ZERO DELIRIO A SANREMO (LA TINTURA DEI CAPELLI GLI HA INVASO IL CERVELLO?!) - “DOVREMMO CERCARE UN PO’ DI FAR PACE CON QUESTI SORPASSI.. PERCHÉ SE RIUSCIAMO A GUADAGNARCI LA MACCHINA CHE È DAVANTI A NOI NON ABBIAMO SICURAMENTE RISOLTO NULLA DELLA NOSTRA VITA...PERCHÉ I SORPASSI BISOGNA FARLI CON I SACRIFICI, CON LE RINUNCE ..”

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Valentina Baldisserri per Corriere.it

 

Renato Zero acclamato dall’Ariston che gli ha riservato anche una standing ovation. Ma a colpire, prima il pubblico televisivo poi il popolo dei social, sono state anche le sue risposte alle domande di Carlo Conti. Ma vediamo cosa ha detto, parola per parola, il cantautore romano.
 

Pianerottolo e condominio

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Quando il conduttore di Sanremo gli ha chiesto dell’album in uscita in aprile Renato Zero ha spiegato che si intitola «Alt»: «Perché è il momento di fermarsi un attimo a riflettersi, a guardarsi intorno. Significa dare un’occhiata al pianerottolo, al nostro condominio, perché se la guerra sta lì sta dappertutto..quindi dovremmo cercare un po’ di far pace con questi sorpassi.. perché se riusciamo a guadagnarci la macchina che è davanti a noi non abbiamo sicuramente risolto nulla della nostra vita...perché i sorpassi bisogna farli con i sacrifici, con le rinunce ..». 
 

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La famiglia

Pianerottolo, condominio, macchina, sorpassi. Cosa voleva dire veramente Renato Zero? Lo spiega alla sua maniera, arrivando poi al punto più chiaro, cioè la famiglia: «Io mi aspetto che questo disco ci consenta tutti (anche a me che l’ho scritto, che l’ho prodotto), che ci consenta di fermare un po’ le macchine, di guardare un po’ anche a questa nostra piccola vita privata, a questa famiglia.

 

Che ottenga finalmente quel significato, quel valore che i nostri genitori, perlomeno i miei, mi avevano così felicemente inculcato. La famiglia è importante, se ne parla adesso come fosse una novità..da quella famosa capanna dove faceva molto freddo e il Signore era lontano quella notte, abbiamo imparato molto...abbiamo imparato che la convivenza deve essere esercitata fra le quattro pareti di casa e poi casomai avere l’ambizione che questo nostro pensiero si affermi anche altrove». 
 

Renato Zero «Io alieno»

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Le parole non finiscono qui. Perché Renato Zero, travolgente e coinvolgente con il medley dei più grandi successi («Più su», «Amico», «Il cielo», «I migliori anni», solo per citare i più noti) , spedisce alla platea un ringraziamento tutto suo: «Ringrazio spesso la diffidenza di molti di voi, in tanti pensavano che gli alieni venissero da fuori e invece sono in mezzo a noi e io li rappresento modestamente tutti». Il cantautore sorride e si congeda dall’Ariston con il saluto più classico, conosciuto e bersagliato (dalla satira) ai suoi sorcini: «Non dimenticatemi, eh!».

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