giorgio panariello bagnomaria
Giorgio Panariello è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì notte dalla mezzanotte alle quattro, live anche su Rai 2 tra l'una e un quarto e le due e trenta circa.
giorgio panariello luisa corna al momento giusto
Panariello ha parlato un po' di se: "Da piccoletto, alle elementari o alle medie, io riempivo i quaderni, i fogli, i libri e il banco con le mie firme. Firmavo in continuazione. Sembrava una prova d'autografo. A 8 anni mi chiudevo in bagno e con la spazzola di mia nonna mi intervistavo. La verve comica è venuta dopo. Io all'inizio dovevo far casino. Non tanto per il gusto di disturbare, ma perché volevo attirare l'attenzione. Dovevano guardare me, per quale motivo non lo so. La cosa delle imitazioni è nata dopo. Negli anni '80 imitavo Zucchero, Renato Zero, Benigni. Prima di fare quello, imitavo i personaggi del paese. Quelli del bar, persone reali che incontri per strada. Ho vissuto in Versilia da ragazzo, sono stato adottato dai nonni, sono cresciuto con loro. In inverno quando i turisti se ne vanno e rimane la secca dei personaggi del posto, io andavo al bar e me li studiavo. Memorizzavo questi personaggi, li interiorizzavo, li rivedevo alla mia maniera, e poi li ho ritirati fuori. Un giorno Carlo Conti mi chiese se avessi dei personaggi da proporre per uno spettacolo, non imitazioni, e io risposi che avevo il cassetto pieno".
giorgio panariello finalmente soli
Sulla sua storia personale: "Io sono stato adottato dai miei nonni perché mia madre se ne è fregata di me. Era una ragazza madre, non sapeva come gestire la cosa, mi ha lasciato all'ospedale. I miei nonni sono venuti a prendermi e mi hanno portato in Versilia con loro. L'anno dopo è nato mio fratello, loro avevano già cinque figli, non potevano tenere in casa un altro ragazzino, perché mia madre aveva lasciato anche lui, non potevano adottarlo, e lo hanno messo in un collegio.
Poi nel tempo ci siamo ritrovati. Vedevo questo ragazzino che veniva a casa per le feste comandate, per il suo compleanno. Pensavo fosse un amichetto. Poi col tempo ho iniziato a fare domande, e mi hanno detto che era mio fratello. Franco ha preso con grande dolore questo abbandono doppio, ho convissuto con la sua vicenda, che poi ho anche raccontato in un libro. Però devo essere sincero. Ho avuto un'infanzia dura, difficile, ma non infelice. I miei nonni non mi hanno fatto mancare niente. Purtroppo non hanno potuto fare la stessa cosa con mia fratello".
giorgio panariello mario cipollini bagnomaria
Sulla popolarità: "Non è arrivata dal giorno alla notte. Due momenti fondamentali della mia vita sono stati quando ho incontrato Carlo Conti, l'ho conosciuto in Calabria, Carlo ha ideato Vernice Fresca, una sorta di Zelig dell'epoca, e lì per strada hanno iniziato a gridarmi i tormentoni per strada, a chiedermi i primi autografi. Fu una cosa grossa. E poi dopo questo successo ho dovuto capitalizzarlo a livello nazionale, ma era difficile, perché eravamo molto regionali. Poi ho iniziato a fare i miei spettacoli e al teatro Parioli di Roma mi vide Agostino Saccà, e mi disse se avrò l'occasione ti farò lavorare in Rai. Appena diventò direttore mi chiamò. Lì iniziò Torno Sabato. E cambiò davvero la mia carriera. E' stata una cosa meravigliosa".
manuela arcuri giorgio panariello bagnomaria
Su Carlo Conti e Pieraccioni: "Siamo amici da tanto tempo. Pieraccioni? Ci unisce la stima l'uno dell'altro. Alla fine possiamo essere amici perché abbiamo iniziato insieme, Conti e Pieraccioni sono cresciuti insieme, io no, ma da fine anni '80 abbiamo sempre lavorato insieme. La cosa che ci lega, oltre all'amicizia, è la stima. Siamo due battitori liberi, due cani sciolti, fare spettacoli insieme se non c'è stima sarebbe molto difficile. E non siamo competitivi l'uno con l'altro.
Io Conti e Pieraccioni abbiamo anche in comune una storia che è fatta di no, di risate alle spalle, di gente che non ci credeva, che non ci dava fiducia. Alla fine però la volontà paga. Questo era il nostro destino. Una volta, all'inizio della nostra carriera, io Conti e Pieraccioni facevamo il nostro primo spettacolo insieme. Una sera, a Grosseto, abbiamo fatto 32 paganti e in più ci hanno fatto la multa alle macchine a tutti e tre. Perché le avevamo messe male".
giorgio panariello kasja smutniak al momento giusto
Sull'imitazione di Renato Zero: "Sono andato avanti con gente che mi diceva 'facce Renato Zero' per anni. Lui all'inizio questa imitazione non l'aveva presa bene. Poi nel tempo ho avuto la fortuna di diventargli amico, quando ha capito l'onestà e l'amore che metto nella mia imitazione. La prima volta che ha visto la mia imitazione era in un albergo.
Pieraccioni voleva fare uno scherzo a Cecchetto, mi chiese di vestirmi da Renato Zero, di andare in Versilia, con lui che mi avrebbe intervistato. Io dovevo sembrare Renato Zero. Io e Pieraccioni registriamo questa cosa, Leonardo la porta a Cecchetto, che ci casca e la manda in onda. Renato la vede mentre era in un albergo chiama suo fratello e gli fa 'A Giampiè ma quando cavolo l'abbiamo fatta st'intervista che sto vedendo in tv?'. Poi tra me e Zero è nata una grande amicizia, siamo nati lo stesso giorno, ci sono tante affinità".
leonardo pieraccioni giorgio panariello un fantastico via vai
Panariello ha fatto un sacco di complimenti a 'I Lunatici': "Vi seguo sempre, soprattutto in tv su Rai 2, andate in onda nell'orario della giornata che per me è comodo. Mi si realizza un sogno. Io quando sono un fan di qualcuno lo incontro sempre. E' successo con Renato Zero, con quelli della Casa di Carta, quando stimo qualcuno poi lo conosco. Quindi sono particolarmente felice di essere con voi questa notte".
Panariello è pronto a tornare a teatro con lo spettacolo 'La favola mia': "Quando subito dopo il lockdown siamo ripartiti con lo spettacolo io avevo paura. Nel senso che salire su un palcoscenico e vedere la gente con le mascherine, i controlli, storie varie, l'aria non era la solita. Per un comico, dove la gente doveva divertirsi e rilassarsi, è stato difficile. E invece la gente si divertiva e si rilassava comunque. Noi comici siamo un po' come i virologi dell'anima. C'è bisogno di ridere in questo spettacolo. Infatti nel mio spettacolo non parlo di attualità. I comici servono a far staccare per un paio d'ore il cervello alle persone".
panariello
Sul politicamente corretto: "E' un disastro. Ci sono quelli che sono sempre stati politicamente scorretti, per cui anche essere politicamente scorretto premia. Se lo sai fare o hai la patente per farlo. Zalone può dire qualsiasi cosa. Benigni ai suoi tempi poteva dire qualsiasi cosa. E' difficile, certe battute non si possono fare, certe cose non si possono dire, con tutta onestà devo dire che ci sia una autoregolamentazione, io cerco di non offendere nessuno, però ho dovuto cambiare molto, essendo toscano, il cinismo toscano è una parte fondamentale della mia comicità quindi qualche volta può capitare di scivolare in una battuta. Anche mettere un post sui social è un casino".
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