DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL…
MARIO BAUDINO per la Stampa
E’ indiscutibile che Mario Vargas Llosa, il grande don Mario premio Nobel per la letteratura nel 2010, sia sempre stato uno scrittore e una persona dal carattere forte, ovvero per nulla facile.
Non si è mai tirato indietro rispetto a polemiche culturali e politiche, ha condotto frementi campagne, lui liberale, negli anni Novanta contro il presidente-dittatore del suo Perù, Alberto Fujimori, ma anche contro Fidel Castro; non è mai stato tenero col terzomondismo più ideologico, ha preso a pugni – pare per una donna – Garcia Marquez. Il figlio Alvaro è autore, con altri, di un Manuale del perfetto idiota latinoamericano, satira ferocissima delle élites del subcontinente, che ha provocato alla fine degli Anni Novanta polemiche e anatemi roventi. Lui lo ha sempre difeso.
E’ senza dubbio, coi suoi 83 anni (li compirà a marzo. Auguri!) non solo un testimone e un protagonista del secolo, ma uno di quei giganti intellettuali alla Victor Hugo, che sa aver ragione o torto senza mai lasciarsi condizionare, e soprattutto senza arretrare. Bene, nei giorni scorsi si è dimesso da presidente emerito del Pen Club International, l’associazione degli scrittori che soprattutto nei Paesi di lingua inglese è piuttosto importante. Il motivo è legato alla sua ultima campagna, molto decisa e aspra, contro l’indipendentismo catalano, condotta in nome della Spagna di cui peraltro ha da tempo la cittadinanza. Anche sulla Stampa abbiamo letto i suoi vibranti interventi.
Ora però il comitato per la libertà d’espressione del Pen ha diffuso un appello per la scarcerazione di due intellettuali catalani, Giordi Cuixart e Jordi Sanchez, arrestati dopo le proteste di piazza del settembre 2017 con l’accusa di aver fomentato la sedizione, e ancora in attesa di processo. Per la presidente Jennifer Clement, le imputazioni sono chiaramente sproporzionate ed eccessive. Per Vargas Llosa no: eccessivo sarà piuttosto l’appello, «pieno di bugie e di calunnie contro la democrazia spagnola», ha scritto in una lettera alla Clement pubblicata anche sul Pais, insistendo che il referendum celebrato in Catalogna per decidere l’indipendenza – da cui la lunga e non risolta crisi con lo Stato centrale – era un «tentativo di colpo di Stato».
Il Pen International, che difende «giustamente» la libertà degli scrittori, sarebbe in questo caso caduto vittima della «campagna di disinformazione» organizzata da quello catalano. Di qui le dimissioni, e una furia, si intuisce, monumentale. Fino ad ora la Storia o almeno, tanto per non esagerare gli eventi, gli hanno dato quasi sempre ragione (Fujjimori, ad esempio, è finito male). Questa volta, chissà.
Mario Vargas Llosa con AlbiolVARGAS LLOSA E ISABEL PREYSLERVARGAS LLOSA ISABEL HOLAMario Vargas LlosaVARGAS LLOSAmario vargas llosavargas llosa e moglie patriciavargas llosaVARGAS LLOSA CINQUO ESQUINAS 2vargas llosa
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