“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA…
Maurizio Porro per il “Corriere della Sera”
Sulla nuova piattaforma della Paramount+ c'è un'offerta che non si può rifiutare, per dirla coi toni di Corleone: «The Offer», serie cult che racconta la tempestosa preparazione e lavorazione del Padrino , dall'uscita del libro bestseller di Puzo al debutto ('72) del film capolavoro di Coppola che vinse tre Oscar ed ebbe poi due sequel. Come Mank , sulla storia di Quarto potere di Welles, «The Offer» racconta la difficile nascita di un film che le grandi «famiglie» italoamericane non volevano, che Sinatra odiava per un personaggio troppo somigliante e in cui la parola mafia doveva apparire massimo una volta.
Non sono gli attori, per una volta a dominare: Brando si vede in due scene, un poco di più un giovane Pacino che all'inizio viene protestato. Veri protagonisti sono i produttori che fanno miracoli per rispondere ai tycoon della Paramount seduti col sigaro: primo il potente Bob Evans (Matthew Goode), al suo fulgore prima di essere travolto da scandali degni della Hollywood Babilonia; secondo ma fondamentale (fu suo un Oscar) Albert S. Ruddy (Miles Teller) alla cui testardaggine si devono realizzazione e riuscita del film.
Per riuscirci dovette stringere alleanza e amicizia col capofamiglia italiano Joe Colombo, vittima poi d'un attentato, finendo sulle prime pagine non solo di Variety . È tutto molto vero e verosimile, il cast è incredibile, gli attori che fanno Puzo lo scrittore (Patrick Gallo) e soprattutto Dan Fogler che raffigura Coppola sono somiglianti e specialmente è somigliante il clima, le lotte, il cinismo, l'incomunicabilità tra due tipi di cinema nel momento di massima crisi del sistema Hollywood.
E sapendo come va a finire, col trionfo di un film memorabile anche a rischio dell'onore di famiglia, è interessante curiosare tra gli sviluppi di un set per allora milionario, con l'ottima segretaria di produzione (Juno Temple) infine premiata.
Se le parentesi sentimentali e le droghe sono le cose più ovvie, le dieci puntate della serie ideata da Michael Tolkin e diretta da Dexter Fletcher hanno una grande spinta propulsiva nel farci curiosare nell'ambiente senza fare gossip di cattivo gusto, ma tenendo alto il concetto di cinema come specchio della società, in questo caso legato al potere delle «famiglie» che rischiarono di bloccare per sempre un film che fu anche per loro un veicolo pubblicitario non calcolato, perché The Godfather appartiene ora alla storia del cinema e inizia quel nuovo stile americano che renderà irripetibili, innovatori e coraggiosi i loro anni 70.
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