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IL NECROLOGIO DEI GIUSTI - IL CINEMA PERDE ROBERT BENTON, 92 ANNI, UNO DEI PIÙ GRANDI SCENEGGIATORI DI SEMPRE - BASTEREBBE UN FILM COME “KRAMER CONTRO KRAMER”, CHE HA ANCHE DIRETTO, PER IL QUALE VINSE DUE DEI SUOI TRE OSCAR, SCENEGGIATURA E REGIA - GIRÒ SOLO UNA DECINA DI FILM, CHE NON FURONO TUTTI DEI GRANDI SUCCESSI, MA DIMOSTRARONO CHE AVEVA UNA PRECISA IDEA DELLE STORIE CHE VOLEVA RACCONTARE E SAPEVA COME FAR FUNZIONARE GLI ATTORI… - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
Il cinema perde Robert Benton, 92 anni, texano, ma morto a New York, uno dei più grandi sceneggiatori di quella che chiamavamo la New Hollywood, ma in realtà il cinema perde uno dei più grandi sceneggiatori di sempre.
Basterebbe un film come “Kramer contro Kramer”, che ha anche diretto, per il quale vinse due dei suoi tre Oscar, sceneggiatura e regia, il terzo fu per la sceneggiatura di “Le stagioni del cuore”, che diresse.
robert benton mryl streep dustin hoffman
Ma basterebbero pure gli esordi da sceneggiatore e regista con “Gangster Story”, scritto assieme a David Newman, diretto da Arthur Penn, seguito da quel capolavoro che è “Uomini e cobra” scritto per Joseph L. Mankiewicz, da “Ma papà ti manda sola” scritto per Peter Bogdanovich, e da “Superman” per Richard Donner.
Quando si lasciò col suo primo socio, David Newman, per diventare regista con “Bad Company”, piccolo western con Jeff Bridges, seguito da “Kramer contro Kramer”, che fu un successo senza precedenti e lanciò Meryl Streep, rimase sceneggiatore, dei suoi film, ma anche di grosse macchine popolari, come “Superman” i “Twilight”.
Nato in Texas, nella impronunciabile cittadina di Waxahachie, da un padre che si vantava di avere assistito ai funerali di Bonnie e Clyde, si trasferì presto a New York, studiò alla Columbia University. Ma più che studiare cinema, si innamorò da cinefilo dei film della Nouvelle Vague e dei noir americani.
Girò un piccolo corto con Pat Hingle, “A Texan Romance”, prima di lanciarsi nel cinema da sceneggiatore con “Gangster Story”/”Bonnie & Clyde” di Arthur Penn, seguito da “Uomini e cobra” di Joseph L. Mankiewicz e “Ma papà ti manda sola” di Peter Bogdanovich.
Collaborò ai testi della commedia “Oh! Calcutta” prima di esordire da regista con “Bad Company” con Jeff Bridges e Barry Brown.
Girò solo una decina di film, che non furono tutti dei grandi successi, come “Kramer contro Kramer”, ma dimostrarono che aveva una precisa idea delle storie che voleva raccontare e sapeva come far funzionare gli attori.
Se in “Kramer contro Kramer” e nel successivo “Una lama nel buio” lancia Meryl Streep, in “Le stagioni del cuore” lancia John Malkovich oltre a offrire un grande ruolo a Sally Field.
Dirige poi “Nadine” con Kim Basinger e Jeff Bridges, “Billy Bathgate” con Dustin Hoffman e Nicole Kidman, da E.L.Doctorow, “La vita a modo mio” con Art Carney, “Twilight” con Paul Newman, Susan Sarandon e Gene Hackman, “La macchia umana” con Anthony Hopkins, da Philip Roth, che vedemmo a Venezia, “Feast of Love” con Morgan Freeman e Rhada Mitchell, mai arrivato in Italia.
robert benton
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