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    “LA BIMBA MORTA DI MALARIA POTEVA SALVARSI” – MELANIA RIZZOLI: “IL PARASSITA SI PUO’ BATTERE MA VA DIAGNOSTICATO. INVECE S’È PENSATO CHE LA PICCOLA AVESSE UNA FARINGITE. ANCHE SE NELLO STESSO REPARTO C’ERANO DUE AFRICANI AMMALATI. CHI DEPOTENZIERÀ LE GRAVI INADEMPIENZE DELL'OSPEDALE TRENTINO?" 


     
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    bimba morta di malaria bimba morta di malaria

    Melania Rizzoli per Libero Quotidiano

     

    Il contagio per noi medici è ovvio, ed è avvenuto tramite la puntura di una zanzara portatrice del parassita malarico, che è stato inoculato in circolo alla bambina bresciana di quattro anni mentre di notte o di giorno l' insetto, per nutrirsi, le succhiava il sangue, lasciando sulla sua pelle la traccia di una pruriginosa bollicina.

     

    Solo che a causa di quella apparentemente innocua puntura la piccola Sofia è morta, e lei non si trovava in un paese tropicale, né c' era mai stata nella sua breve vita, ma giocava, mangiava e dormiva per l' esattezza a Bibione, sulla riviera veneta, e viveva a Trento, quindi in Italia, dove la malaria è scomparsa a partire dagli anni '50.

     

    Allora come è potuto succedere? La malaria è una malattia infettiva causata da un microrganismo, il Plasmodium Falciparum, un protozoo parassita che viene trasmesso all' uomo attraverso la puntura di zanzare del genere Anopheles, che pullulano nei climi umidi e tropicali dell' Africa centrale ed in minor numero nell' America e nell' Asia centrale, ma sono rare nel nostro Paese,dove le temperature invernali non permettono loro, in genere, di vivere e di replicarsi, ma evidentemente il caldo rovente degli ultimi due mesi potrebbe non averglielo impedito.

     

    Sofia infatti è stata punta e contagiata in Italia, ed è stata colpita dalla malaria classica che è presto evoluta nella forma cerebrale, la più seria della malattia, che spesso si complica con la meningite malarica, e che nei casi più gravi ha esito letale, portando a morte il paziente, anche adulto, in un solo giorno, cioè entro le 24 ore dalla diagnosi.

     

    zanzara anofele zanzara anofele

    GLI ULTIMI 30 ANNI Questo non è il primo caso di morte malarica nel Bel Paese, ma è certamente il primo caso di decesso per infezione contratta e conclusa con esito letale in Italia negli ultimi 30anni. I media oggi elencheranno le cause più probabili di contagio e spiegheranno come eccezionale la presenza nel nostro Paese di tali vettori tropicali, senza escludere l' ipotesi ridicola che la zanzara killer sia giunta da noi dall' estero, infilata in qualche bagaglio, ignorando che questa è una credenza popolare, perché l' aria condizionata gelida degli aeromobili stecchirebbe l' insetto in meno di un' ora.

     

    melania rizzoli melania rizzoli

    Quello che potrebbe essere accaduto realmente è che qualcuno, di ritorno dalle zone colpite, abbia "portato" in Italia il plasmodio nel suo sangue, si sia quindi ammalato di malaria, forse non ancora manifesta o dichiarata, ma comunque contagiosa, e sia stato poi punto da una anofele "nostrana", che a sua volta ha poi punto la bambina, infettandone in fretta il piccolo corpo, replicandosi ed invadendo il suo circolo sanguigno e tutti i suoi organi, fino ad arrivare all' encefalo ed alle meningi, determinandone il decesso per morte cerebrale. Un caso insolito questo, primo perché si avrebbe notizia di pazienti infetti, diagnosticati e ricoverati negli Istituti di Malattie Tropicali, che hanno l' obbligo di denuncia sanitaria, e poi perché le zanzare che circolano da noi non sono molto adatte a trasmettere il parassita, anche se in teoria potrebbero.

     

    La seconda eccezionalità, che a mio avviso è l' ipotesi più probabile, è che nel nostro Paese ormai insistono e persistono molti viaggiatori o migranti, o famiglie africane che provengono da zone endemiche, che sono affetti da malaria cronica, che hanno febbri terziarie non curate, non sottoposte ad indagini e non diagnosticate, che non eseguono profilassi, e che non ravvisano rischi sulla loro malattia, la quale non viene registrata dai servizi sanitari regionali, e che quindi viene trasmessa silenziosamente nel circondario, dalle zanzare che pungono i malarici, le quali si adattano e si abituano ad accogliere il plasmodio, per poi trasmetterlo con il tipico ronzio che anticipa la loro puntura su inconsapevoli bambini.

     

    zanzara anofele portatrice di malaria zanzara anofele portatrice di malaria

    Quindi l' ipotesi più seria e sicura, è che una zanzara incriminata abbia punto qualcuno infetto, magari di ritorno da un viaggio, abbia succhiato l' agente malarico presente nei suoi capillari, per poi veicolarlo e trasmetterlo alla piccola Sofia. Naturalmente la magistratura ha aperto un' inchiesta, nel fascicolo saranno allegati gli esiti degli esami ematologici ed istologici eseguiti durante l' autopsia, i servizi di veterinaria ed igiene pubblica faranno un' indagine, il ministro Lorenzin ha inviato esperti dell' Istituto Zooprofilattico e le Asl di riferimento si stanno attivando per allarmare le persone che hanno sintomi malarici, come la febbre ogni tre giorni, accompagnata da brividi, sudorazioni notturne, dolori muscolari e diarrea, ma intanto domani verranno deposti in una bara e seppelliti i resti della piccola Sofia, con tutti i plasmodi malarici che hanno inzeppato ed ostruito i suoi vasi sanguigni fino al cervello.

     

    zanzara anofele portatrice di malaria zanzara anofele portatrice di malaria

    Chi spiegherà a sua madre che questo è il primo caso autoctono avvenuto in Italia, che è un evento rarissimo ed eccezionale, che non è mai stato dimostrato che la zanzara italiana possa trasmettere una forma di malaria cerebrale come quella contratta da sua figlia? Chi oserà dire alla mamma di Sofia che forse, durante il suo breve passaggio nel reparto di pediatria del Santa Chiara, a Trento, dove la piccola ha transitato dopo ferragosto per un problema di glicemia, c' erano due bambini africani ricoverati perché avevano contratto la malattia durante un soggiorno appunto in Africa, e che però loro sono stati solo due imprevedibili untori, forse anche della loro stessa famiglia, e che non erano stati isolati avendo avuto un decorso positivo?

     

    bimba morta di malaria bimba morta di malaria

    Chi spiegherà alla madre che per ammalarsi, all' infezione occorrono dai sei ai quindici giorni di incubazione per sviluppare la patologia malarica e i suoi danni irreparabili, e che quindi quando lei ha riportato il 31 agosto in quell' ospedale sua figlia con la febbre altissima, le hanno diagnosticato erroneamente una faringite anziché la malaria già in atto?

     

    IL CORAGGIO E chi avrà il coraggio di dirle che quindi Sofia avrebbe avuto tutto il tempo necessario per non complicarsi, per accertare il contagio se solo sospettato, essendoci due pazienti allettati in reparto con quella patologia?

     

    E soprattutto chi depotenzierà le gravi inadempienze dell' ospedale trentino, che durante quella degenza dei bambini africani infetti, non ha avvisato o controllato tutti i visitatori e gli stessi malati, del rischio di transitare vicino o attraverso quel reparto per il pericolo infettivo e volante, vivo e vegeto in un settore che non è stato mai nemmeno disinfestato? Sfortuna o fatalità? Destino o irresponsabilità?

     

    lorenzin lorenzin

    Ieri sera in tutti i telegiornali c' è stato un carosello di dichiarazioni dei vari esperti di malattie tropicali per tranquillizzare la popolazione dal rischio zanzara, per distoglierli da panico di epidemia, ma nessuno di loro ha chiesto scusa ai genitori della piccola bresciana, per aver permesso incoscientemente che si ammalasse, senza prevedere la sua malaria da contagio, diagnosticata solo quando non c' è stato più nulla da fare.

     

    La malaria è la più temibile delle parassitosi, ed è la seconda malattia infettiva al mondo per mortalità dopo la tubercolosi, anche questa in forte aumento in Italia.

    I nuovi casi di malaria sul pianeta sono oltre 500milioni all' anno, e fra questi il 90% avvengono nell' Africa tropicale.

    aree a rischio malaria aree a rischio malaria

    Un paese che la piccola Sofia ignorava anche che esistesse, e che purtroppo non visiterà mai.

     

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