federico zampaglione

SI FA PRESTO A DIRE SOLD OUT! FEDERICO ZAMPAGLIONE, LEDER DEI TIROMANCINO, SVELA LA (VERA) LOGICA CHE SI NASCONDE DIETRO AI (FINTI) “TUTTO ESAURITI” DEI CONCERTI E ATTACCA GLI ORGANIZZATORI DEI LIVE: “QUANDO I BIGLIETTI VENDUTI SONO POCHI, SI PIAZZANO I POSTI RIMASTI INVITANDO DIPENDENTI DI BANCHE, ASSICURAZIONI E SI REGALANO I BIGLIETTI. IL SOLD OUT È SPESSO SINONIMO DI “PAGATO DAGLI ARTISTI”. TRISTE MORALE DELLA FAVOLA? SOLLETICA L’EGO DI QUALCUNO (MEGLIO SE INGENUO O MEGALOMANE) E POI… MANGIACI SOPRA A VITA”

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Francesca D'Angelo per lastampa.it - Estratti

 

Si fa presto a dire sold out. Fin troppo presto. Con un lungo post su Facebook, il leader dei Tiromancino Federico Zampaglione ha voluto svelare la (vera) logica che si nasconde dietro a quei “tutto esauriti”, oramai sempre più frequenti. Non c’è infatti cantante o performer – emergente o vip, giovane o anziano – che non annuncia di aver venduto tutti i biglietti dei propri concerti: sbancano sempre, dal Nord al Sud, senza distinzione. Eppure, soprattutto d’estate, gli appuntamenti musicali sono tanti: possibile che i fan siano sempre – e ovunque – così presenti?

 

La risposta veloce è “no”, quella più dettagliata la fornisce invece la pagina ufficiale di Facebook dei Tiromancino.

federico zampaglione 22

 

 

«Si continua a leggere un po’ ovunque l’arcinota storia dei finti Sold Out ma le spiegazioni che vedo su come funziona il meccanismo sono spesso poco chiare», spiega, «Proverò a spiegarvelo a modo mio, con una pagina di sceneggiatura, dopo aver visto questa storia succedere per circa 30 anni; con un'impennata spaventosa in tempi recenti, soprattutto ovviamente ai danni di artisti ancora giovani ed inesperti».

 

 

federico zampaglione carlo verdone

Segue un dialogo abbastanza serrato tra un Io (l’organizzatore dei concerti) e un Tu (l’artista): il primo propone al secondo di fare il grande salto, che vuol dire passare dai teatri ai palazzetti, o dai palazzetti allo stadio. Davanti alla sua esitazione, lo rassicura che è giunta l’ora, aggiungendo “lasciami fare il mio lavoro”. Così l’artista annuncia sui social il tour negli stadi, snocciolando post ogni giorno, come da indicazioni fornite, finché una mattina si sente dire dall'organizzatore che i biglietti venduti sono pochi.

 

Le alternative sono due: annullare tutto (con un danno di immagine pazzesco, e annesse sponsorizzazioni saltate) o svendere i posti rimasti «invitiamo tutti i dipendenti di banche, assicurazioni, aziende a noi vicine, mettiamo biglietti in regalo con la spesa nei supermercati, facciamo contest con influencers, retate nei locali con i biglietti». Piccolo particolare: se si decide di non annullare, i costi per riempire lo stadio sono a carico dell’artista. Il contratto con l'organizzatore diventa peraltro blindatissimo e, qualora lo si volesse rescindere, ci sarebbero ulteriori costi da sostenere.

 

«Triste morale della favola? Solletica l’ego di qualcuno (meglio se ingenuo o megalomane) e poi… mangiaci sopra a vita», conclude il post dei Tiromancino. «Spero di essere stato chiaro nel farvi capire il diabolico meccanismo e ci tengo a chiarire che il post è generico, quindi non riferito a nessuno in particolare ma ad una abitudine che DA ANNI, sta distruggendo il meccanismo dei concerti e molte carriere».

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