FLASH – COME MAI IL PRIMO MINISTRO UNGHERESE VIKTOR ORBAN, PUR INVITATO, NON È VOLATO A WASHINGTON…
Tommaso Labranca per "Libero Quotidiano"
AUDITORIUM DEL GONFALONE - FLAVIO INSINNA
L’unica volta che Fantozzi prese parte a una festa aziendale di San Silvestro fu in quel diaccio seminterrato dove il maestro Mario Canello, con una distorsione temporale degna di Interstellar, anticipò di un’ora e mezzo l’arrivo del nuovo anno. Tutte le altre volte aveva passato dei tristi San Silvestro a casa.
Mentre i ricchi erano impegnati in veglioni con ricchi premi e cotillon, lui, spinto da una disperata solidarietà umana, brindava con spumante scadente insieme ai vicini di pianerottolo davanti al televisore. Il vincolo tra Capodanno e tv è ferreo. Prima il compito toccava alla radio e oggi basta collegarsi al sito timeanddate.com che mostra countdown localizzati. La televisione resta però lo strumento preferito per far partire con precisione astronomica il trenino al ritmo dell’immortale Disco Samba, convinti che il nuovo anno sarà migliore.
Leopardi ha già commentato a sufficienza questa fallace illusione. Fosse vissuto oggi, al pessimismo cosmico e a quello storico Giacomo avrebbe aggiunto quello catodico. Non è possibile altra reazione leggendo chi è stato scelto da Rai Uno per farci compagnia nel triste conto alla rovescia insieme ai vicini di casa. Carlo Conti, immancabile a Capodanno come il cotechino con lenticchie, dal quale è indistinguibile per tinta ed espressività, ha troppo da fare con San Remo e a San Silvestro passa la mano a Flavio Insinna.
Anna Tatangelo e Gigi D Alessio
Simili passaggi di consegne nell’ormai esiguo erbario di conduttori da Rai Uno ricordano la sostituzione dell’IMU con la Tasi: nulla cambia, tutto peggiora. Si preannuncia un Capodanno all’insegna della freschezza in cui, si legge nel comunicato stampa Rai, la verve di Insinna sarà disturbata dalle «incursioni» di Nino Frassica. A poche ore dal 2015, l’uso del termine «incursioni» per un programma televisivo sarebbe un buon motivo per non pagare il canone.
A Frassica si aggiungono poi ospiti di primo pelo come Pino Daniele, Patty Pravo e uno che in tv si vede pochissimo, Albano. Sono 260 anni in quattro. Ma siamo in media con l’età (mentale, più che anagrafica) di chi segue Rai Uno. Se si aggiunge che questo frizzante show sarà preceduto dal come al solito imprevedibile discorso del presidente Napolitano, l’atmosfera da interno di piramide è garantita. Il tutto in diretta da Saint Vincent.
Quindi è consigliabile trasferirsi a Napoli dove piazza del Plebiscito quest’anno sarà occupata da Gigi d’Alessio per uno show trasmesso su Canale 5 in concorrenza a quello di Rai Uno. Scelta non biasimabile perché se il 31 dicembre deve essere un momento di allegria, botti, esagerazioni e socialità non c’è posto migliore di Napoli per trovare tutti quegli ingredienti. E forse nessuno meglio di Gigi per gestirli con la regia di Roberto Cenci.
È il terzo Capodanno che D’Alessio trascorrerà suonando al centro dei 25.000 metri quadrati di piazza del Plebiscito, dopo quelli del 2000 e del 2005, quando aveva radunato oltre mezzo milione di persone. Non è difficile scommettere su un terzo successo, sia per il richiamo dell’evento televisivo sia per la scelta ardita degli ospiti musicali che si esibiranno con il cantante-conduttore in duetti inattesi. Fedez, i Dear Jack, Alex Britti, Francesco Renga, Gabry Ponte e Bianca Atzei riducono in modo drastico l’età media del San Silvestro su Canale 5.
Per non parlare della festa pirotecnico-danzereccia che continuerà a telecamere spente mentre gli ospiti di Rai Uno saranno già stati rimessi nella formaldeide. Ma l’elemento che va sottolineato per Canale 5 è la diretta, fra l’altro condivisa anche dalla trasmissione via radio su RTL. Per molti anni Mediaset aveva mandato in onda spettacoli di Capodanno tristemente registrati anche un mese prima. Senza curarsi di un’eventuale fine del mondo verso Natale.
Una nota cantante mi aveva raccontato di come, nei capannoni di Cinecittà, ci si incontrasse nel pomeriggio di un giorno qualunque, vestiti di lustrini, con gli orologi che simulavano l’inesorabile conto alla rovescia e un nugolo di ballerine presunte brasiliane che sculettavano fomentando allegria in differita. Ho sempre pensato al terrore con cui i tecnici avrebbero poi mandato in onda quelle registrazioni mantenendo la sincronia tra i time code della finzione e gli orologi del mondo reale.
Una truffa televisiva al cui confronto, l’ora illegale del fantozziano maestro Canello era una simpatica burla. Ma i media nascono menzogneri. Il 31 dicembre del 1978 Andy Warhol e Bianca Jagger erano sdraiati annoiatissimi nel salotto dello stilista Halston e ascoltavano la radio che trasmetteva in diretta dal celebre Studio 54. A un certo punto l’annunciatore gridò: «Eccoli! Stanno arrivando! Andy, Halston e Bianca stanno entrando in questo momento!». Poi dice che uno diventa complottista.
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