DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY…
Da "Panorama"
1 - TAGLI PER LORO, ASSUNZIONI PER LEI...
In attesa di conoscere le intenzioni di Mario Monti sulla Rai, in viale Mazzini i veleni si sprecano. I tagli discriminati, o presunti tali, sono la materia preferita. Lorenza Lei, direttore generale, viene così accusata di avere usato due pesi e due misure in materia di auto di servizio: tolta a direttori e conduttori per il tragitto casa-ufficio (per gli appuntamenti possono usare gli autisti in pool o mettersi al volante di macchine Rai), ma mantenuta ai consiglieri di amministrazione e a se stessa.
Con postilla al curaro: anziché impiegare uno dei sei autisti interni disponibili (altri due trasportano il presidente), Lei a fine anno ha pure avallato l'assunzione in Rai del suo chauffeur, che faceva capo a una cooperativa esterna.
I consiglieri non escludono un'autoregolamentazione, ma intanto si tengono stretti gli autisti, a partire da Guglielmo Rositani che viene prelevato dalla sua Rieti e ha pure festeggiato la promozione a funzionaria della sua segretaria. Ma Lei ha avuto modo di congratularsi anche con la sua portavoce, Milena Minutoli: da programmista-regista è stata assunta come caposervizio a tempo indeterminato. (A.P.)
2 - DIFESA, F35 RIDOTTI A 100
Il dossier sugli aerei F35 Jsf è in discussione al ministero della Difesa da tempo, e ancor di più ora per la riorganizzazione delle forze armate. L'ipotesi più accreditata è di ridurne l'acquisto dai 131 iniziali, a un costo di 15 miliardi, a circa 100, dei quali 80 all'Aeronautica e 20 alla Marina. Le polemiche dei giorni scorsi, con l'ipotesi di uscire dal programma con poco danno economico, non considerano un dettaglio: dal 2015 al 2025 l'F35 dovrà sostituire gli Amx e i Tornado dell'Aeronautica e gli Av8B Plus della Marina. Anche l'ex ministro della Difesa, Arturo Parisi (Pd), sostiene che l'Italia non può rinunciarvi. (S.V.)
3 - TUTTI GRATIS PER GIGGINO
Che bello lavorare per Giggino 'o sindaco. E non è questione di soldi. Pur di stargli vicino, tanti hanno deciso di rinunciare al compenso. Non avrebbe preso soldi Roberto Vecchioni, presidente del Forum delle culture, che pure aveva chiesto inizialmente 220 mila euro all'anno di cachet e che a sorpresa si è dimesso dall'incarico. E non incassa un euro nemmeno il fratello Claudio De Magistris, «volontario» nello staff del più illustre parente.
Ma la «beneficenza» dev'essere proprio contagiosa dalle parti di Palazzo S. Giacomo, se pure la Milagro, la società dove lavorava proprio De Magistris jr, ha regalato al sindaco il restyling dell'house organ dell'amministrazione, Napoli in Comune. (S.D.M.)
4 - TUTTE LE BUGIE DEI FURBETTI DELLO SPREAD
Appena due mesi fa i profeti dello spread andavano predicando che al nostro Paese sarebbe bastato cacciare Silvio Berlusconi per non farsi più strozzare dal differenziale di rendimento più temuto d'Europa. E così, poco prima delle dimissioni annunciate dal Cav il 9 novembre, ogni giorno qualche autorevole osservatore ribadiva (testuale) che «Le dimissioni di Berlusconi valgono almeno 100 punti di spread».
Una tesi sostenuta dall'economista Tito Boeri (20 settembre), da Enrico Letta del Pd (26 settembre), dal banchiere Claudio Costamagna (3 novembre), dal presidente dell'Udc Rocco Buttiglione (12 novembre) e dall'ex premier Massimo D'Alema (5 novembre). E ora, però, chi glielo dice ai furbetti dello spread che due mesi dopo le dimissioni di Berlusconi quel differenziale non ne vuole sapere di scendere e che con il governo Monti è passato dai 495 punti del 17 novembre (giorno della fiducia al Senato) ai 532 di inizio gennaio? Suvvia, davvero Letta, Costamagna e D'Alema credono ancora che lo spread alle stelle fosse solo colpa del Cav? (C.C.)
5 - ADDIZIONALE IRPEF: VIA AI RICORSI
Come anticipato da Panorama la settimana scorsa, partono le prime iniziative legali contro l'aumento retroattivo dell'addizionale regionale Irpef introdotto con la manovra Monti. La Confconsumatori si appresta a contestare davanti alla Corte costituzionale e lo farà, spiega la presidente Mara Colla, «impugnando davanti ai tar competenti le delibere delle giunte regionali di applicazione della norma». Una volta chiamate in giudizio le regioni, verrà sollevata la questione di costituzionalità.
LORENZA LEIguglielmo RositaniArturo Parisi - Copyright PIzziluigi - claudio de magistris SILVIO BERLUSCONI TITO BOERI MARIO MONTI IN CONFERENZA STAMPA
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