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    LA DINASTY DI MELEGATTI – DOPO IL FALLIMENTO DELLA SOCIETÀ CHE HA INVENTATO IL PANDORO, SCOPPIA LA GUERRA DELLE DONNE DELLA FAMIGLIA RONCA – SILVIA, LA FIGLIA DEL “MANAGER GALANTUOMO” SALVATORE, CONTRO LA MATRIGNA EMANUELA PERAZZOLI: “LA LEGGE TUTELA I DELINQUENTI E LEI HA VINTO” – DALLA SUA PARTE I DIPENDENTI CHE SU FACEBOOK…

     


     
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    Ettore Livini per la Repubblica

     

    PANDORO MELEGATTI PANDORO MELEGATTI

    La fine della Melegatti, la società che ha inventato il dolcissimo pandoro veronese, non poteva davvero essere più amara di così. Martedì sera il Tribunale di Verona ha dichiarato fallita l' azienda, lasciando a casa senza lavoro oltre 300 persone.

     

    silvia ronca silvia ronca

    Dodici ore dopo - in una sorta di catarsi digitale - è riesplosa (con il botto) la Dinasty familiare che negli ultimi 13 anni ha dato un contributo decisivo a distruggere il gruppo. La miccia l' ha accesa ieri mattina attorno alle 8 su Facebook Silvia Ronca, 30enne figlia (avuta fuori dal matrimonio ma subito riconosciuta) di Salvatore, il «manager-galantuomo» - come lo ricordano tutti i dipendenti - che ha guidato con gran successo l' azienda fino alla morte per Sla nel 2005.

     

    «Non amo personalmente condividere le cose più intime del mio privato sui social - mette le mani avanti in un post Silvia - ma oggi la rabbia è così forte che non posso TACERE».

    emanuela perazzoli emanuela perazzoli

     

    L' attacco via social, in effetti, è pesantissimo: «01/07/2005 sei morto la prima volta, 29/05/2018 sei morto un' altra volta, con la differenza papà che, mentre nella prima piangeva solo la tua famiglia, quella VERA che ti amava, nella seconda piange una città intera con famiglie distrutte e amareggiate... che hanno combattuto contro persone indegne, assetate di soldi e di potere, che sputano sui sentimenti della gente».

     

    MELEGATTI MELEGATTI

    Chi sono queste persone? A Verona, dove a decrittare le saghe familiari sono abituati dall' era dei Montecchi e dei Capuleti, nessuno ha dubbi. Il bersaglio dello sfogo è Emanuela Perazzoli, la moglie di suo papà, l' avvocato che ha ereditato il timone della Melegatti nel 2005 e che per i sindacati è il responsabile numero uno del crac.

     

    emanuela perazzoli 1 emanuela perazzoli 1

    Silvia, se la lettura è corretta, ne è convinta anche lei: «La legge purtroppo tutela i delinquenti... e lei anche questa volta ha vinto!! - aggiunge - Io in silenzio sono stata dalla parte di voi dipendenti... nessuno più di me e della mia famiglia può capire contro chi avete cercato di lottare».

     

    L' amarezza di queste parole arriva da lontano. Il controllo della Melegatti è stato da sempre conteso tra due famiglie, i Ronca e i Turco. Il successo e il boom di vendite di inizio millennio sommati alle doti di mediatore di Salvatore - manager e pilota d' auto da corsa - sono riusciti per molto tempo a tenere il fuoco ben nascosto sotto la cenere.

    silvia ronca 1 silvia ronca 1

     

    Ma dal giorno della sua (prima) morte nel 2005 in poi sono volati gli stracci, con i risultati che si vedono oggi. E Silvia - per evitare troppe amarezze - ha preferito cedere nel 2006 il suo 6% nel gruppo ai "rivali" Turco.

     

    Che il bersaglio dello sfogo digitale sia la "matrigna" è chiaro anche dai commenti al drammatico post: «Sei il mio dono più prezioso», scrive Silvana Zordan, madre naturale di Silvia. «Papà non avrebbe mai permesso tutto questo... però ha sbagliato a pensare di essere più forte di lei», risponde la figlia.

     

    Al suo fianco, a consolarla via Facebook, si schierano decine di dipendenti ed ex manager: «Sono stato assunto da suo padre - scrive uno - lavorare al suo fianco è stato un piacere... in questi mesi abbiamo cercato di contrastare il MALE fatto persona». Un' esagerazione? Non per Silvia, che rispondendo a un altro messaggio affettuoso dice che a distruggere Melegatti non è stata la crisi o la politica o le tasse ma «una persona con tanto di nome e cognome e purtroppo ho provato sulla mia pelle cosa vuol dire mettersi sulla sua strada».

     

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