“L’UOMO DELL’ANNO” - CHI SARÀ MAI ‘L‘UOMO DELL’ANNO’ PER LA RIVISTA DEI GIOVANI GEEK-NERD-HI TECH “WIRED”? LO SCOMPARSO STEVE JOBS? ZUCKERBERG CHE SBARCA IN BORSA CON ‘FACEBOOK’? MA NO! IL PRESIDENTE NAPOLITANO! - E CARLO ANTONELLI FA UN TIRO MANCINO AL VEGLIARDO DEL COLLE: SI “INVENTA” IL DISCORSO ALLA NAZIONE CON UN MISCHIONE DEL BLA-BLA RETORICO E POMPIER DI BELLA NAPOLI AD USO E CONSUMO DELLA STAMPA PECORONA. TANTO, OGNI ANNO RIPETE LE STESSE COSE…

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1- GIORGIO NAPOLITANO: L'UOMO "WIRED" DELL'ANNO

Il presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, 86 anni, ha dimostrato negli ultimi dodici mesi una sorprendente velocità nel rimanere collegato alla realtà, in una parola, wired" e con questa motivazione Wired Italia lo designa "Uomo dell'anno", dedicandogli la copertina in edicola il 2 dicembre.

Tanti sono gli elementi che hanno contribuito a far ricadere la scelta sulla massima carica dello Stato, tra cui spiccano soprattutto il suo avere a cuore la sorte delle giovani generazioni e il suo esser capace di tenere le fila tra la complessa realtà italiana e un mondo sempre meno disposto a comprenderla. In occasione dei festeggiamenti per i 150 anni della Repubblica Italiana, Napolitano ha rappresentato il crocevia attraverso il quale passa nel nostro Paese il legame tra passato e futuro. La sua statura ne ha fatto la roccia a cui si è ancorato il Paese nel momento peggiore della crisi dei mercati finanziari, la sua autorevolezza è stata la ragione per cui nei sondaggi di popolarità lui sale mentre gli altri scendono.

"Avremmo potuto premiare il ritorno della Società, della spinta verso la Res Publica emersa d'improvviso con i referendum di maggio sull'acqua e il nucleare" ha affermato Carlo Antonelli, direttore di Wired "Ma era troppo vago. Ci voleva un simbolo. E come sempre succede, questo simbolo era da almeno un anno sotto i nostri occhi: il Presidente della Repubblica.

Un 86enne capace come nessun altro di tenere le fila, di tenere collegati Italia e Mondo, dura realtà e speranza possibile, sacrificio e risorgimento. Tentando a metà novembre una soluzione di uscita dal delirio nel quale il Paese aveva navigato per un anno intero, Napolitano ha riportato il gioco sulla terra, dentro la vita reale. E per quest'opera di plug-in, di riallacciamento di fili da tempo recisi è uomo Wired di quest'anno".


2- IL DISCORSO DI NAPOLITANO ALLA NAZIONE, COME SE LO IMMAGINA "WIRED"

Costretto dal ruolo istituzionale a non rilasciare interviste, Napolitano parla meglio di tutti nei discorsi ufficiali dell'Italia che tutti desiderano: Wired ha quindi immaginato, ricostruito e pubblicato un ipotetico discorso di capodanno, risultato di un collage di discorsi ufficiali e dichiarazioni stampa del Presidente negli ultimi dodici mesi.


1] Buonasera e Buon Anno a voi tutti, italiane e italiani di ogni generazione . Non vi stupirete, credo , se dedico questo messaggio soprattutto ai più giovani tra noi, che vedono avvicinarsi il tempo delle scelte e cercano un'occupazione, cercano una strada . Dedico loro questo messaggio, perché i problemi che essi sentono e si pongono per il futuro sono gli stessi che si pongono per il futuro dell' Italia .

2] Il momento è molto duro per il paese.

3] Parliamoci chiaro: nei suoi confronti è insorta in Europa, e non solo in Europa, una grave crisi di fiducia. Dobbiamo esserne consapevoli, e sentircene, più che feriti, spronati nel nostro orgoglio e nella nostra volontà di recupero.

4] L'Italia si trova di fronte a passaggi e scelte molto difficili e politicamente ardue per raggiungere quegli obiettivi di risanamento finanziario e di rilancio della crescita economica e sociale che ci consentano di far fronte alla grave crisi finanziaria che ha investito l'Eurozona e in particolare l'Italia, con rischiose ripercussioni sulla nostra società.

L'Europa attende con urgenza segni importanti di piena assunzione di responsabilità.
Sono sicuro che il nostro paese, le sue forze sociali e politiche, sapranno mostrarsi all'altezza del compito, con la stessa visione dei padri fondatori dell'Unità, degli alfieri della rinascita democratica, degli statisti del dopoguerra, degli architetti del progetto europeo.

5] Ciò richiede un impegno immediato e di lunga lena, da parte nostra, nella gestione della finanza pubblica e più in generale nella visione e nella guida dello sviluppo economico e sociale del paese. Scelte severe nell'uso delle risorse, diversi e meditati ordini di priorità, superamento di fatali ritardi e contraddizioni nell'affrontare, con riforme spesso annunciate e sempre mancate, debolezze di fondo del sistema paese: ecco gli imperativi che riguardano noi tutti, e che esigono nuova consapevolezza diffusa e nuovi comportamenti, individuali e collettivi, rigore e qualità, spirito di sacrificio e slancio innovativo.

6] Penso che nelle vostre case il peso delle gravi difficoltà che l'Italia sta affrontando si sia fatto sentire e si avverta il rischio cui è esposto il paese nel quadro europeo.

7] Disuguaglianze nella distribuzione del reddito e della ricchezza. Impoverimento di ceti operai e di ceti medi, specie nelle famiglie con più figli e un solo reddito. E ripresa della disoccupazione, sotto l'urto della crisi globale scoppiata nel 2008. Gli ultimi dati ci dicono che le persone in cerca di occupazione sono tornate a superare i due milioni, di cui quasi uno nel Mezzogiorno; e che il tasso di disoccupazione nella fascia di età tra i 15 anni e i 24 ha raggiunto il 24,7 per cento nel paese, il 35,2 nel Mezzogiorno e ancor più tra le giovani donne. Sono dati che debbono diventare l'assillo comune della Nazione.

8] Il Mezzogiorno rappresenta la grande riserva su cui l'Italia può contare per un suo nuovo, più intenso ed equilibrato sviluppo.

9] Non sono mai stato indulgente recandomi in una qualsiasi città dell'Italia meridionale, su ciò che al Sud non va e che bisogna cambiare, però a volte i meridionali lavorano in condizioni bestiali. Quelle povere ragazze che sono morte per un crollo di una palazzina a Barletta in cui lavoravano per 3,95 euro all'ora senza contratto. [...]
Questo è lo specchio di un'economia arretrata, ma è anche lo specchio di un'Italia che lavora e, anzi, fatica e che produce come può. L'Italia di tutto ha bisogno fuorché di essere divisa da contrapposizioni che non ci possono portare da nessuna parte!

10] Quest'area [giovanile], definita con l'acronimo NEET, Not in Education Employment or Training, è composta di circa 700 mila disoccupati e in misura quasi doppia di inattivi. In questa condizione di forte disagio e incertezza per larghi strati di giovani si riflettono evidentemente debolezze non recenti del nostro complessivo processo di crescita.
11] Se non apriamo a questi ragazzi nuove possibilità di occupazione e di vita dignitosa, nuove opportunità di affermazione sociale, la partita del futuro è persa non solo per loro, ma per tutti, per l'Italia: ed è in scacco la democrazia.
12] E ormai da qualche tempo si è diffusa l'ansia del non poterci più aspettare, - nella parte del mondo in cui viviamo - un ulteriore avanzamento e progresso di generazione in generazione come nel passato.

Ma non possiamo farci paralizzare da quest'ansia: non potete farvene paralizzare voi giovani. Dobbiamo saper guardare in positivo al mondo com'è cambiato, e all'impegno, allo sforzo che ci richiede. Che esso richiede specificamente e in modo più pressante a noi italiani, ma non solo a noi: all'Europa, agli Stati Uniti. Se il sogno di un continuo progredire nel benessere, ai ritmi e nei modi del passato, è per noi occidentali non più perseguibile, ciò non significa che si debba rinunciare al desiderio e alla speranza di nuovi e più degni traguardi da raggiungere nel mondo segnato dalla globalizzazione.

13] Sono convinto che anche i più giovani tra voi abbiano compreso che la serenità, il benessere non solo in seno alla famiglia, ma anche nella società e nel paese, sono solo in piccola parte un regalo della buona sorte e qualcosa di acquisito per sempre, ma sono invece soprattutto il frutto di una conquista quotidiana che premia il nostro impegno, la comprensione e la tolleranza nei confronti degli altri, la capacità di lavorare insieme, la competenza con cui sappiamo risolvere problemi, il desiderio di aprire nuove prospettive. Tutto ciò si impara anche e soprattutto a scuola.

In questo processo, un ruolo importante è svolto anche dalle famiglie. Con il loro supporto, la scuola costituisce un motore fondamentale del rinnovamento etico e del benessere dell'intera società. È giusto e necessario che, nella scuola come in ogni altro ambito, il merito sia premiato ma bisogna anche che sia reso possibile e promosso. Non si possono contrapporre il perseguimento dell'uguaglianza, da una parte, e la valorizzazione del merito, dall'altra [...] se c'è una maggiore uguaglianza di opportunità, si possono mettere tutti in condizione di meritare e anche far emergere con più facilità le eccellenze.

14] Dobbiamo dare a tutti i talenti l'occasione di esprimersi, dobbiamo avere sempre più giovani che ricevano nelle nostre scuole e nelle nostre università una formazione che regga nel confronto internazionale. La qualità della formazione garantita in non pochi casi dai nostri atenei è dimostrata dal fatto che cresce il numero di studenti stranieri nelle università italiane. Ma c'è l'altra faccia della medaglia, cioè il dato davvero preoccupante dei troppi bravi nostri laureati che per necessità lasciano ogni anno il nostro paese, non trovando lavoro qui, e che nonostante recenti provvidenze di legge difficilmente poi rientrano.

15] Tocchiamo così il duplice problema che ci preme guardando ai giovani: una scuola sempre migliore e possibilità di occupazione effettiva e qualificata, in Italia, per quanti abbiano acquisito una buona formazione. Una scuola aperta e migliore, una scuola inclusiva, che accoglie come è giusto i bambini di ogni colore figli dell'immigrazione, una scuola moderna, richiede una quota adeguata di risorse nell'ambito del bilancio dello Stato. Ve ne parlo non dimenticando neppure per un istante che ci stiamo facendo duramente carico - nel quadro della crisi dell'Eurozona - dell'obiettivo ineludibile dell'abbattimento del peso abnorme del nostro debito pubblico. Guai a non farcene carico: non possiamo lasciare sulle spalle delle generazioni più giovani quella montagna di debito.

16] Io non farò altro [...] che richiamare tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, al maggiore e al più costruttivo confronto tra di loro, per poter pienamente confermare quell'obiettivo. E aggiungo che ciò richiede non uno sforzo in queste settimane, ma uno sforzo nei prossimi anni. Noi parliamo di una svolta che riguarda molti aspetti del nostro ordinamento economico, sociale e istituzionale, e davvero dobbiamo portare avanti una prospettiva coerente, che vada anche al di là dell'avvicendarsi tra i governi e dell'avvicendarsi dei turni elettorali. [...]

17] Nelle condizioni dell'Europa e del mondo di oggi e di domani, non si danno certezze e nemmeno prospettive tranquillizzanti per le nuove generazioni se vacilla la nostra capacità individuale e collettiva di superare le prove che già ci incalzano. Tanto meno, ho detto, si può aspirare a certezze che siano garantite dallo Stato a prezzo del trascinarsi o dell'aggravarsi del debito pubblico. Quel peso non possiamo lasciarlo sulle spalle delle generazioni future senza macchiarci di una vera e propria colpa storica e morale. Trovare la via per abbattere il debito pubblico accumulato nei decenni; e quindi sottoporre alla più severa rassegna i capitoli della spesa pubblica corrente, rendere operante per tutti il dovere del pagamento delle imposte, a qualunque livello le si voglia assestare. Questo dovrebbe essere l'oggetto di un confronto serio, costruttivo, responsabile, tra le forze politiche e sociali, fuori dall'abituale frastuono e da ogni calcolo tattico.

18] Ma affrontare il problema della riduzione del debito pubblico e della spesa corrente, così come mettere mano a una profonda riforma fiscale, vuol dire compiere scelte significative anche se difficili. Si debbono o no, ad esempio, fare salve risorse adeguate a partire dai prossimi anni, per la cultura, per la ricerca e la formazione, per l'università?

19] Proprio nell'affermare criteri di massimo rigore e di effettiva produttività nella spesa pubblica, nel mettere mano a una sua profonda revisione e selezione, è possibile e necessario stabilire un nuovo ordine di priorità, nel quale non sia riservata alla scuola una collocazione riduttiva, attribuendo una quota chiaramente insufficiente alle risorse per l'istruzione, l'alta formazione, la ricerca. Più ci si muoverà in questa direzione, più si potrà rivolgere a voi, ragazze e ragazzi, l'appello a mettercela tutta. Ed è giusto che scattino - anche i docenti non possono non convenirne - seri test e metodi di valutazione. Bene, i progressi registrati di recente dall'Italia e, per certi aspetti, in modo particolare dall'Italia del Sud, nelle comparazioni internazionali. Ma lungo questa strada bisogna camminare a ritmo più celere e costante. [...]. Ebbene, per darci una solida e duratura prospettiva di crescita, voi offrite la risorsa più preziosa, quella che chiamiamo capitale umano, abbiatene cura voi stessi, ragazze e ragazzi, e con voi gli insegnanti e le famiglie.

20] Vorrei fare una necessaria aggiunta: della nostra società europea, e del modello sociale che la caratterizza. L'Europa, nel suo insieme, non può contare su risorse naturali o su una forza lavoro sottopagata, quindi un capitale umano qualificato e il traino dalla conoscenza devono costituire le nostre principali risorse, ora e in futuro. Questo patrimonio deve essere sviluppato con gli investimenti provenienti da varie fonti in un contesto di regole favorevoli.

21] Perché voi ragazze e ragazzi di ogni età, siate ancora agli inizi o verso la conclusione del vostro percorso scolastico, trasmettete freschezza, slancio, curiosità e apertura al futuro, siete portatori di speranza. Ma nello stesso tempo richiamate tutti noi che abbiamo responsabilità nella guida del paese al dovere di darvi speranza, al dovere di darvi seriamente motivi di fiducia nel domani. Voglio esprimere l'augurio che l'anno prossimo il nostro incontro si svolga in un'atmosfera nazionale e internazionale più serena. Ma perché questo accada occorre essere in tanti e fare ciascuno la sua parte.

22] È un po' difficile immaginare l'Italia tra cinquant'anni, comunque voi la vedrete certamente, anzi voi la costruirete: e dipenderà molto da voi come sarà l'Italia nel 2061. Quello che io posso augurarmi è che sia un'Italia più serena, più sicura di sé, un'Italia che sappia essere più consapevole delle sue grandi tradizioni.

Noi siamo eredi di uno straordinario patrimonio storico, culturale, artistico, ambientale: dobbiamo difenderlo, tutelarlo, valorizzarlo e dobbiamo saperlo coltivare perché il mondo questo si aspetta da noi; da tutte le parti del mondo si guarda all'Italia per questa nostra tradizione, per questo nostro patrimonio. A tutti, dunque, agli italiani e agli stranieri che sono tra noi condividendo doveri e speranze, il mio augurio affettuoso, il mio
caloroso buon anno nuovo.


3- LE FONTI

1] Messaggio di fine anno 31/12/2010.
2] Dichiarazione riportata dall'Ansa, 04/11/2011, ore 12,34.
3] Intervento al Convegno "Rotta a Sud-Est. Bari e la Puglia per lo sviluppo del Paese", 4 novembre 2011.
4] Dall'intervento al Convegno "Il Risorgimento nella formazione degli Stati nazionali. Italia e Finlandia", 10 novembre 2011.
5] Intervento alla celebrazione della Giornata dello Spettacolo, 9 novembre 2011.
6] Intervento alla cerimonia di apertura dell'anno scolastico 2011-12, 23/09/2011.
7] Messaggio di fine anno 31/12/2010.

8] Dichiarazione riportata dall'Ansa, 04/11/2011, ore 12,40.
9] Dichiarazione agli imprenditori di Biella, video, 06/10/2011.
10] Intervento in occasione della celebrazione della Festa del Lavoro, 30/04/2011.
11] Messaggio di fine anno 31/12/2010.
12] Messaggio di fine anno 31/12/2010.
13] Intervento alla cerimonia di apertura dell'anno scolastico 2011-12, 23/09/2011.
14] Intervento alla cerimonia di apertura dell'anno scolastico 2011-12, 23/09/2011.

15] Intervento alla cerimonia di apertura dell'anno scolastico 2011-12, 23/09/2011.
16] Messaggio di fine anno 31/12/2010.
17] Messaggio di fine anno 31/12/2010.
18] Intervento alla cerimonia di apertura dell'anno scolastico 2011-12, 23/09/2011.
19] Videomessaggio all'EuroScience Open Forum 2010.

20] Intervento alla cerimonia di apertura dell'anno scolastico 2011-12, 23/09/2011.
21] Intervento alla cerimonia di apertura dell'anno scolastico 2011-12, 23/09/2011.
22] Risposte agli studenti nel corso dell'incontro con le scuole in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, 11/05/2011.

 

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