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Angelo Aquaro per "la Repubblica"
L´America di Barack Obama che si affanna tra recessione e disoccupazione non poteva trovare una santa dal nome più beneaugurante: «Colei che mette le cose a posto». E sì che ne avrà di preghiere da intercedere la povera Kateri Tekakwitha, «Colei che mette le cose a posto» nell´antica lingua degli Irochesi, adesso che il Papa Joseph Ratzinger ha deciso di elevarla a santità . Ci sono voluti più di tre secoli ma alla fine i pellerossa avranno la loro prima santa, trent´anni dopo che Karol Wojtyla l´aveva fatta beata.
Per la gente di qui è più che una benedizione: è il riconoscimento di una figura che bene esprime la fierezza e l´indipendenza del primo popolo che abitò gli States. Anche se l´indipendenza e la fierezza di Kateri - che aveva "indianizzato" il nome dell´amata Caterina da Siena - dovettero farsi valere contro la sua stessa tribù, che osteggiò la sua fede.
La sua storia sembra il controcanto di quella di Pocahontas. Lì una principessa nativa viene fatta prigioniera e poi va in sposa a un ricco colono, finisce in Inghilterra e diventa una celebrità prima di morire in terra straniera. Qui la giovane figlia di un capo tribù dei Mohawk-Algonquin, appartenenti alla più ampia nazione degli Irochesi, rifiuta di andare a nozze per motivi dinastici e sposa invece la fede in Gesù portata sulle rive dell´allora New Amsterdam dai gesuiti francesi. Dicono che Pochaontas fosse bellilssima. La povera Kateri fu devastata invece dal vaiolo che decimò la regione, uccise i suoi genitori e le lasciò i segni sul volto dolcissimo. Ma ci mise anche del suo.
Con lo zelo delle convertite trasformò il piercing diffuso tra i nativi in una tecnica per l´automortificazione, facendo sanguinare il corpo a imitazione del sangue di Cristo: finché un´amica "visa pallida", Marie Therese, espresse tutta la sua disapprovazione per quella tecnica selvaggia, consigliandole i più occidentali carboni ardenti.
Nata a Ossernenon, l´odierna Auriesville, New York, nel 1656, per sfuggire le persecuzioni Kateri dovette rifugiarsi in Quebec, Canada, in una comunità di nativi come lei che aveva abbracciato il cristianesimo. Battezzata a vent´anni, a ventitré fece voto di castità . Sognava di fondare un convento tutto suo, invece la malattia la piegò un anno dopo: «Jesus I Love You!» furono le ultime parole. Allo spirare, il volto orribilmente plissettato dal vaiolo si ricompose in un sorriso che secondo la leggenda rivelò la sua bellezza. E ai funerali le centina di malati che aveva per tutto la vita soccorso ritrovarono miracolosamente guarigione.
La venerazione è cominciata da subito e la nativa è da sempre considerata protettrice sia della nazione indiana che del Canada che la seppellì. Ma la fama della Santa Pocahontas ha travalicato i confini della fede per perdersi nella storia popolare. Un triangolo di amore non proprio cristiano di tre personaggi ossessionati da Kateri è al centro di un romanzo canadese che negli anni 60 il Boston Globe paragonò a James Joyce. Miracolo. Soltanto una santa pellerossa poteva unire la devozione del Papa e di quello scrittore un po´ matto: Leonard Cohen.
KATERI TEKAKWITHA 
KATERI TEKAKWITHA 
KATERI TEKAKWITHA 
        
						
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