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“Viva la figa. Questo è l’unico motto interessante e immortale. Lo sottoscrivo sempre. Difficile trovare qualcosa di più straordinario della figa. Io non ho trovato niente di meglio. La famiglia? Viene dopo”. Così Vittorio Feltri, direttore di Libero, a La Zanzara su Radio 24. E la giustizia sociale, chiede uno dei conduttori?: “A me della giustizia sociale non me ne frega niente. A me interessa semplicemente che nessuno mi rompa le balle.
La famiglia è molto al di sotto della figa, che è al primo punto. Perché ci piace e se dicessimo una cosa diversa, saremmo ipocriti. Noi non saremo politicamente corretti, ma non siamo ipocriti e diciamo la verità. Dopo di che non è che la famiglia la sottovalutiamo. Ogni disgrazia poi bisogna saperla accettare. Vedo volentieri anche le partite di calcio, ma non fino al punto da avere una passione sfrenata e incontrollata. Il giornalismo è un lavoro che non è neanche un lavoro. E’ un modo per vivere piacevolmente.
alessandra cantini vittorio feltri
Peraltro il giornalismo coincide con la mia passione, per cui non lo considero neanche un lavoro. Ma non può arrivare al livello della figa, non esiste”. Quanti “negri” hai conosciuto in vita tua?: “Non conosco neanche uno. Anzi, uno sì. Al quale ho fatto anche la prefazione ad un libro. Ed è un signore del quale non ricordo il nome, che sta nella Lega. Toni Iwobi, credo. Una persona molto civile, integratissimo”.
“I negri – aggiunge - sono più o meno tutti uguali. Ne vedi uno e dici questo è un negro, punto, chiuso. E’ difficile distinguerli. Qualche volta ce n’è uno troppo grasso o troppo magro, altrimenti è impossibile distinguerli”. Quante armi hai in casa?: “Ho un’arma a Bergamo e un’arma a Milano. Che peraltro non ricordo neppure dove l’ho messa, quella a Milano.
fiorello con giuseppe cruciani e vittorio feltri
A Bergamo la tengo molto d’occhio perché è una casa isolata in collina. Abbiamo già subito due intrusioni, pertanto sono un po’ sull’avviso. E mi tengo l’arma a portata di mano. In una circostanza non dico che l’ho usata nel senso che ho premuto il grilletto, però sono arrivati i ladri e sono salito al piano di sopra dove sentivo un calpestio ed ho visto due signori che mi hanno visto con un’aria poco rassicurante, impugnavo una Smith Wesson 765, quindi non un tirasassi, e si sono un po’ spaventati e sono scappati. Però io, che so usare le armi perché me l’hanno insegnato quelli della Polizia, non avrei mai sparato contro, né sul pavimento, né sul soffitto, perché il fenomeno rimbalzo è molto pericoloso.
Bisogna sparare ai lati. Perchè loro se vedono partire un colpo si spaventano. Se mi avessero aggredito avrei sparato contro, certo. Io in casa mia sarò padrone di difendere la mia persona, la mia incolumità, il mio patrimonio, i miei famigliari, oppure vogliamo negare anche questo diritto? Che è un diritto umano, quello di difendersi.
Sono convinto sia un diritto inalienabile quello di difendere la propria abitazione, i propri beni e la propria incolumità. Con qualsiasi mezzo, compresa una rivoltella, un bastone, una mazza da golf o un coltello. Ciascuno usa quello che ha. Quando uno entra in casa tua senza aver suonato il campanello, senza avere il permesso di entrare, evidentemente è malintenzionato. E tu ti difendi, devi avere il diritto di difenderti. Con qualsiasi mezzo”.
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