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stephen bannon
Per chi lo ha osservato attentamente quando lavorava alla Casa Bianca, potrebbe non essere una grande novità, ma Stephen K. Bannon è un enorme fan del Duce. Secondo l’intervista rilasciata allo Spectator, Bannon “adora” il dittatore fascista, che potrebbe addirittura essere stato la sua fonte d’ispirazione per lo slogan “Make America Great Again.”
Parlando col fiatone della sua cotta per Mussolini, Bannon ha detto all’intervistatore Nicholas Farrell – autore di una biografia sul Duce: “Era molto amato dalle donne, era un uomo vero, con tutta quella virilità... Aveva anche uno straordinario senso per la moda, con quelle uniformi che indossava... Sono molto affascinato da Mussolini.”
margherita sarfatti
È vero che Mussolini ebbe molte donne. Tra le sue amanti ci fu la giornalista, critica d’arte, mecenate, donna di mondo e consulente per la propaganda del Partito Nazionale Fascista –prima del 1938 – Margherita Sarfatti.
Figlia di Amedeo Grassini e Emma Levi, il padre era un avvocato e uomo d’affari ebreo di grande spicco, consigliere del comune di Venezia e amico del patriarca Giuseppe Sarto (il futuro papa Pio X). A diciott’anni, Margherita sposò Cesare Sarfatti, un avvocato ebreo socialista di Padova, più grande di lei di 13 anni. La coppia divenne molto conosciuta nell'alta società milanese, dove il loro salotto era il fulcro dei movimenti artistici del Futurismo e del Novecento italiano.
susan sarandon in il prezzo della liberta
Nel 1911, Margherita incontrò Mussolini, e iniziò con lui una lunga relazione. Scrisse una sua biografia, che fu pubblicata per la prima volta in Inghilterra nel 1925 e l’anno seguente in Italia, che ebbe un enorme successo. Margherita ad ogni modo dovette fuggire dall’Italia nel 1938, dopo l’applicazione delle leggi razziali fasciste.
Margherita è apparsa nel film “Il prezzo della libertà” (1999) interpretata da Susan Sarandon.
margherita sarfatti 3
Curiosamente, Mussolini svolse un ruolo interessante anche nell’invenzione del suono nei film.
Nel 1927, la Fox Film Corporation stava iniziando a sviluppare una tecnologia sonora per i film, il Movietone, che sarebbe divenuto il primo standard dell’industria. Fondata dall’immigrato ebreo-ungherese William Fox (al secolo Vilmos Fried, ma prese in seguito il cognome della madre, Fuchs – tedesco per Fox), aveva una dipartimento dedicato ai notiziari chiamata Fox News Service, il progenitore del noto canale televisivo.
William Fox
I film della Fox debuttarono questa nuova tecnologia sonora sviluppata con un film del regista espressionista tedesco F.W. Murnau “Aurora”, che fu proiettato in prima visione a Times Square il 23 settembre, 1927. L’evento, ampiamente reclamizzato, includeva anche un paio di notiziari: uno sul un coro del Vaticano, mentre l’altro era un breve documentario su Mussolini. Il fatto che fosse il primo notiziario col sonoro, ebbe un'enorme risonanza e fece una grandissima pubblicità sia all’emittente cinematografico che al dittatore.
Nel notiziario, Mussolini si rivolgeva direttamente agli immigrati italiani d'America, incitandoli a “rendere l’America grande” (“Make America Great”). Il Duce infatti, aveva già intuito il potere dei mass media, al punto che una volta notoriamente disse che se avesse potuto trasmettere i suoi discorsi “in venti città italiane una volta a settimana,” non avrebbe avuto bisogno “di nessun altro potere.”
Non sorprende che Steve Bannon veneri Mussolini.
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Fox Film Corporation
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