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Silvia Bizio per “la Repubblica”
Come Julianne Moore nel suo ultimo film, anche lui ha sofferto, sperato, ha gioito sognando e ha combattuto. Alla fine, si è arreso. È morto ieri a 63 anni Richard Glatzer, regista di Still Alice, il film che ha regalato l’Oscar all’attrice americana, e che ha girato insieme a Wash Westmoreland, il compagno con cui era sposato. Glatzer era malato di Sla, la sclerosi laterale amiotrofica che aveva cominciato a mostrare i primi segni fin dal 2011. La diagnosi ufficiale, tremenda, arriva nel 2013 e da lì un declino rapidissimo, tanto che nel giro di pochi mesi il regista era rimasto paralizzato.
glatzer e westmoreland julianne moore e kristen stewart
Ma è una storia di vita, di passione, di determinazione quella che racconta la parabola di Glatzer, il quale ancora durante la preparazione di Still Alice, solo un anno fa, si presentava puntuale ogni giorno sul set, a Manhattan: per comunicare con la troupe usava l’ipad , scriveva i suoi pensieri con un dito della mano e, quando anche quello non è stato più possibile, lo faceva con il dito pollice del piede. Il 22 febbraio, la notte degli Oscar, era già in ospedale ma da lì ha voluto seguire la cerimonia, ascoltando Julianne Moore che parlava di lui: «Quando Richard ha avuto la diagnosi di Sla, suo marito Wash gli ha chiesto subito che desideri aveva. Un viaggio in giro per il mondo? “Voglio fare un film” aveva risposto Richard. Ed è quello che ha fatto», ricordava l’attrice.
Glatzer era un newyorchese doc. Durante il master nell’università di Virginia era diventato amico nientemeno che di Frank Capra che insegnava cinema. Il suo primo film lo firma come sceneggiatore e regista, Grief nel 1993. Due anni dopo, a un party a Los Angeles, conosce Wash Westmoreland, inglese, 14 anni più giovane di lui. Si innamorano e nel 2013 si sposano. La loro collaborazione artistica inizia nel 2001 con The Fluffer , una commedia sexy ambientata nel mondo della pornografia gay, ma la popolarità mainstream arriva con il secondo film in coppia, La Quinceañera ( Non è peccato) , vincitore del Sundance nel 2006, che racconta con humour e partecipazione la progressiva emarginazione di Magdalena rimasta incinta, che deve perciò rinunciare alla “Quinceañera”, la festa di passaggio all’età adulta dei latinos.
julianne moore con wash westmoreland
«È un tema che io e Wash abbiamo sentito subito», avevano raccontato nella loro casa di Echo Park, nel nord est di Los Angeles, perfino sobria per gli standard hollywoodiani, con un piccolo giardino sul retro pieno di alberi di limone e di piante grasse e uno studio luminoso dove lavoravano sui copioni.
Insieme Richard e Wash si sono sempre battuti per i diritti degli omosessuali. Il loro era un rapporto solidissimo, unito dall’amore e dalla comune passione per il cinema. «Leggere il libro da cui è tratto Still Alice, è stato difficile per me - confessò Glatzer durante le riprese- La storia di Alice che perde progressivamente la mente, sostenuta dall’amore della sua famiglia, era una storia fin troppo vicina a me. Ma anche per quello ho sentito il bisogno di raccontarla ».
still alice 4
still alice 2
still alice 3
still alice 5
Oggi Westmoreland devastato dal dolore, ricorda, l’anima e il cuore che Richard aveva messo in quel film. «Vederlo combattere per quattro anni contro la Sla con tanta grazia e coraggio ha aiutato me e tutti quelli che lo conoscevano. Il fatto che il film abbia toccato tanta gente è stata la sua ultima gioia».
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