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    MESSICO E NARCOS: CATTURATO IL RE DELLA DROGA CARO QUINTERO, UN SIMBOLO DEI NARCOTRAFFICANTI (LA CUI REALTA' CRIMINALE E' STATA RACCONTATA ANCHE DALLE SERIE NETFLIX) - L’OPERAZIONE È COSTATA LA VITA A 14 MILITARI. IL BOSS AVEVA CREATO NEGLI ANNI ’70 IL CARTELLO DI GUADALAJARA. PER LUI GLI USA AVEVANO OFFERTO ANCHE UNA TAGLIA DA 20 MILIONI DI DOLLARI – DIETRO LA SUA CATTURA SI PENSA CHE CI SIA…


     
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    Guido Olimpio per corriere.it

     

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    Rafael Caro Quintero, il narco dei narcos, è di nuovo in trappola. Il padrino è stato catturato dai marines messicani a San Simon, nello stato di Sinaloa. A scovarlo nella boscaglia un segugio, Max, che ne ha seguito le ultime tracce. Un’operazione durante la quale è precipitato – per cause non accertate – un elicottero: morti 14 militari.

     

    Il boss rappresenta la storia dei trafficanti messicani. Nato nell’ottobre del 1952 nei pressi di Badiguarato, ha creato negli anni ’70 l’ormai scomparso cartello di Guadalajara. All’epoca agiva insieme a “personaggi” diventati poi famosi nel firmamento nero: Miguel Angel Felix Gallardo e Ernesto Fonseca Carrillo.

     

    Un’organizzazione poderosa impegnata nel giro della marijuana e per questo finita nel mirino degli Stati Uniti che invierà suoi agenti ad aiutare le autorità locali. Uno dei funzionari Dea, Enrique Kiki Camarena, verrà sequestrato nell’85, sottoposto a torture feroci, quindi assassinato. Un delitto attribuito a Quintero e ai suoi complici. Poco meno di un mese dopo il gangster sarà arrestato in Costa Rica, poi trasferito nel proprio paese e condannato a 40 anni di galera. Ma non li sconterà tutti. Cosa non strana in uno stato indebolito da corruzione e collusioni.

     

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    Un tribunale lo libererà nel 2013 usando cavilli legali. Uno sfregio alla Giustizia, un insulto alle vittime di una fazione pericolosa. Due anni dopo verrà emesso un nuovo mandato di cattura mentre gli americani offriranno una taglia di 20 milioni di dollari. Una volta fuori il criminale ha ripreso parzialmente le sue attività, anche se sulla scena ci sono padrini ben più determinati. Sul suo ruolo più recente sono emerse valutazioni diverse: per Washington ha continuato ad avere un peso mentre per i messicani cercava solo di restare a galla in un quadro frammentato, con il cartello di Sinaloa spaccato dalle faide e assediato dai rivali di Jalisco.

     

    Quintero era e resta però un simbolo, basti pensare alle serie Netflix dedicate alla sua realtà, gli Usa non erano disposti a dimenticare. E adesso sono molti che ipotizzano un patto tra i due paesi: la cattura è arrivata pochi giorni dopo un incontro tra Joe Biden e il presidente Obrador. Situazione possibile, ma anche scontato che vengano diffuse voci in questo senso.

     

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    Dietro ogni grande blitz contro i re della droga c’è sempre lo scenario dell’intervento dei «gringos». Che possono fornire dritte e supporto tecnologico nell’individuazione di latitanti eccellenti. E il fatto che Rafael sia stato preso dai marines messicani è un indizio ulteriore: il Pentagono e le agenzie investigative statunitensi collaborano strettamente con la Marina, ritenuta meno corrotta di altri apparati. Gli Stati Uniti hanno già avanzato una richiesta di estradizione a Città del Messico, passo inevitabile. Magistrati e poliziotti vorranno fare molte domande a Quintero, un uomo che sa molto e non solo di questioni di droga.

     

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