SOTTO-SCALA E SOTTO-TONO: LISSNER & BARENBOIM, ORMAI FUORI DAL TEATRO, SE NE FREGANO

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Pierluigi Panza per "Il Corriere della Sera"

Al grido di «italianità non vuol dire italiani», la Scala disegna il prossimo cartellone e il proprio futuro di teatro pubblico, «l'unico tipo che conosco», dice Lissner, «l'unico che educa i giovani», gli fa eco Barenboim.

Presentando la stagione 2013-14, non il prossimo sovrintendente («lo designeremo entro luglio» assicurano il sindaco Giuliano Pisapia e il vicepresidente, Bruno Ermolli) ieri i vertici di via Filodrammatici si sono anche tolti alcuni sassolini. L'affondo di Lissner è parso rivolto alle istituzioni (Comune incluso, Pisapia presente): «I fondi pubblici sono 43 milioni su 116, ovvero il 37%; in Europa siamo intorno al 50%».

Barenboim ha puntato sulla crisi dei valori, e ha aggiunto: «Sento parlare d'italianità. I grandi italiani come Verdi, Dante, Pirandello erano internazionali. In musica non esiste una sola italianità, ma tante... Al nuovo sovrintendente non dobbiamo chiedere il certificato di nascita, ma i programmi». Poi la critica: «Si sono persi otto mesi perché non si prevede alcuno che possa programmare il 2016. Ci voleva più flessibilità».

Quanto alla stagione, le opere sono scese da 13 a 10 (7 i titoli italiani). «È la mia nona stagione, quella di sintesi», ha affermato Lissner. Si parte il 7 dicembre con Diana Damrau in La Traviata diretta da Daniele Gatti con regia di Dmitri Tcherniakov, già visto in Evgenij Onegin di Cajkovskij e Il giocatore di Prokofiev (premio Abbiati).

Torna la Cavalleria rusticana (Mascagni) di Martone e una Lucia di Lammermoor di Donizetti dal Metropolitan; poi il secondo titolo verdiano, Il Trovatore con l'immarcescibile Leo Nucci, quindi di nuovo Tcherniakov per La sposa dello zar di Rimskij-Korsakov, nuova produzione con la Staatsoper di Berlino di Barenboim (che dirige).

In aprile e maggio le due nuove produzioni «lissneriane»: Les Troyens di Berlioz diretta da Antonio Pappano all'esordio scaligero nell'opera (la Antonacci è Cassandra), coproduzione con Londra, San Francisco e Vienna, e la Elektra di Strauss firmata da Patrice Chéreau e diretta da Esa-Pekka Salonen, con Waltraud Meier in Clitemnestra: andrà a Aix-en-Provence, New York, Berlino, Barcellona e Helsinky.

Un'altra nuova produzione sarà il Così fan tutte diretta da Barenboim con regia di Claus Guth, che negli anni scorsi ha firmato per il Festival di Salisburgo una interessante trilogia mozartiana. Con l'Opéra de Lyon debutterà a luglio un Le Comte Ory di Rossini con Juan Diego Flòrez. A ottobre il terzo titolo verdiano, Simon Boccanegra (nel ruolo Nucci e Domingo).

Nei 200 anni dalla nascita dell'Accademia di ballo, stagione ricca di balletto; per le serate di sinfonica ci saranno anche Georges Prêtre, Daniel Harding e Susanna Mälkki. Il progetto Pollini prevede quattro titoli, il primo con direzione di Pierre Boulez. Per il ciclo Strauss tre serate dirette da Philippe Jordan, Riccardo Chailly ed Esa-Pekka Salonen. Alla fine del 2014 Barenboim prevede anche di realizzare un ciclo Schubert.

 

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