INSOLITO TRANS TRANS – ANCHE IN ITALIA SI PUO’ ESSERE DONNA SENZA TAGLIARSI L’UCCELLO (E SENZAUN PAIO DI TETTE SILICONATE)

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Elena Tebano per il "Corriere della Sera"

Obbligarla a operarsi sarebbe una violazione dei suoi diritti fondamentali e lesivo della sua salute: per questo il Tribunale di Rovereto ha concesso a una transessuale cinquantenne di Arco, in provincia di Trento, il cambio dei documenti senza che abbia effettuato l'intervento di «riassegnazione». Lucia per l'anagrafe sarà a tutti gli effetti una donna, anche se il suo sesso anatomico è ancora maschile.

Lo stabilisce una sentenza depositata il 3 maggio 2013 e passata in giudicato a fine luglio. È il quarto caso di questo tipo in Italia, ma il primo in cui la persona che ha chiesto la rettifica del sesso non ha fatto nessun intervento chirurgico, neppure l'impianto del seno. «Nei precedenti, che risalgono al 1997, 2011 e 2012, i giudici avevano inoltre sostenuto che la legge del 1982 sul transessualismo può essere interpretata nel senso di non obbligare alla sterilizzazione.

Adesso hanno sancito che la Costituzione impone di evitare ogni costrizione per il rispetto dei diritti inviolabili garantiti dall'articolo 2 - spiega Alexander Schuster, avvocato di Trento che ha difeso Lucia - È un passo importante, in linea con il dibattito internazionale».

Negli ultimi due anni si è allungata la lista di Paesi che permettono il cambio di sesso anagrafico senza quello chirurgico: Spagna, Argentina, Portogallo, Regno Unito, Germania e Austria. E anche il Consiglio d'Europa ha raccomandato di andare in questa direzione. Ma in Italia la sentenza di Rovereto non era scontata: solo il 20 marzo scorso la Corte di Appello di Bologna ha respinto un'analoga richiesta.

«L'operazione è devastante per chi non la vuole - dice Schuster -. Sono interventi pesanti, che incidono sulla salute e posso lasciare complicazioni per la vita: la scelta su cosa fare deve essere individuale». Per qualcuno acquisire il più possibile le sembianze anatomiche del sesso di destinazione è fondamentale, per altri no.

Lucia non esclude di operarsi, un giorno, ma oggi per lei sarebbe troppo: «Ho iniziato la transizione tardi, a 45 anni. Sono andata a piccoli passi, ho preso gli ormoni perché ingoiare pillole è più facile che andare sotto i ferri - ammette -. Non ho mai avuto come punto di arrivo un ideale di donna perfetta: so che anche dopo l'operazione rimangono delle differenze. La mia sarà solo un po' più grande». I documenti, invece, per lei sono fondamentali. «Avevo trovato lavoro in una lavanderia industriale, ma non mi hanno presa perché avevo ancora un nome maschile, non sapevano come gestirlo con le colleghe - racconta -. Con i documenti al femminile mi avrebbero assunta».

 

 

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