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Alberto Mattioli per “la Stampa”
Il film più atteso non è un film. Imperversano i documentari, di tutti i generi e in tutte le sezioni. I mattoni ci sono, però il concorso inizia clamorosamente con un musical. In concorso mancano sia il consueto romeno sia l' abituale coreano, ma c' è Margherita Buy. Sbarca mezza Hollywood, però si vedrà anche un film su Rocco Siffredi, mostro in Mostra, e uno restaurato di Veit Harlan, il regista più amato da Goebbels, quello di «Süss l' ebreo».
C' è lo stilista che fa il regista e lo stilista che fa la festa per il documentario (un altro!) che il figlio fotografo dedica a maman, famosa giornalista. A proposito di festeggiare: si fa ma non si dice, perché non si può certo restare insensibili al grido di dolore che arriva da Amatrice.
Di tutto, di più, a questa Mostra di Venezia, edizione numero 73. Fino al 10 e ai Leoni, è un continuo paradosso. Si inizia stasera con un' apertura in tono minore causa terremoto (niente smoking e niente festona sulla spiaggia dell' Excelsior), ma alla mesta cerimonia officiata da Sonia Bergamasco segue «La La Land» del genietto Damien Chazelle, musical pare brillantissimo con Emma Stone e Ryan Gosling che ballano.
MICHAEL FASSBENDER E ALICIA VIKANDER
Tutti aspettano con ansia spasmodica «The young Pope» di Sorrentino con Jude Law che fa Pio XIII, che però non è un film, è una serie tivù. I documentari, si diceva, sono onnipresenti. I venerati maestri parlano moltissimo di spiritualità, Terrence Malick addirittura della nascita del mondo, però torna alla grande il western.
Per la gioia dei fotografi e di tutti noi sbarca una carrettata di divi hollywoodiani come a Venezia non si vedeva da tempo, a cominciare dalla coppia più glamour, Michael Fassbender e Alicia Vickander, insieme nella vita e nel romanticissimo «The Light Between Oceans». Il livello generale, giurano i cinéphiles più avveduti o forse solo più ottimisti, è discreto tendente al buono.
Dopo il terremoto, le feste non si possono chiamare così, meglio ribattezzarle serate o eventi, ma insomma ci sono, anche clamorose come quella di Valentino per Franca Sozzani o il party per pochissimi bellissimi elegantissimi per festeggiare Tom Ford, stilista-regista ormai forse più regista-stilista. Però si moltiplicano le iniziative di solidarietà pro-terremotati.
Gli italiani? I più famosi non sono in concorso. I beninformati dicono che per quelli in gara non sia una grande annata. Tutti i giornalisti sono cinici e quelli di cinema sono i più cinici dei giornalisti, ma già si scommette su chi dei colleghi cadrà prima in catalessi a «Spira Mirabilis», due ore di documentario (ancora!) sull' universo spiegato partendo dalle meduse oppure sulle meduse partendo dall' universo.
E tuttavia l' impressione è che quest' anno il direttore, Alberto Barbera, abbia messo in cartellone anche dei film «normali», quelli che vanno a vedere gli spettatori veri. Del resto, ricorda l'«Hollywood Reporter», negli ultimi anni Venezia ha presentato dei film che poi sono andati benissimo agli Oscar.
Si è perfino coperto l' infame «buco» accanto al Casinò con una nuova sala provvisoria, un cubo rosso che spicca e spacca in un Lido che è sempre quello dai tempi del De Gasperi I (frequentatori compresi), con alberghi catacombali, serate catatoniche, ristoranti che chiudono alle dieci, buonanotte. E buona Mostra.
THE YOUNG POPE
ALBERTO BARBERA
FASSBENDER VIKANDER
alicia vikander
THE YOUNG POPE 3
ALICIA VIKANDER
THE YOUNG POPE - SORRENTINO
MOSTRA CINEMA VENEZIA 73ESIMA EDIZIONE SORRENTINO SIFFREDI
THE YOUNG POPE
SORRENTINO THE YOUNG POPE
THE YOUNG POPE 2
Alberto Barbera
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