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“ELKANN HA DISINTEGRATO UN PATRIMONIO E RIDOTTO A MERCE ‘LA STAMPA’ E ‘LA REPUBBLICA’” – LE PAROLE DI FUOCO DELL’EX SENATORE DEM LUIGI ZANDA: “LA VENDITA DI REPUBBLICA INFLUIRÀ SU UNA PARTE DELL’ITALIA. L’INTERESSAMENTO DI IGNAZIO LA RUSSA MI SUONA STRANO”. PIER SILVIO CHE AMMICCA? “QUELLO DELLA DESTRA È UN INTERESSE PELOSO. QUESTA DESTRA NON AMA I GIORNALI, COME NON LI AMA ELKANN, CHE SI MUOVE DA PROPRIETARIO E NON DA EDITORE. DUBITO CHE CONOSCA LE FIRME E DUBITO CHE LEGGA 'REPUBBLICA'. NON CONOSCO NEPPURE QUESTO EDITORE GRECO KYRIAKOU MA VORREI SAPERE QUALE FILO LO LEGA ALL’ITALIA, SE C’È. VOGLIO CONOSCERE CHE TIPO DI RAPPORTO C’È FRA QUESTO EDITORE E I SAUDITI. MI AUGURO SOLAMENTE CHE MELONI SE NE TENGA LONTANA…” – DAGOREPORT
DAGOREPORT
Carmelo Caruso per il Foglio - Estratti
A Repubblica arriverà forse un editore greco, Theo Kyriakou, mentre della Stampa non si conosce il destino. Chiediamo a Zanda se abbia aperto la Stampa di venerdì 12 dicembre, visto la pagina in difesa del giornale, l’intervista a Gianrico Carofiglio, e Zanda risponde che non l’ha vista.
Dice però che si ricorda quando “i giornali venivano infilati nella tasca della giacca, esibiti, per farsi riconoscere”, quando su Repubblica “scrivevano Levi-Strauss, Umberto Eco, Giorgio Ruffolo” e pensa che “Gianni Agnelli e Scalfari avrebbero usato le parole più sferzanti nel vedere i loro gioielli ridotti a merce. Repubblica è stato un pezzo della mia vita, della nostra. La sua cessione non è solo la cessione di un giornale. La sua vendita influirà su una parte dell’Italia”. E La Stampa? Non era forse il quotidiano di Norberto Bobbio, di Alessandro Galante Garrone?
Che impressione le fa vederlo difeso da Carofiglio?
“Sa, il declino, quando arriva, travolge ogni cosa. Travolge le parole, i pensieri, i giornali. E’ tutto in linea con il declino. I giornali hanno perso lettori come la democrazia ha perso i votanti. La crisi dei giornali è l’altra faccia della crisi dei partiti. Si perdono copie come si sono perse le grandi figure. Non vedo giganti. C’è un rapporto fra le due cose”.
E della destra, di Ignazio La Russa che difende oggi Repubblica cosa ne pensa? Cosa ne pensa della redazione che chiede la difesa dell’italianità a Giorgia Meloni?
“Anche a me suona strano questo interessamento di La Russa, l’arrivo dell’offerta di Del Vecchio. Penso che il momento è adesso cosi drammatico, doloroso, che una redazione, una comunità, è costretta a rivolgersi al governo. Dimostra a che livello sia arrivato l’allarme. Bisogna salvare i posti di lavoro ed è chiaro che si inizi a pensare alla propria famiglia, alla fatica spesa dentro a una redazione. Si pensa agli anni che sembrano improvvisamente perdere di senso.
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Elkann conosce chi scrive sul suo giornale? “Dubito che conosca le firme e dubito che legga Repubblica. Ma lei mi ha chiesto cosa penso della destra”.
E ho anche chiesto di Pier Silvio Berlusconi che ammicca, che lascia intendere che sarebbe bello comprare Repubblica. Zanda, seduto sulla sua poltrona bianca, all’ultimo piano della sua casa, vicino a Piazza Farnese, a Roma, un appartamento arredato come i suoi capelli, bianchi e irregolari, con “I Demoni” di Dostoevskij sul tavolo, porge il caffè e poi risponde “che quello della destra per Repubblica è un interesse peloso.
Mi creda, questa destra non ama i giornali, non li ama, come non li ama Elkann, che si sta muovendo da proprietario e non da editore. Per fare l’editore ci vuole l’impronta come scrive Roberto Calasso che ha fatto grande Adelphi. L’Espresso non sarebbe mai potuto nascere senza l’intuizione di Caracciolo e Formenton, senza Mauro Benedetto che ha guidato il Gruppo Espresso nel tempo del suo massimo sviluppo. Benedetto è morto ieri all’improvviso. Eravamo molto amici e mi mancherà”.
Zanda parla di amore, dei viaggi di Scalfari e Parla dell’eleganza di Caracciolo, “che non era esibita”, poi dell’amicizia. Gli chiedo quanti errori sono stati fatti per amicizia, nel giornalismo, e quante redazioni sono state scalate grazie ad amici.
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Un altro figlio, Leonardo Del Vecchio, ha presentato un’offerta per rilevare Repubblica, rifiutata da Gedi. Sono i figli la sciagura italiana? E Zanda: “Ho una teoria. Mi sembra che le generazioni vadano a singhiozzo. Una generazione buona e un’altra pessima. C’è da sperare nei nipoti”.
Scoppiamo a ridere quando entrambi pensiamo “al nipote dell’Avvocato” poi Zanda torna serio e dice: “Quando Elkann decise di acquistare Repubblica, La Stampa, il gruppo, tutti abbiamo pensato: chi meglio di lui? Chi altro in Italia avrebbe garantito il prestigio delle testate? Chi altro avrebbe potuto garantire continuità editoriale? Credevamo che Repubblica fosse finita in mani attente. Rischiava di chiudere il Corriere e invece”.
E invece al Corriere è arrivato Urbano Cairo.
“E ha salvato il giornale. All’inizio nessuno si fidava. Cairo ha rilevato La7 e almeno per qualità ha realizzato il primo Tg italiano. Ha vinto la sua sfida. Ha preso il Corriere e oggi è il quotidiano destinato a rimanere, nel panorama, l’unico giornale nazionale popolare. Cairo ha restituito valore al patrimonio del Corriere mentre Elkann lo ha disintegrato, impresso velocità alla decadenza”.
Ha mai conosciuto Elkann? “Lo ricordo ragazzo poi non l’ho più visto. Non conosco neppure questo editore greco ma vorrei sapere quale filo lo lega all’Italia, se c’è. Voglio conoscere che tipo di rapporto c’è fra questo editore e i sauditi. Mi auguro solamente che Meloni se ne tenga lontana. Un governo deve occuparsi di far rispettare le regole, far adempiere i doveri fiscali.
Ci dobbiamo chiedere se dopo la colonizzazione del calcio arriverà la colonizzazione. Su un piccolo tavolo c’è una copia de “La Guerra dell’Oppio e la nascita della Cina moderna” di Julia Lovell (Einaudi) e sulla parete un quadro russo, l’assalto al Palazzo d’Inverno a San Pietroburgo. Ci guardiamo prima di salutarci perché dice Zanda, “io penso di aver parlato”. Vuole ancora parlare di cosa è stato per il Pci, per il Pd, il Gruppo Espresso? “Il successo di Repubblica viene segnato dalla stagione della solidarietà nazionale. Era di quel mondo che volevo parlare. Di quando portavamo in tasca Repubblica”. Continuerà a comprare Repubblica? “Rimarrò abbonato come rimango iscritto al Pd”. Un’impronta.
luigi zanda foto di bacco
pier silvio berlusconi-3
urbano cairo
THEODORE KYRIAKOU - FOTO LAPRESSE
luigi zanda giulio napolitano
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