MISSING MISSONI - UN TURISTA TEDESCO RITROVA, UNA SETTIMANA DOPO LA SCOMPARSA DELL’AEREO SU CUI VIAGGIAVA VITTORIO MISSONI, UN BORSONE APPARTENENTE A UN ITALIANO SULLA SPIAGGIA DELL’ISOLA DI CURAÇAO, A 200 KM DA LOS ROQUES - IL BAGAGLIO ERA STATO IMBARCATO SULL’AEREO SCOMPARSO, PERCHÉ NON ENTRAVA NELLA STIVA DEL VELIVOLO CHE È PARTITO SUBITO DOPO - ADESSO ALMENO SI SA CON SICUREZZA DOVE CERCARE...

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Alberto Berticelli per il "Corriere della Sera"

Una mattina di poco più di due settimane fa un turista tedesco in vacanza sull'isola di Curaçao, un protettorato dei Paesi Bassi nel mar dei Caraibi, trova su una scogliera un borsone da kitesurf. È vuoto, ma attaccata c'è un'etichetta con nome e cognome di un italiano. Quel borsone viaggiava sull'aereo che da Los Roques trasportava a Caracas Vittorio Missoni, la compagna Maurizia Castiglioni, con gli amici Elda Scalvenzi e Guido Foresti.

È una svolta nelle ricerche e nell'inchiesta sulla scomparsa dell'erede della famosa casa di moda. Anche se la prova definitiva verrà dal ritrovamento dei corpi o dei resti del bimotore Islander, la borsa recuperata sembra non lasciare spazio ad altre ipotesi: il piccolo aereo da turismo si è inabissato (bisognerà stabilire se a causa di un'avaria o di una manovra errata da parte del pilota).

A Curaçao, in queste ore, c'è il cognato di Missoni, Claudio Verna, con i funzionari che per conto del governo italiano coprono l'area del Sudamerica e stanno verificando tutti i dettagli del ritrovamento.

Il 4 gennaio scorso, quattro minuti dopo il decollo dell'aereo che trasporta Missoni e i suoi amici, dallo stesso aeroporto dell'arcipelago caraibico parte un altro piccolo velivolo con destinazione Caracas. Pieno di turisti, alcuni dei quali italiani. La stiva è stracolma di bagagli, tanto che poco prima il pilota del secondo aereo ha chiesto al collega che trasporta Vittorio Missoni se potesse imbarcare il borsone di un suo passeggero che conteneva tutta l'attrezzatura per praticare kitesurf (uno sport molto in voga nelle isole ventose che abbina l'uso di una tavola a una specie di paracadute con il quale fare acrobazie).

Il primo Islander decolla, ma a Caracas non arriverà mai. Sparito nel nulla. Scatta l'allarme, la notizia arriva a Milano e il fratello di Vittorio Missoni, Luca, per conto della famiglia, si precipita in Venezuela. Cominciano le ricerche, difficoltose. Si pattuglia tutto il tratto di mare in cui si pensa che l'aereo si sia inabissato, sino alla penisola del Paraguanà. Inutilmente: dell'aereo, dei suoi occupanti o dei bagagli trasportati nessuna traccia.

Un radar militare svela qualcosa di più preciso. Si vede la traccia dell'aereo. Improvvisamente c'è una controsterzata verso Ovest. Poco dopo l'aereo entra in un cumulo nembo. In quel momento l'Islander si trova a 5.000 piedi d'altezza (1.500 metri, più o meno) in direzione della pista di Caracas dove deve atterrare. La traccia sparisce dopo la virata.

Cosa è successo in quei pochi secondi? La ricostruzione più attendibile è che l'aereo abbia perso velocità molto rapidamente, da 220 nodi a 60, per rallentare a 20, velocità alla quale è impossibile volare. Quindi l'aereo stalla, si avvita verso il mare nel giro di 30-40 secondi. La traccia sparisce. Nei giorni seguenti viene battuto palmo a palmo tutto il tratto di costa venezuelana sul quale si pensa che possano approdare i resti, ma non si trova nulla. Ogni sforzo sembra essere vano.

Il 10 gennaio il turista tedesco trova il borsone. Rimane ancora qualche giorno a Curaçao e poi torna in Germania. Una settimana dopo recupera la mail sulla targhetta del borsone e invia un messaggio a Giorgio Neri: è lui il passeggero che aveva affidato la sua attrezzatura da kite all'aereo partito pochi minuti prima del suo da Los Roques.

Il turista italiano rimane senza parole: è al corrente della sciagura e si mette in contatto con la famiglia Missoni. Da Los Roques a Curaçao ci sono poco più di duecento chilometri di mare. L'aereo volava verso Sud, in direzione Caracas. Il borsone è stato trasportato dalle correnti verso Ovest ed è finito sulla scogliere dell'isola olandese. Da qui ripartono le ricerche. Con la prima indicazione certa dopo settimane di ansia.

 

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