1 – I CONTATTI CON HAFTAR. COSÌ IL GOVERNO SI È MOSSO SUI DUE FRONTI LIBICI
Estratto dell’articolo di Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”
giorgia meloni col premier libico abdul hamid ddeibah
Meloni atterra a Tripoli e lì si ferma. Vede il governo legittimo ma non fa tappa a Bengasi, non vede il generale Haftar, l’altro leader forte del Paese africano. In apparenza può apparire una scelta politica, per alcuni può essere uno strappo, per altri persino il frutto delle critiche rivolte al mega contratto fra Eni e Noc. In questo caso l’apparenza inganna: la missione del capo del governo in Libia è stata preparata a fondo sia dalla nostra diplomazia che dai nostri apparati di sicurezza […]
Nella prima versione del suo viaggio la presidente del Consiglio (che per ragioni di sicurezza ha rinviato di qualche giorno l’annunciata visita a Kiev) aveva preso accordi anche per un faccia a faccia con Haftar, l’autoproclamato capo dell’esercito nazionale libico. Per una serie di coincidenze sfortunate però, almeno così viene ricostruito da fonti italiane, il generale ha dovuto rinunciare al confronto con Meloni per ragioni personali: si trova in questi giorni a Parigi, per una serie di cure mediche.
antonio tajani giorgia meloni matteo piantedosi a tripoli
Ma i contatti con il nostro esecutivo non sono mai cessati e persino il grande contratto firmato dall’Eni su due giacimenti off shore è solo in apparenza mal visto da un pezzo forte del potere locale. Il nuovo capo della Noc, la compagnia locale di energia, che dal 1959 collabora con il nostro colosso nazionale, è stato nominato dal governo legittimo anche per fare un favore ad Haftar.
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Anche queste dinamiche, al di là delle polemiche pubbliche delle ultime ore, avrebbero blindato gli accordi e rassicurato il governo italiano sulla scelta di confermare la missione nonostante l’assenza di Haftar. […]
giorgia meloni abdul hamid ddeibah
[...] l’accordo di ieri è un altro tassello nel massiccio processo di investimenti e diversificazione delle fonti energetiche che l’Eni ha accelerato dall’inizio della guerra in Ucraina. L’accordo viene definito «il più grande investimento nel settore energetico della Libia da oltre 25 anni. Con la potenzialità di raddoppiare l’attuale produzione di gas», ha affermato l’ad di Eni Claudio Descalzi. «Il fatto importante è che non solo svilupperemo gas ma cattureremo la Co2 di queste produzioni e svilupperemo anche energia solare», ha aggiunto. «Quindi in futuro progetti non solo di export di gas, ma anche di elettricità verso l’Italia sfruttando le condotte di Green Stream».
2 – MELONI A TRIPOLI FIRMA L’INTESA SUL GAS E DA ROMA ALTRE MOTOVEDETTE AI LIBICI
Estratto dell’articolo di Emanuele Lauria per “la Repubblica”
giorgia meloni a tripoli
Per Giorgia Meloni è un’altra pagina del suo “piano Mattei”. Dopo essere stata ad Algeri (e forse in vista di una successiva tappa a Tunisi), la premier vola in Libia, vede il primo ministro Abdul Hamid Dbeibah e il capo del Consiglio presidenziale Mohamed Yunis Al Menfi, portando a casa due accordi: il primo, definito “storico”, da 8 miliardi di dollari per aumentare la produzione di gas proveniente dalla Libia; l’altro sul «potenziamento » della cooperazione con Tripoli per la gestione dei flussi migratori. […]
giorgia meloni col premier libico abdul hamid ddeibah 2
Sull’immigrazione, l’intesa raggiunta a Tripoli prevede la «cooperazione con l’autorità libica in relazione alla guardia costiera». E nella pratica si traduce in un memorandum, firmato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, che prevede la consegna di cinque motovedette. […] Nel Pd la candidata alla segreteria Elly Schlein parla di scelta scellerata «perché la guardia costiera libica viola i diritti fondamentali».
Ma il problema, secondo la responsabile Esteri Lia Quartapelle, è che «subordinare una vera politica per la stabilità della Libia alla questione immigrazione è un grave errore di prospettiva». «Ridurre tutto a un tentativo di contenimento costiero appare riduttivo», afferma il collega Enrico Borghi. Di certo, Meloni nei suoi colloqui ha spronato gli interlocutori istituzionali a fare di più per limitare i flussi: «Apprezzo gli sforzi — avrebbe detto — ma le partenze ultimamente sono aumentate. Bisogna trovare soluzioni più efficaci e risultati verificabili». Fra migranti ed energia, la scommessa è alta, in un Paese instabile.
HAFTAR
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