SIR ALEX FERGUSON APRE L’ASTA PER ROONEY - LA PANCHINA CONTRO IL REAL PER IL BOMBER DEL MANCHESTER UNITED E’ STATA (COME DICE OWEN) “UN CALCIO NEI DENTI” - RAPPORTO LOGORO DOPO 9 ANNI TRA WAYNE E IL CLUB: 25 MILIONI LA BASE DI PARTENZA - INTER, MILAN, CITY E CHELSEA IN AGGUATO - MOURINHO SFOTTE SIR ALEX DANDOGLI DEL CATENACCIARO: , VINCERE NON BASTA: INFIERIRE È PIÙ BELLO….

1-ROONEY-UNITED, ARIA DI DIVORZIO
MILAN E INTER PRONTE ALL'ASTA
Da LaStampa.it

Wayne Rooney è sul mercato, la prossima estate il Manchester United lo cederà al miglior offerente, la base d'asta si aggira sui 25 milioni di euro. Dopo l'inattesa esclusione dal ritorno di Champions League contro il Real Madrid, aumentano le voci di un rapporto sempre più freddo e distaccato tra l'attaccante inglese e Sir Alex Ferguson.

Da nove anni all'Old Trafford, già nell'inverno 2010 Rooney aveva cercato di lasciare lo United tentato dai soldi che gli offriva all'epoca il Manchester City. Ora però è il club a non ritenerlo più indispensabile, mettendolo sul mercato ad un prezzo dimezzato rispetto ad un paio di stagioni fa.

L'attuale contratto di Rooney, che guadagna più di cinque milioni di euro all'anno, scade nel 2015 e non sono molti i club in Europa che possono offrirgli le stesse condizioni. In Premier League solo City e Chelsea, all'estero Paris Saint Germain e - scrive oggi il Daily Mail - le due squadre di Milano. Ma se a Parigi il contratto di Zlatan Ibrahimovic escluderebbe l'arrivo di un'altra stella strapagata, la rosa è destinata a restringersi. Improbabile viceversa un approdo in Spagna, sia Real Madrid che Barcellona da tempo hanno perso interesse.

In 271 partite con la maglia dello United Rooney ha segnato 140 gol, ma per il futuro Ferguson sembra preferirgli il più giovane Danny Welbeck in coppia con Robin van Persie. La panchina di martedì è stata solo l'ultimo scossone di un rapporto ormai gelido, come confermato dal tweet della moglie dell'attaccante, Coleen, che pur evitando di attaccare direttamente il manager scozzese non ha nascosto lo stupore misto a disappunto. Ribadito da un vecchio amico di Wazza, l'ex compagno Michael Owen: «Non giocare contro il Real Madrid per Rooney è stato un calcio nei denti».

2 - MOU, VINCERE NON BASTA: INFIERIRE È PIÙ BELLO
Paolo Ziliani per Il Fatto Quotidiano

Come passare il turno per grazia ricevuta e prendere per il naso tutti, avversari, tifosi e mass media, fingendo modestia e provocando "oh!" di ammirazione in ogni angolo del mondo. "Ha perso la squadra migliore", non si è stancato di ripetere Mourinho in portoghese, spagnolo, inglese e italiano al termine di Manchester-Real 1-2: la supersfida di Champions che l'arbitro turco Cakir ha regalato agli spagnoli espellendo ingiustamente Nani al 56', sull'1-0 per lo United e con un Real fino a quel momento impotente.

Tutti a elogiare l'onestà intellettuale di Mou: che però, a leggere tra le righe, si è divertito ad affondare il coltello nella piaga degli sconfitti demolendo Ferguson e, en passant, anche Guardiola. "Ha perso la squadra migliore" nel dizionario di José va tradotto infatti con: "Ho passato il turno con una squadra inferiore" (ergo: sono il più bravo!). "Io tengo esperienza de giocar con 10 - ha ricordato Mourinho - ho giocato due semifinali con 10 uomini, una con Inter e una con Madrid, e tutte e due contro la stessa squadra" (il Barcellona, ndr). Come a dire, in 10 contro 11 passare il turno si può: "Ferguson? Non mi devo scusare con lui - ha continuato Josè - due anni fa Guardiola non mi ha chiesto scusa per la simulazione di Dani Alves: oggi invece Arbeloa non ha fatto simulazione, ha preso colpo". L'odiato Pep è sistemato.

Poi il carico da 90 (con finto complimento) sul gobbone di nonno Ferguson. Si aspettava l'esclusione di Rooney? "Questo è allenatore imprevedibile, Ha una squadra fantastica e prepara partite di Champions in modo diverso di quello che fa in Premier. Lui ha cercato di chiudere partita con due linee a 4 e Welbeck che disturbava Xabi Alonso". Traduzione: coi campioni che si ritrova, quel genio di Ferguson esclude Rooney per mettere in piedi un catenaccione! Hai vinto ancora: chapeau.

 

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