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Tonia Mastrobuoni per âLa Stampa'
Il sospirato commento della Bce sul riassetto della Banca d'Italia dovrebbe arrivare tra oggi e domani. E, secondo indiscrezioni, nel parere legale dell'Eurotower è sopravvissuto quel dubbio della Bundesbank che aveva già congelato nelle settimane scorse un via libera dato un po' troppo per scontato. In particolare, è sulla modalità con cui le quote rivalutate di via Nazionale verranno iscritte nei bilanci delle banche, che gli uomini di Jens Weidmann avevano espresso dubbi. Talmente fondati che la Bce li ha accolti nel parere finale.
Certo, il commento non è vincolante, ma sarà complicato ignorarlo del tutto. E quanto sia importante la modalità di conteggio di quelle quote, lo ha ricordato il governatore Ignazio Visco, giorni fa in audizione: da essa dipende infatti «l'impatto sul patrimonio delle banche».
Se verranno classificate «al fair value con impatto in conto economico», in base a un regolamento europeo che entrerà in vigore da gennaio del 2014, quelle partecipazioni potranno essere conteggiate al 100% a rafforzamento del patrimonio. Ma se invece venissero iscritte tra le "attività finanziarie disponibili per la vendita", questo potrebbe accadere soltanto a partire dal 2015.
Così, se gli stress test della Bce e dell'Eba imminenti dovessero imporre agli istituti con quote a bilancio di Bankitalia delle correzioni dei "cuscinetti anti-crisi", nel primo caso potranno replicare che dal 2014 quelle quote saranno comunque a bilancio. Se invece si avverasse la seconda ipotesi, potrebbe essere più difficile evitare la mannaia dell'obbligo di ricapitalizzazione. Tutto dipenderà , insomma, da quanto tempo la Bce e l'Eba daranno alle banche per correggersi.
Intanto ieri la commissione Finanze del Senato ha approvato il decreto sulle quote di Bankitalia. Tra le novità spicca l'abbassamento delle quote che le banche potranno detenere di Palazzo Koch: soltanto il 3%, dopo che il provvedimento licenziato dal consiglio dei ministri aveva puntato sul 5%. E le quote nominative aumentano da 20mila a 25mila euro. Inoltre il periodo transitorio durante il quale avverrà la trasformazione di via Nazionale in public company aumenta da due a tre anni.
Soprattutto, i senatori della commissione Finanze hanno deciso che i detentori futuri di partecipazioni in Banca d'Italia dovranno essere italiani, ovvero avere «sede e amministrazione centrale» nel nostro Paese, come ha spiegato il relatore, Federico Fornaro (Pd).
Infine, sembra confermata la convocazione subito dopo Natale del consiglio superiore straordinario della Banca d'Italia che dovrebbe approvare le modifiche allo statuto conseguenti al riassetto deciso dal governo.
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