DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E…
Marco Giusti per Dagospia
Certo l’oggetto più strano visto finora a Venezia, e presentato per non turbare il sonno di nessuno fuori concorso ieri a mezzanotte, è lo sperimentalissimo “Aggro Dr1ft”, violento film di assassini che sognano una vita tranquilla, gangster mostruosi e donne seminude girato tutto a infrarossi da Harmony Korine, che già stupì non poco pubblico e critica con “Gummo” e “Spring Breakers”, e dal suo collettivo di Miami EDGLRD con la musica degli AarabMuzik e la presenza di Travis Scott. Così strano e nascosto che Korine e i suoi collaboratori si sono presentati con maschere alla conferenza stampa.
Costruito con attori riconoscibili solo per la voce, deformati dagli effetti visivi, Jordi Mollà e il trapper Travis Scott, ormai una star internazionale e totalmente integrato all’operazione, è un delirio di musica a palla e di effetti visivi, di Joao Rosa, favolosi, ma che possono non piacere a tutti. E infatti parecchi se la sono data a gambe una volta capito che era più un oggetto di videoarte che un film tradizionale. Non a caso il 14 settembre Korine farà una mostra a Los Angeles di opere ispirate al film alla galleria Hauser & Wirth a West Hollywood.
E lo stesso Korine lo vede come un evento o un’esperienza. Diciamo però che una storia c’è. La vita di un killer a pagamento in quel di Miami, che ha una doppia vita. Violentissima quando è in azione, con teste che saltano e dialoghi con una sorta di genio gigantesco, Zion, interpretato da Travis Scott, e pacifica quando torna a casa. Ma la storia sembra più un pretesto per un esperimento visivo e musicale che può stancare, ma non può certo lasciarci indifferenti. E confesso che me lo rivedrei di corsa.
Come se lo rivedrebbero i fan di Travis Scott, che ha illuminato neanche un mese fa il Circo Massimo a Roma, evento che ha dato vita a un nuovo film che vede coinvolto lo stesso Korine assieme a maestri della stravaganza pop come Gaspar Noé e Nicolas Winding Refn.
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