aprire scenari stimolanti: non ancora da scudetto, non più dietro le quinte, in senso figurato e non.

Il calcio si ciba di paradossi, ed ecco allora che un limite di questa Juve, più aggressiva e più larga, un limite per ora mascherato, potrebbe essere proprio la cattedra di Pirlo, piccola e obbligatoria Bastiglia alla quale avversari meno soffici del Parma porteranno assalti e pressioni infinitamente più efficaci. Se Pirlo è già padrone della Juventus, Luis Enrique non lo è ancora della Roma. D'accordo, paragone stiracchiato - di là un giocatore, di qua un allenatore -, ma il trapianto di Barcellona si sta rivelando più arduo e rischioso del previsto.

Ci vuole tempo, certo: il guaio è che, in Italia, di tempo ce n'è sempre poco, ce n'è sempre meno. Sembrava, il Cagliari, una nuvola di turisti in posa di fronte al possesso palla dei romanisti, pronti a cogliere la carambola fuggente. Vivere di dogmi aiuta a credere; non sempre, però, aiuta a "far"credere. Totti troppo periferico, Osvaldo e Borriello impiegati fuori ruolo (sono centravanti, non esterni), Perrotta sacrificato tatticamente per offrire le chiavi a Pjanic, uno degli otto acquisti globalmente ruotati: ne sono usciti torelli smorzati dall'afa, ingorghi da ora di punta, situazioni e soluzioni tutt'altro che vibranti.

CAPITOLO ROMA
Dal vertice societario allo staff tecnico, alla rosa, la Roma è la squadra più nuova e rifondata fra tutte le Grandi o sedicenti tali. L'importante è non abbandonare l'hidalgo al suo destino. Se Francesco Totti avesse l'età di Leo Messi, e non 35 anni il 27 settembre, molto sarebbe possibile, anche sul versante del calcio danzato e ricamato. Ma dal momento che con l'età non si bara, urgono confronti più serrati e, perché no, restauri meno vaghi.

CAPITOLO INTER
L'Inter di Gasperini è un laboratorio regolato dal disordine. Come nel caso della Roma "spagnola",un conto sono i programmi, e un conto lo stile, le abitudini, il personale della scuola. Gasperini è un insegnante che frequenta gli eccessi zemaniani, al di là dei risultati e degli episodi. Massimo Moratti lo ha arruolato dopo la fuga di Leonardo e l'emergenza "rifiuti" (Bielsa, Capello, Villas Boas). La partenza di Eto'o ha complicato i piani. Già ribaltata a Pechino, nella Supercoppa vinta dal Milan, l'Inter di Palermo è stata rimontata addirittura due volte.

Il 4-3 di domenica sera evoca il tiro a segno dei luna park e rimanda a reparti pericolanti, a distanze esagerate, a colpi di sonno non inferiori a certi colpi di testa che soltanto l'ego tatticista può giustificare: Sneijder in panchina e poi precettato d'urgenza al posto di Zarate, incollato a destra; Forlan inchiodato all'ala, i tre della difesa lenti, isolati e, di conseguenza, facilmente aggirabili. Scritto e detto tutto il bene possibile del Palermo di Devis Mangia, ignoro quanto l'impegno di Champions League abbia condizionato la formazione.

Non credo che il caos attuale si possa ridurre ai riflessi pesanti di Julio Cesar o al mancato arrivo di Palacio, pupillo del tecnico. Gasperini dovrà scendere a patti con il suo fondamentalismo: la difesa a tre presuppone meccanismi e automatismi ancora più sofisticati che in regime di 4-4-2. Sneijder, inoltre, non è né centrocampista né attaccante: è una splendida via di mezzo. E come tale - in mezzo, dietro le punte - andrebbe considerato e collocato.

 

 

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