
PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO…
LO STREGA DELLE POLEMICHE! NON SOLO VERNA (EINAUDI), A RESTARE FUORI DALLA DOZZINA ANCHE MICHELE MASNERI CON PARADISO (ADELPHI) E DARIO FRANCESCHINI (CON AQUA E TERA, LA NAVE DI TESEO): PUÒ UN EX MINISTRO DELLA CULTURA PARTECIPARE AL PIÙ IMPORTANTE PREMIO LETTERARIO ITALIANO SENZA CHE QUESTO RISULTI ALMENO PROBLEMATICO? GRANDE DIBATTITO - DI FATTO QUESTO STREGA “RIVOLUZIONARIO” GHIGLIOTTINA L’ANCIEN RÉGIME DELLE MAJOR EDITORIALI ACCOGLIENDO NELLA DOZZINA TANTI PICCOLI EDITORI CHE…
Raffaella De Santis per Repubblica.it - Estratti
(…) La dozzina di ieri vede in pole position tre nomi: Andrea Bajani con L’anniversario (Feltrinelli), Nadia Terranova con Quello che so di te (Guanda) e Paolo Nori con Chiudo la porta e urlo (Mondadori). Che Verna potesse disturbare qualcuno? In ogni caso a questo punto è più che possibile una cinquina con Elisabetta Rasy (Perduto è questo mare, Rizzoli) o Wanda Marasco (Di spalle a questo mondo, Neri Pozza) a cui si aggiungerà qualche nome nuovo di cui la dozzina è ricca.
Tirava un vento scombinatore sul palco ieri mentre Melania Mazzucco, presidente del comitato selezionatore, leggeva uno per uno i nomi, amplificata dallo spazio vuoto tra le maestose colonne del Tempio di Adriano, in una delle piazze più belle di Roma. Paolo Repetti, direttore editoriale di Einaudi Stile Libero, assisteva serio a un copione che avrebbe desiderato diverso, pur conoscendo bene l’ambiente che naviga da protagonista. Il suo commento è secco: «L’esclusione di Verna sorprende e dispiace. Non si tratta di una svista, ma di una scelta difficile da comprendere per chi riconosce in lei una delle voci più solide e originali della narrativa italiana contemporanea».
Sembra chiudere qui, poi ci ripensa: «I giorni di Vetro ha avuto un’eccezionale accoglienza critica e, giorno dopo giorno, ha conquistato un pubblico sempre più ampio. È un libro politico, che in un’epoca minacciosa come quella che viviamo ci racconta la guerra con tutta la sua ferocia, il modo in cui agisce sulle vite delle persone comuni. E lo fa con una capacità di costruzione narrativa degna dei romanzieri classici». Le altre parole sono indirizzate al comitato selezionatore: «Chi ha preso questa decisione – legittimamente, secondo le regole del premio – ha adottato un criterio che non condivido, ma che rispetto. Per fortuna, la letteratura ha un tempo e un pubblico che vanno oltre qualsiasi giuria».
Il comitato in realtà si mostra sereno. La polemica è dietro l’angolo e le scelte vanno difese fino in fondo. Melania Mazzucco, che lo presiede e perlopiù è autrice Einaudi, allarga lo sguardo: «Non la vedrei come un’esclusione. Siamo rimasti sorpresi invece dalle proposte dei molti micro, piccoli e medi editori. Ci ha spiazzati la qualità delle nuove voci autoriali. C’è un grande fermento nell’editoria italiana e abbiamo cercato di rispecchiarlo».
Alla domanda diretta sul siluramento di Einaudi, Mazzucco non si tira indietro: «Nessuna mossa contro Einaudi, che è tra l’altro il mio editore. Il libro di Verna è fortunatissimo e avrà la strada spianata. Inoltre non è l’unico libro importante escluso, inviterei a guardare la lista degli 81». In effetti questo Strega rivoluzionario ghigliottina l’ancien régime delle major editoriali senza colpo ferire, accogliendo nella dozzina tanti piccoli editori che ne bilanciano la presenza.
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STREGA A SORPRESA
Simonetta Sciandivasci per la Stampa - Estratti
(...) Per la prima volta dopo molto tempo, Einaudi non arriva in dozzina.
L'editore aveva puntato tutto su Giorni di vetro di Nicoletta Verna, che ha avuto un enorme successo di pubblico (ha venduto oltre 50mila copie) e di critica. «Una scelta difficile da comprendere per chi riconosce in lei una delle voci più solide ed originali della narrativa italiana contemporanea. Chi ha preso questa decisione, legittimamente, secondo le regole del Premio, ha adottato criteri che non condivido ma che rispetto. Per fortuna, la letteratura ha un tempo e un pubblico che vanno oltre qualsiasi giuria», dice alla Stampa Paolo Repetti, direttore editoriale di Einaudi Stile Libero, sponda romana della casa torinese.
DARIO FRANCESCHINI - AQUA E TERA
Un'altra esclusione eccellente è quella di Michele Masneri con Paradiso (Adelphi), autore e giornalista molto amato dai giornalisti, che difficilmente amano altro dio all'infuori di sé. Un'altra è quella di Dario Franceschini: può un ex ministro della Cultura partecipare al più importante Premio letterario italiano senza che questo risulti almeno problematico? Grande dibattito.
Una cosa che lo Strega fa da diverso tempo è disinnescare i potentati: non sempre a vantaggio della letteratura (in fondo sarebbe impossibile), ma sempre a vantaggio della sua propria credibilità. Il Premio non è controllabile: è il dato dello Strega, lo è ogni anno di più.
Stappano bottiglie Neri Pozza e Mondadori (Segrate negli ultimi anni ha spesso visto maltrattare i suoi autori di punta), che intascano dozzina e Strega Europeo. Questi i candidati eu: Brokken con La scoperta dell'Olanda (Iperborea); Cartarescu con Theodoros (Il Saggiatore); Mora con La metà della vita (Feltrinelli Gramma); Murray con Il giorno dell'ape (Einaudi); Turpeinen con L'ultima sirena (Neri Pozza).
La scrittrice Durastanti, che ha presentato la cinquina insieme allo scrittore Lagioia, ha detto che si tratta di «Romanzi polifonici in esilio dalla trama», cioè libri che puntano più sullo stile che sulla storia: un lusso che possono permettersi perché dispongono di un pubblico (quello europeo) giovane che «accetta ancora la lettura come atto contemplativo».
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michela di biase dario franceschini ricevimento quirinale 2 giugno 2024
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