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A “VOLO” D’UCCELLO – IL TRIANGOLO CANTERINO VINCITORE DI SANREMO SULLE ORME DI TIZIANO FERRO? ‘’TANTA CURA PER CORPO E VESTITI, MA ZERO FIDANZATE. I RAGAZZI SONO SINGLE E NON SONO MAI STATI FOTOGRAFATI CON UNA FIDANZATA’’

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1. NON SIAMO INGRATI POLEMICHE E ACCUSE CI TOLGONO LA FELICITÀ” - IL TRIO: “CENCI E RENIS FUORI DA ANNI TROPPI SI FANNO PUBBLICITÀ CON NOI”

Luca Dondoni per “la Stampa”

 

I tre ragazzi de Il Volo non ci stanno. E si difendono dalle accuse di ingratitudine contrattaccando: «Troppa gente si sta facendo pubblicità con il nostro nome. Questa storia deve finire». 
 

IL VOLO - ANTONELLA CLERICI - BRUNO VESPAIL VOLO - ANTONELLA CLERICI - BRUNO VESPA

Non è difficile immaginare a che cosa e a chi si riferiscano. Dopo aver vinto il Festival, mentre Grande amore registrava oltre 4,5 milioni di visualizzazioni su YouTube in meno di una settimana, Roberto Cenci, regista del programma tv Ti lascio una canzone, dove i tre si sono incontrati (nel 2009), dichiarava: «Senza di me non saremmo qui a parlare de Il Volo». Tony Renis, che grazie agli agganci e alle conoscenze oltreoceano avrebbe permesso a tre di sfondare sul mercato americano, si è descritto come «papà» del progetto Il Volo.

il volo   gianluca ginobleil volo gianluca ginobleIL VOLO - PRIMA E DOPOIL VOLO - PRIMA E DOPO

 

I ragazzi, si sussurra nell’ambiente, sarebbero «telecomandati» dal manager Michele Torpedine, già artefice del successo di Zucchero e poi di quello di Andrea Bocelli. Sarebbe lui il grande burattinaio di tutta l’operazione, colui che avrebbe «sbianchettato» i nomi di Cenci e Renis dalle biografie ufficiali del trio.
 

Ignazio Boschetto, Piero Barone e Gianluca Ginoble, collegati dalle rispettive abitazioni, ieri hanno organizzato una teleconferenza affiancati da Torpedine per «parlare con voi giornalisti e dire finalmente la nostra». 
 

«La gente ci è vicina – hanno poi ripetuto i tre, non nascondendo un tono contrariato, dispiaciuto e soprattutto deluso per come stanno vivendo i giorni dopo la vittoria – ma ci amareggiano le chiacchiere di chi, ancora una volta, vuole saltare sul carro del vincitore.

 

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La verità è una e una sola. Non sentiamo il signor Cenci da quattro anni. Visto che si dice dispiaciuto per il nostro comportamento farebbe bene a farsi un esame di coscienza. Per quattro anni da lui non abbiamo ricevuto una telefonata di “in bocca al lupo” o di complimenti per i successi americani, per aver cantato in duetto con Barbra Streisand, per essere stati intervistati dai più grandi anchorman a stelle e strisce, aver riempito palazzetti da diecimila persone dal Canada al Messico. Nulla. Tony Renis non lo sentiamo da due anni e anche nel suo caso vale quello detto per Cenci». 
 

E il manager dei tre spiega: non si tratta di un problema economico. «Assolutamente no – dice Torpedine –. Nel caso di Renis c’era di mezzo una società che si chiamava RenTor e che è attualmente in liquidazione; nel caso di Cenci credo che il problema sia di antipatia personale o forse di invidia per come sono andate le cose. Ma il primo a chiamarsi fuori è stato lui. Come hanno detto i ragazzi, negli ultimi quattro anni non si è mai fatto vivo». 
I ragazzi si dicono a pezzi: «Dovremmo essere felici e invece siamo affranti per questa situazione e speriamo veramente di non essere mai più messi in mezzo per beghe che non ci interessano». 
 

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«Il problema – aggiunge Torpedine – è che, come diceva quel tale, certe persone ti perdonano tutto tranne il successo. Ora, anche se Fabio Fazio o Daria Bignardi sono troppo snob per invitare Il Volo, i ragazzi hanno davanti uno speciale per la Pbs americana che gireremo a Caracalla, Pompei o Taormina. Claudia Mori ci ha proposto di girare uno sceneggiato sulla vita dei ragazzi che stiamo valutando seriamente, abbiamo in vista un tour nazionale in dieci città e a maggio c’è l’Eurofestival, che speriamo di vincere». 

 

La loro storia abbastanza romanzesca potrebbe presto diventare fiction: «Ignazio, Gianluca e Piero saranno i protagonisti anche se le scene di quando erano bambini saranno recitate da piccoli attori e non saranno usati filmati originali». Ci saranno anche Cenci e Tony Renis? «Tony senz’altro. Cenci lo metteremo, ma nei titoli di coda, come si conviene ai cameraman».

 

2. NO DONNE, PLEASE

Dea Verna per Oggi – www.oggi.it

 

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«Ce l’abbiamo fatta, abbiamo messo in riga tutti». In queste parole, pronunciate al telefono dal papà di uno dei ragazzi del Volo il giorno dopo la vittoria, c’è la chiave per capire cosa ha rappresentato il successo di Sanremo per Piero Barone, Gianluca Ginoble e Ignazio Boschetto. Il trionfo al Festival per i tre ragazzi è stata una rivalsa.

 

Perché puoi essere osannato in tutto il mondo, duettare con Barbra Streisand e cantare davanti a Bill Clinton, ma se al tuo Paese nessuno ti apprezza, è dura da digerire. Mentre per comprendere davvero la portata del fenomeno all’estero, basta guardare ai loro cachet.

 

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Per suonare negli Stati Uniti gli ex tenorini lanciati da Antonella Clerici, primo gruppo italiano a firmare con una etichetta americana, la Geffen, chiedono dai 150 mila ai 499 mila dollari a concerto. Vi sembra tanto? Nulla rispetto a quello che incassano fuori dagli States: dai 500 mila al milione di euro.

 

Ma il dispiacere di essere poco riconosciuti in patria (almeno prima di Sanremo) è tale che in un’intervista i ragazzi si sono sfogati: «Noi abbiamo fatto il tutto esaurito alla Radio City Music Hall a New York e nessuno ne parla. Jovanotti fa un concerto a New York in un club per 300 persone e leggiamo sui giornali italiani che ha conquistato l’America».

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Ma chi sono davvero? Vengono da famiglie semplici della profonda provincia italiana. Gianluca, il più vanitoso, è nato (e tuttora vive quando non è in tournée) a Roseto Degli Abruzzi e ha frequentato il liceo classico (ma ha finito gli studi privatamente, come del resto Piero e Ignazio). Papà Ercole, corriere farmaceutico, da tempo ha lasciato il lavoro per seguire il figlio, mamma Eleonora era cassintegrata, e c’è anche un fratello più piccolo, Ernesto, che suona la batteria per diletto.

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Piero Barone, invece, è di Naro, in provincia di Agrigento: papà carrozziere e mamma casalinga, ha un fratello più grande, Francesco, e una sorella più piccola, Mariagrazia, e ha frequentato l’istituto tecnico aziendale. Ignazio Boschetto è originario di Marsala, suo Padre Vito è un muratore, mamma Caterina fa la pizzaiola, ha una sorella, Nina, e il diploma magistrale.

 

un’intuizione vincente

 

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La cosa curiosa è che tutti e tre i ragazzi sono stati iniziati alla musica dai nonni. La storia più commovente è quella di Piero. Suo nonno, cieco da prima della nascita del ragazzo, è stato il primo a credere in lui, e a finanziare le lezioni di pianoforte. La svolta arriva nel 2009, quando i tre ragazzini si presentano separatamente al talent show Ti lascio una canzone di Antonella Clerici. L’intuizione di metterli insieme e lanciarli come i tre tenorini è stata del regista del programma, Roberto Cenci (a proposito, in realtà, solo Piero e Ignazio sono tenori, Gianluca è un baritono). «Se non li avessi scelti io uno per uno in un seminterrato di Roma Nord, tutto questo non sarebbe successo», dice ora Cenci, deluso perché i ragazzi non l’hanno ringraziato dopo la vittoria a Sanremo.

 

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Ma a lanciarli negli Stati Uniti è Tony Renis: «Li ho visti nello show della Clerici su Rai International», ha raccontato. «E ho capito subito che quei tre ragazzi avevano la stoffa per sfondare». I ragazzi vengono accolti sotto l’ala di Renis e di Michele Torpedine, per 15 anni il personal manager di Andrea Bocelli. Il resto è storia: gli americani, gli argentini e ora perfino i cinesi (prima di Sanremo i ragazzi sono stati in Estremo Oriente per una fortunata tournée) impazziscono per loro.

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All’estero sono considerati dei sex symbol e le loro fan sono chiamate le Volovers. Loro fanno di tutto per piacere: per esempio, Ignazio, che a 15 anni sembrava un piccolo Pavarotti, ha perso 35 chili. La loro disciplina è ferrea: ogni mattina fanno 35 minuti di tapis roulant, 60 addominali e 30 flessioni.

 

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Gianluca, poi, è vanitoso e fissato con il suo ciuffo. «Se Barbra Streisand glielo schiacciava un po’ prima del concerto, lui con una scusa tornava in camerino a rimettersi a posto la cofana», ha raccontato Ignazio. Sono una macchina da guerra: parlano inglese e spagnolo (e stanno studiando francese e portoghese). E nello show business americano sono così famosi che, a un party newyorkese, Puff Diddy li ha abbracciati dicendo: «Welcome in our family».

 

Tanta cura per corpo e vestiti, ma zero fidanzate. I ragazzi sono single e non sono mai stati fotografati con una fidanzata (se non Ginoble a 14 anni con Milena Scanu, anche lei concorrente di Ti lascio una canzone). Ignazio è stato fidanzato per un po’ con una ragazza del suo paese, Francesca, ma la storia è finita. «Siamo assaltati dalle ragazze, ma non abbiamo tempo per storie serie», sostengono loro.

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Come investono i loro lauti guadagni? In vestiti e in automobili: Piero si è comprato una Mini Cooper con i vetri oscurati, Ignazio una Mini color puffo e Gianluca ha regalato una Bmw 320 alla famiglia. Eppure quando tornano nei paesi d’origine (vivono ancora con i genitori), fanno la vita di ventenni qualunque, tra Playstation, partite a calcetto e serate al pub con gli amici. «A Roseto tutti vogliono bene a mio figlio, però noi italiani siamo provincialotti», ha detto Ercole Ginoble, papà di Gianluca. «Puoi cantare con Barbra Streisand ma se non sei famoso qui, nessuno ti considera davvero». Dopo Sanremo, nulla sarà come prima.

bruno vespa il volo porta a porta sanremobruno vespa il volo porta a porta sanremoIL VOLO CON GIORGIO ARMANIIL VOLO CON GIORGIO ARMANI