DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA…
Marco Giusti per Dagospia
Diciamo che vivi in un paese di merda, hai un lavoro che non ti piace, un marito che non serve a niente, due figli già grandini e uno pure problematico, un terzo figlio in arrivo e tu, anche se sei Charlize Theron, hai preso qualcosa come venti chili. Quando il terzo figlio nasce, ovviamente, vai fuori di testa. Cosa fare? E’ lì che arriva Tully, una babysitter notturna, bella, giovane e sorridente a risolvere tutti i tuoi problemi. Finalmente dormi e ritrovi te stessa. Magari tuo marito torna pure a desiderarti.
Ma chi è davvero Tully, la ragazza che ti sta salvando la vita? Diciamo che questo Tully, diretto da Jason Reitman e scritto da Diabo Cody, la coppia di Juno, interpretato da una Charlize Theron davvero ingrassata e imbolsita come ai tempi di Monster e da una strepitosa Mackenzie Davis come la babysitter misteriosa, parte da un tema importante e poco trattato. La depressione postparto.
Ma a questo Diabo Cody, che ha scritto il film dopo aver avuto il terzo figlio, aggiunge ovviamente delle simpatiche notazioni sulla società americana machista e i suoi meccanismi di esclusione classisti. Gran parte della depressione di Marlo, la mamma interpretata dalla Theron, nasce dal fatto che è precipitata da una borghesia più alta, quella alla quale appartiene il fratello che le propone di pagarle la babysitter, a una condizione decisamente più bassa e si sente umiliata nel non saper reagire a tutto questo, né come donna né come sorella né come madre.
Marlo affoga nei suoi venti chili in più trasformandosi in una specie di bradipo che non sa rispondere positivamente a nessuna delle richieste di aiuto che le lanciano i figli e la vecchia se stessa, nascosta da qualche parte, non trovando nessun appoggio da parte del marito e dal mondo circostante.
La preside della scuola d’élite del figlio problematico, ad esempio, la obbliga a trovarsi un’altra scuola, più adatta al ragazzo, piuttosto che darle una mano, pur vedendola in difficoltà. La visione di una società, assolutamente trumpiana, dove chi cade o chi ha problemi viene abbandonato e declassificato, è alla base di Tully e rappresenta la sua parte più interessante.
Le cose cominciano a funzionare meno quando il film prende una chiave più misteriosa legata al personaggio della ragazza. Detto questo Charlize Theron è bravissima coi suoi venti chili in più, come è un’assoluta scoperta Mackenzie Davis. I maschi non esistono. Poracci. In sala dal 29 giugno.
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