Giampiero Mughini per Dagospia
atalanta juve
Caro Dago, non esiste alcun altro sport di squadra dove un match - e per giunta un match di sovrana importanza com’era questo Atalanta-Juve della 31° giornata del torneo di serie A - sia deciso da un colpo di culo. E quando dico un colpo di culo, intendo nel senso il più concreto e specifico del termine. Perché è stato il culo di Alex Sandro a far da sponda al tiraccio di Malinovskyi che non avrebbe fato del male a una mosca, e a dare all’Atalanta l’1-0 con cui s’è guadagnata tre punti che valgono platino ai fini dell’ingresso nella Champions dell’anno prossimo. Platino non oro.
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Fino a quel momento era stata una partita “perfetta” esattamente nel modo in cui lo intendeva il nostro Duce in fatto di arte clacistica Gianni Brera. Una partita in cui ciascuna delle due difese non aveva sbagliato nulla, ciascun uomo delle due difese aveva sempre stoppato l’avversario diretto, mai si era aperto un varco in ciascuna delle due aree, mai ciascuno dei due portieri aveva dovuto fare il super bullo pur di impedire l’ingresso della palla in porta. Uno zero a zero da manuale.
Alla Juve mancava Cristiano Ronaldo, questo sì. Al suo posto un Paulo Dybala che duetta con i suoi compagni dieci volte più di CR7 ma che non ne ha la strapotenza perforante. E’ stato un danno talmente grave la sua assenza? Se affrontiamo questo tema ho paura che facciamo notte fonda, che persino Schopenhauer o Nietzsche avrebbero delle difficoltà a trovarne l’una o l’altra conclusione.
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E comunque il culo, in senso concreto e specifico, fa parte della realtà del campo. Bravissimi comunque quelli dell’Atalanta, undici giocatori che sanno fare di tutto e in ogni parte del campo, e che si giungono a meraviglia gli uni agli altri, e che quando attaccano non sai bene se sono in sette o otto ad andare avanti e non sai esattamente chi sbucherà e da dove.
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Oggi come oggi mi sembra che Atalanta e Juve si equivalgano. Una volta può andare bene all’una, una volta all’altra. Resta quel che leggo sui giornali, che il giocatore con lo stipendio top dell’Atalanta è Zapata, uno che guadagna un milione e 800mila euro l’anno, quel che alla Juve probabilmente guadagna uno dei massaggiatori. Scherzo. Lo sapete che scherzare è l’ultima uscita di sicurezza di chi è profondamente triste. Come lo sono io in questo momento. Ps. Nessuno di voi sia così cretino da addossare la colpa a Pirlo. Nemmeno un po’. E’ il campo, è il football, è il culo.
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GIAMPIERO MUGHINI
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