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    ALLE POSTE RESPINGONO AL MITTENTE - MULTA DA 5 MILIONI DELL'ANTITRUST PER COME LE POSTE HANNO PUBBLICIZZATO IL SERVIZIO DELLE RACCOMANDATE - L'AZIENDA FA RICORSO AL TAR: ''È PRIVA DI FONDAMENTO L'IPOTESI SECONDO LA QUALE L'AZIENDA AVREBBE POSTO IN ESSERE AZIONI CHE INGANNINO I CLIENTI. NEL 2019, SONO STATI CONSEGNATI OLTRE 120 MILIONI DI PEZZI, RICEVENDO, NEL MEDESIMO PERIODO, MENO DI MILLE RECLAMI RELATIVI AGLI AVVISI DI GIACENZA, PARI ALLO 0,00008% DEL TOTALE''


     
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    Andrea Ducci per il ''Corriere della Sera''

     

     

    La multa è la più alta in base a quanto consentito dalla legge. In totale si tratta di una sanzione di 5 milioni di euro per avere pubblicizzato in modo ingannevole il servizio di recapito delle raccomandate, a multare Poste Italiane è stata l'Antitrust, contestando al gruppo guidato da Matteo Del Fante una serie di comportamenti che provocano «danni non solo ai consumatori, ma anche al sistema giustizia del Paese». Al centro degli accertamenti da parte dell'Autorità garante della concorrenza sono finiti alcuni disservizi nella consegna delle raccomandate, in particolare secondo l'Antitrust «il tentativo di recapito non viene sempre esperito con la tempistica e la certezza enfatizzate nei messaggi pubblicitari».

     

    MATTEO DEL FANTE POSTE ITALIANE MATTEO DEL FANTE POSTE ITALIANE

    I reclami hanno segnalato che Poste talvolta ricorre «per comodità al deposito dell'avviso di giacenza della raccomandata nella cassetta postale, anche quando sarebbe stato possibile consegnarla nelle mani del destinatario». Una dinamica che obbliga a recarsi negli uffici postali, generando «un inammissibile onere a carico dei consumatori costretti a lunghe perdite di tempo e di denaro per poter ritirare le raccomandate non diligentemente consegnate». Al di là della violazione del codice del consumo e della multa da 5 milioni a un gruppo, che ha chiuso il 2019 con oltre 11 miliardi di ricavi, è insomma il contenuto del comunicato dell'Antitrust che alimenta l'immediata risposta di Poste.

     

    L'azienda presenterà un ricorso al Tar contro la multa, ma intanto in una nota respinge gli addebiti dell'Autorità presieduta da Roberto Rustichelli. Poste rivendica che «le proprie condotte commerciali sono improntate a principi di correttezza e trasparenza per la piena tutela dei clienti, dei consumatori e del sistema Paese». Una premessa seguita dalla specifica che «è priva di fondamento l'ipotesi secondo la quale l'azienda avrebbe posto in essere azioni che ingannino i clienti in merito alle caratteristiche del prodotto raccomandata».

     

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    I dati forniti dall'azienda sul servizio raccomandate indicano inoltre che «nel 2019, sono stati consegnati oltre 120 milioni di pezzi, ricevendo, nel medesimo periodo, meno di mille reclami relativi agli avvisi di giacenza, pari allo 0,00008% del totale delle raccomandate regolarmente gestite». Respinta anche l'accusa di avere arrecato danni al funzionamento della giustizia. «Lascia esterrefatti il riferimento ai servizi di notificazione a mezzo Posta e all'asserito danno che Poste avrebbe arrecato al sistema giustizia. Come dovrebbe essere noto, trattasi di un servizio del tutto differente dalle raccomandate, disciplinato dal legislatore e in merito al quale Poste garantisce il corretto funzionamento».

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