
DAGOREPORT - L’ANSIA ATTANAGLIA LA ‘’MILANO DEL BALLO DEL MATTONE’’. ‘’QUI SALTA TUTTO!’’,…
Gianni Mura per "la Repubblica"
Ai piccoli passi di Juve e Udinese, che pareggiano s´aggiunge il passo lungo del Genoa (3-0 al Catania). Il Cagliari si sveglia tardi e perde a Palermo (2-3). Il Napoli non si sveglia proprio e conferma di avere nel Chievo un osso molto duro: 0-1 a Verona, ma nello scorso campionato il Napoli aveva lasciato ai veneti sei punti su sei.
Il turno infrasettimanale, con la necessità di ricorrere all´impiego delle seconde linee, spiega fino a un certo punto alcuni risultati. Prendiamo la Juve che pareva lanciata e ospitava un Bologna dimesso, a zero punti. Conte, a differenza di Mazzarri, ha fatto pochi cambi, ma la squadra è parsa svogliata e approssimativa rispetto alle precedenti gare. Segna con Vucinic un gol irregolare (punizione calciata con pallone in movimento) ma non riesce a difendere il vantaggio.
Anche e soprattutto perché Vucinic, già ammonito per festeggiamenti, ottusamente rimedia un altro giallo e lascia la squadra in 10. Anche a San Siro sembra decisivo un errore: di Abbiati sul gol di Di Natale. Poi rimedia il gioiellino El Shaarawy, entrato al posto di Pato, e Abbiati si fa perdonare con gli interessi. A parità di pali (Seedorf, Pinzi) e di rigori invocati (Inzaghi, Pinzi), l´Udinese dopo molta e attenta difesa, ha rischiato di vincere nel finale. «Non lo avremmo meritato» chiosa Guidolin, rara avis.
Il fatto che nessuna delle prime quattro abbia vinto favorisce l´ammucchiata. Da segnalare che capolista sarebbe anche l´Atalanta, che con 7 punti ha già annullato i 6 di penalizzazione. Un punto sotto, anche Palermo e Fiorentina vedono rosa, e per Napoli e Cagliari lo scivolone è meno doloroso. Fra tutti, Mazzarri è quello che rinuncia a più titolari: Cannavaro, Campagnaro, Hamsik, Lavezzi, Inler, Cavani. Gli ultimi due entrano a mezzora dalla fine, ma non è serata. A un rapido esame, l´occasione migliore l´ha sciupata la Juve. Il Milan resta impantanato e, forse, Reja resterà alla Lazio, anche se non ne può più di insulti che non merita. Quindi, il risultato più clamoroso (e con maggiori conseguenze) è stato a Novara.
Non ricordo, negli ultimi trent´anni dell´Inter, un´esibizione più penosa di quella di Novara. Un netto passo indietro, per restare a cose recenti, della sconfitta con il Palermo, di quella con il Trabzonspor e del pareggio con la Roma. Il Novara, simpatica squadra con molti esordienti in A, ha fatto a pezzi i campioni d´Europa di poco più d´un anno fa. Ora è vero che nel calcio può starci di tutto, ma non con queste proporzioni. Quasi sempre ho difeso i tecnici silurati, stavolta non me la sento perché, al di là delle considerazioni che seguiranno, ritengo che in tutta la vicenda, breve e amara, Gasperini non abbia fatto molto per evitare la soluzione traumatica.
Semmai il contrario: ha fatto molto per accelerarla. Di fondo, come si sospettava, siamo al bis dell´anno scorso, con la differenza che Benitez è rimasto più a lungo e due titoli di prestigio li ha pur vinti. Il resto è uguale: Moratti ingaggia un tecnico di cui non è molto convinto, non gli fornisce il materiale più idoneo (Palacio come Kuyt), lo delegittima alla prima circostanza e lo lascia sulla graticola. La squadra, chi più chi meno, sente odor di bruciato e si limita a timbrare il cartellino, in attesa di tempi migliori. Che forse per più d´un giocatore sono alle spalle, ma questo è un altro discorso.
La difesa a tre non spiega tutto. Imposta, rimossa, di nuovo attuata a Novara (ovvero, come andare a fondo con un minimo di coerenza). L´Inter è irriconoscibile in tutti i settori. Anziani che non reggono il passo, giovani mandati allo sbaraglio, presunti pezzi forti in panchina (Pazzini) o in tribuna (Alvarez). L´Inter ha sottovalutato la perdita di Eto´o, che coi suoi 37 gol stagionali ha contribuito parecchio a coprire le magagne. Non ha fatto acquisti di autentico peso, tranne Forlan (se si riprende: pure lui è irriconoscibile, però è arrivato per ultimo). Jonathan è la fotocopia sbiadita di Maicon. Va bene tener d´occhio i bilanci, ma si devono fare altri discorsi, non dire che si è ugualmente forti e illudere i tifosi. Il pasticcio di Forlan è il paradosso di un mercato molto pasticciato.
Ranieri, quarto allenatore in 15 mesi, ha molta esperienza, ma si trova alle prese con un rompicapo difficilissimo da risolvere, ossia una squadra alla fine d´un ciclo che continua a ragionare come se fosse in testa e non in coda alla classifica, come se Mosca non fosse già davvero l´ultima spiaggia per l´Europa. Torno alla difesa a tre (a quattro, a cinque, come vi pare): secondo me, e non faccio nomi, tutti quelli che giocano in serie A, a maggior ragione quelli più famosi e più pagati, devono saper giocare con tutti i moduli tattici, come si fa nel basket.
Gli interisti si chiedono perché mai Lucio e Chivu o Samuel non riescano a fare quello che riusciva a Dainelli e Bocchetti, e perché Ranocchia, già titolare nella difesa a tre del Genoa, balbetti in quella a tre dell´Inter. Si chiede perché gli attaccanti siano poco mobili e cerchino sempre lo scambio nell´imbuto centrale. Mobili invece le sabbie che hanno rapidamente inghiottito Gasperini.
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