"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON……
1. VILLAGGIO: âIPOCRITI, LA CULTURA AFRICANA Ã INFERIORE'
Da ârepubblica.it'
Il gesto di Dani Alves, che a Villarreal ha raccolto e mangiato una banana lanciata dagli spalti, ha fatto il giro del mondo. Tutti solidarizzano con il giocatore del Barcellona. ''Ma quale rivoluzione anti razzista'', dice Paolo Villaggio al Tg zero di Radio Capital, condotto da Vittorio Zucconi ed Edoardo Buffoni. ''Noi fingiamo di essere buoni. Quella africana", è la discutibile affermazione dell'attore, ''è una cultura inferiore''
2. CALCIO:ALVES;'AFRICA INFERIORE',POLEMICA E VILLAGGIO PRECISA
(ANSA) - La banana di Dani Alves diventata un simbolo anti-razzismo? E' solo "ipocrisia": "Noi fingiamo di essere buoni, di non essere razzisti: la nostra cultura non ha ancora accettato completamente una cultura inferiore come quella che viene dall'Africa". Il giudizio di Paolo Villaggio, ospite del Tg zero di Radio Capital condotto da Vittorio Zucconi ed Edoardo Buffoni, rimbalza subito online scatenando reazioni indignate sui social network: c'è chi parla di "frasi choc", chi lo rimprovera di "aver perso una buona occasione di stare zitto".
Ma poi l'attore precisa: "Sono scioccato, contrariato e addolorato, mi sono scagliato contro il finto non razzismo di tutti noi europei". "Sono stato del tutto mal interpretato: volevo dire che esiste molta ipocrisia da parte della cultura bianca, che ha diecimila anni di storia più di quella africana", sottolinea Villaggio parlando con l'ANSA.
"Temo che da parte nostra non ci sia ancora una mentalità che accetta la differenza di cultura, non di pelle. Tra l'altro la superiorità razziale africana è conclamata in tutti gli sport, ormai anche nel calcio che era patrimonio europeo". In trasmissione l'attore si era presentato con una banana e ci aveva anche scherzato su: "Quello che l'ha morsicata lo ha fatto per fame". Incalzato dai conduttori sui rapporti con la cultura africana, aveva aggiunto: "Non è il colore della pelle, è la differenza culturale. Indubbiamente non è confrontabile con la grande cultura europea".
Poi aveva spiegato: "Noi buonisti, noi europei, noi sacerdoti, noi santi... tutti abbiamo sempre finto di essere più buoni di quello che in realtà siamo. Alcuni anni fa ho fatto un film in America con Nanni Loy, 'Sistemo l'America e torno' contro il razzismo. Alla fine delle riprese l'attore nero con cui avevo girato mi ha detto: la cosa che mi fa più male è sentirmi dare la mano con finta amicizia. I rapporti con la gente di colore oggi, tranne forse con Obama, sono ancora improntati a una certa ipocrisia".
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