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    MEJO DI 'NARCOS': A LATINA COCA E ASTICI PER IL BOSS IN CELLA: 34 ARRESTI. COINVOLTI ANCHE DUE AGENTI DELLA POLIZIA PENITENZIARIA E UOMINI APPARTENENTI AL CLAN DI LAURO – DAL CARCERE I DETENUTI DAVANO ORDINI SULLO SPACCIO DI DROGA CON I FOGLIETTI DI CARTA...


     
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    Rinaldo Frignani per il Corriere della Sera - Roma

     

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    Una cena a base di astice dietro le sbarre. Un motivo di vanto per alcuni detenuti nel carcere di Latina, tanto più che non solo i crostacei ma anche altri alimenti acquistati all' esterno della struttura di via Aspromonte erano entrati grazie alla complicità di un ispettore della polizia penitenziaria.
     
    E allo stesso modo i reclusi dallo spessore criminale più importante potevano anche godere di sigarette, nonché dell' uso del telefonino del sottufficiale per comunicare con familiari e affiliati ai loro gruppi, in modo da continuare gli affari - di droga soprattutto - che avevano dovuto lasciare. E' il quadro dell' indagine dei carabinieri del Reparto operativo di Latina che, con la collaborazione del Ros, hanno arrestato ieri 34 persone (quattro ai domiciliari) su ordine del gip Giuseppe Cario.
     
    Fra loro anche due agenti della Penitenziaria. O meglio, uno - l' ispettore Franco Zinni, romano, 56 anni - è andato in pensione due mesi fa. Il collega, Gianni Tramentozzi, di 50, di Terracina, con il grado di assistente, era invece il segretario generale aggiunto per la provincia di Latina del sindacato Fns Cisl e più volte, anche nei mesi scorsi, aveva denunciato problemi di sovraffollamento nel carcere dove lavorava.
     
    Massimo Costantino, segretario generale aggiunto della stessa sigla, ha comunicato la «revoca di ogni incarico» nei suoi confronti. L' operazione dei militari dell' Arma è scattata dopo due anni di indagini coordinate dai pm Valerio De Luca e Giuseppe Bontempo ed è stata divisa in due tronconi: il primo ha portato alla scoperta dell' attività dell' ex ispettore e a quello che succedeva in carcere, con i boss di un gruppo di spacciatori in grado, grazie al sottufficiale (corrotto, secondo l' accusa, con compensi per 12mila euro) di comunicare con l' esterno per telefono e con pizzini recapitati ai complici, ma anche di farsi spostare di cella in modo da stare insieme, oppure di essere trasferiti a Campobasso.
     
    Gli accertamenti dei carabinieri sono scattati quando si è capito che i detenuti continuavano a inviare ordini per gestire lo spaccio nelle zone di Latina, Pontinia, Quartaccio di Pontinia e nei Monti Lepini. Con la collaborazione della Penitenziaria e grazie alle intercettazioni, è stato scoperto il rapporto fra l' ex ispettore e alcuni boss locali, peraltro anche collegati a clan della camorra. Fra gli arrestati appartenenti alle famiglie Travali, Petrillone e De Geronimo, questi ultimi collegati per chi indaga al clan Di Lauro. La seconda tranche delle indagini ha portato invece all' agente sindacalista, accusato in particolare di due episodi di cessione di cocaina a un detenuto in cambio di un altro quantitativo di stupefacente per uso personale.

     

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