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Franco Giubilei per “La Stampa”
Non tutte le riedizioni riescono col buco: quando va bene hanno un sapore di nostalgia, ma quando va male finiscono in tumulti e violenze. A Woodstock 99, che intendeva celebrare il raduno rock per eccellenza degli Anni 60, il Love and Peace dei genitori si trasformò nell'Hate and Destroy dei figli, esasperati dalle condizioni del festival: asfalto di un'ex base militare invece dei verdi pascoli di Bethel, caldo allucinante, zero servizi igienici e security inesistente esasperarono i 400 mila ragazzi, che a fine manifestazione distrussero tutto.
L'intervento dei reparti antisommossa è l'ultima cartolina da un megaevento raccontato da un documentario Netflix, Trainwreck: Woodstock 99. Il contrario di quanto era accaduto a Bethel per i tre giorni di Pace e Musica, quando un mix di buona sorte e spirito hippy rese sopportabili i disagi provocati da un'organizzazione avventurosa, che intendeva portare 50mila persone e se ne ritrovò mezzo milione, molte delle quali in acido.
Trent' anni dopo l'aria era diversa: Rage Against the Machine, Red Hot Chili Peppers e i durissimi Korn invece di Jefferson Airplain e Jimi Hendrix, Metallica e Limp Bizkit a urlare la rabbia della generazione X.
A far danni ovviamente non fu la violenza della musica, ma l'impreparazione dei produttori: lasciate migliaia di giovani a cuocere in una spianata priva di bagni, con le bottiglie d'acqua vendute a otto dollari l'una, annullate l'evento conclusivo promesso e avrete la devastazione divampata a Rome, Stato di New York.
Le immagini del documentario sono molto eloquenti nel rendere il clima di quell'evento disgraziato: all'inizio l'illusione Love and Peace parve reggere, ma in breve il testosterone prese il sopravvento, con gruppi di giovani maschi che si assembravano intorno alle ragazze.
Gli slogan e i gadget fricchettoni venduti sul posto diventarono intollerabili quando venne a galla lo spirito speculativo dell'operazione. Le riprese Netflix mostrano mischie spaventose sotto il palco, dove a centinaia si scatenavano nel pogo, presto degenerato in risse vere e proprie.
Alla fine il furore del pubblico si abbatté su torri di strumentazione e palcoscenico, quindi i lacrimogeni della polizia riportarono la calma nel festival riuscito nella non facile impresa di imbrattare un monumento live alla musica rock di tutti i tempi.
Se a Bethel era andata bene in realtà era stata anche fortuna, perché le carenze organizzative erano colossali, ma poi venne Altamont, e fu chiaro che anche il mondo hippy generava i suoi mostri.
La decisione sciagurata di affidare agli Hell's Angels il servizio d'ordine di quel festival determinò scontri e violenze, con la banda di motociclisti che teneva a bada il pubblico a colpi di stecche da biliardo. Quando gli Stones conclusero Simpathy for the Devil un afroamericano 18enne, Meredith Hunter, si avvicinò al palco con una pistola finta e venne ammazzato a coltellate da un Hell's Angel. Il mito di Woodstock in realtà era andato in frantumi molto tempo prima della riedizione del 1999.
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