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Marco Giusti per Dagospia
"Un festival senza muscoli" titolava forse un po' frettolosamente Liberation in questi giorni. Certo i due film di ieri, "Parkland" e "Miss Violence", erano davvero modesti e l'armata Brancaleone dei film italiani non in concorso non ci sembra davvero di prima scelta. Nella totale mancanza degli uomini di Medusa, Isabelle Adriani seguita a firmare autografi dai red carpet e nelle sale dell'Excelsior.
Per fortuna e' arrivato il finto Berlusconi, ma il film politico che aveva girato in Germania, "Bye Bye Berlusconi'', pur comprato per la distribuzione, non e' mai uscito. E per fortuna, un film davvero buono finalmente si e' visto. Si tratta di "Tom a la ferme", opera terza del giovanissimo franco-canadese Xavier Dolan, che ne e' anche interprete.
Non solo e' il più riuscito dei suoi tre film, ma e' tra i pochi che pensiamo possa piacere a Bernardo Bertolucci, presidente della giuria. Perche' Dolan si serve di una commedia, di tal Marc Michel Bouchard, per scatenare una sorta di thriller da camera che mischia molti generi, il noir alla Warner Bros, il melo, l'horror. E su tutti rischia parecchio esponendosi in un corpo a corpo pericoloso col testo e con gli altri interpreti.
Il giovane Tom, biondo riccioluto con occhiali, interpretato appunto da Xavier Dolan, arriva in un paesino del Quebec per il funerale del suo compagno e per conoscerne la famiglia. Scopre presto che la mamma, Agathe, non sa nulla ne' del suo rapporto col figlio, ne' che fosse omosessuale. Non solo, il fratello del defunto, Francis, interpretato dal bel Pierre Yves Cardinal, e' un pericoloso, violentissimo macho omofobo che oltre a menarlo di brutto da subito, gli impone di stare al gioco che ha costruito per salvaguardare la memoria etero del fratello.
Tom e' diviso tra il desiderio di fuga e quello di confrontarsi con la realta' della fattoria, con il sangue e la carne che per lui rappresenta il rozzo Francis. Fra loro si stabilisce una sorta di rapporto sadomaso che mostra quanto debba il machismo di Francis alla sua latente omosessualita'.
Ma il gioco, che mischia appunto melo e noir, visto che Tom e' costretto da Francis a vivere li' ed e' schiavo della situazione, e' più complesso e sofisticato tra i due uomini e rimane sempre sul punto di esplodere in violenza o passione fino alla fine, che non riveliamo, ma che e' una delle cose migliori del film.
Costruito e interpretato benissimo, con il solo difetto di non saper sfruttare totalmente, come avrebbe fatto un Michael Curtiz, il set del fattoria, "Tom a la ferme" si rivela uno dei pochi film davvero moderni e inventivo della Mostra e uno dei pochi che non guardi al passato con occhi nostalgici. Per questo, e per i suoi strepitosi eccessi melo, dovrebbe piacere a Bertolucci.
Tom a la ferme image Tom a la ferme Caleb Landry Jones michelmarcbouchard x caleb landry jones Tom a la Ferme de Xavier Dolan Photo c Clara Palardy Tom a la ferme x Tom a la ferme foto ce eb f bf b b ff
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