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IL NECROLOGIO DEI GIUSTI - COME PIACEVA A ADRIANA ASTI DARE SCANDALO. PENSO ALLA STORIA CON BERNARDO BERTOLUCCI, DI DIECI ANNI PIÙ GIOVANE, CHE HA CONOSCIUTO 18ENNE SUL SET DI “ACCATTONE”, E PER IL QUALE LASCIA IL MARITO, O A COME VISSE GLI ANNI DELLA COMMEDIA EROTICA - DOPO I FURIOSI ANNI DEL TEATRO A MILANO, CON SALERNO, SALVINI, LA BORBONI, PENSO CHE IL CINEMA ECCESSIVO DEGLI ANNI ’70 FOSSE POCA COSA PER ADRIANA ASTI - DALL’ALTO DELLA SUA CLASSE TEATRALE, RECITA DAVVERO DI TUTTO CON I PIÙ GRANDI ATTORI E REGISTI ITALIANI, DEL SUO INCREDIBILE TRASFORMISMO, DOPPIA PRATICAMENTE TUTTE LE GRANDI ATTRICI ITALIANE E STRANIERE DEL MOMENTO… - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
adriana asti il fantasma della liberta
Come piaceva a Adriana Asti dare scandalo. Del resto, cresciuta a teatro tra Gianni Santuccio, Salvo Randone e Paola Borboni, tra Luchino Visconti, che l’aveva chiamata a 24 anni per “Il crogiuolo” di Arthur Miller e non la lascerà più, tra Pier Paolo Pasolini, che apre e chiude quasi tutta la sua carriera cinematografica, da “Accattone” dove fa la prostituta Amore, al “Pasolini” di Abel Ferrara, dove è la mamma Susanna, e per il quale arriva in un assurdo processo a Latina a testimoniare il suo affetto con “un cappello rosa da spiaggia” (e Laura Betti, l’altra pasionaria con “un fazzoletta di seta gialla”), non poteva che continuare a dare scandalo.
adriana asti bernardo bertolucci
Penso alla storia con Bernardo Bertolucci, di dieci anni più giovane, che ha conosciuto diciottenne sul set di “Accattone”, e per il quale lascia il marito, l’artista Fabio Mauri, e col quale girerà “Prima della rivoluzione” nel ruolo di Gina. Penso a come visse gli anni della commedia erotica. Passando dall’”Antigone” di Sofocle, dove era protagonista, diretta da Vittorio Cottafavi per la tv ai nudi di “Homo Eroticus” di Marco Vicario con Lando Buzzanca, dalla partecipazione a “Ludwig” di Visconti a quella in “Le notti peccaminose dell’Aretino Pietro” decamerotico di Manlio Scarpelli, il fratello di Furio, da opere prime non facili come “I visionari” di Maurizio Ponzi a “Il disordine” di Franco Brusati.
adriana asti pier paolo pasolini
Da “Il trafficone” di Mariano Laurenti con Carlo Giuffré a “Il fantasma della libertà” di Don Luis Buñuel. "Per essere sicura di piacergli prima di iniziare le riprese”, ricordava,” mi sono presentata nel suo camerino con un impermeabile Valentino foderato di pelliccia. Me lo sono tolto, non avevo niente sotto. 'Voilà, je suis comme ça', gli ho detto. Era quasi imbarazzato, sembrava Pasolini, semplice e sublime. 'Madame, s'il vous plait, je suis pas un pornographe', ha risposto."
adriana asti le notti peccaminose dell’aretino pietro
Ma Don Luis la prende nuda, con un paio di scarpe coi tacchi e le fa suonare il piano in una celebre scena del film che tutti ricordiamo. E il suo nudo comico in “Homo Eroticus” colpisce a tal punto Mario Soldati che la propone come nuova Buster Keaton italiana. Dopo i furiosi anni del teatro a Milano, con Salerno, Salvini, la Borboni, penso che il cinema eccessivo degli anni ’70 fosse poca cosa per Adriana Asti. “Paolo il caldo” di Vicario, “La schiava” di Capitani, ricordo che in quei film si spogliava sempre.
adriana asti Prima della rivoluzione
In “Nipoti miei diletti” di Franco Rossetti, sorta di “Grazie zia” moltiplicato per tre, nel senso che per impedire ai nipoti di andare in guerra, li scopa tutti e tre, provoca uno scandalo alla Stazione San Pietro di Roma. Leggiamo nelle cronache del tempo che lo striptease finale e integrale di Adriana Asti alla stazione ferroviaria viene contestato dalla vera folla e l’attrice rischia di venir menata.
Lo leggiamo su Il Messaggero («Dalli all’attrice che si spoglia!»), in data 12 gennaio 1974. Dice la Asti: «La scena doveva essere ben riuscita a giudicare dalla reazione che ha provocato. Sono stata affrontata da una piccola folla inferocita di religiosi e casalinghe e la parola più gentile è stata ‘svergognata’». Diceva il regista Franco Rossetti: «Questo imprevisto ci ha mandato all’aria un bel po’ di lavoro. Abbiamo dovuto sospendere tutto e allontanarci velocemente. Torneremo di notte e cercheremo di fare le cose con più riservatezza».
Quando il film sta per uscire, Adriana Asti fa sapere, in un’intervista a Il Messaggero del 21 aprile 1974, di preferire di andarsene in vacanza in Kenya che di assistere al lancio del film: «Non vorrei essere al centro di spiacevoli incidenti. Da quando sono stata insultata e trattata come una corruttrice pubblica per aver girato una scena un poco nuda alla stazione di San Pietro a Roma, ricevo periodicamente le telefonate d’una anonima esaltata che minaccia di mandarmi in galera se nel film è rimasta quella scena. E poiché la scena è rimasta, meglio il Kenya».
adriana asti in caligola di tinto brass
Un poco nuda… E’ lei che si adatta nel ruolo di Ennia nel “Caligola” di Tinto Brass al bagno nuda nello sperma (vero? finto? Insomma… le comparse sapevano la verità). Ruolo che riprenderà nel Caligola di Francesco Vezzoli tanti anni dopo. In “Action” di Tinto Brass, un film che inizia con la scritta "È la pornografia che imita l'arte o l'arte che imita la pornografia?" non fa di meglio.
Dall’alto della sua classe teatrale, recita davvero di tutto con i più grandi attori e registi italiani, del suo incredibile trasformismo, doppia praticamente tutte le grandi attrici italiane e straniere del momento, da Claudia Cardinala di “La ragazza con la valigia” a Romy Schneider de “Il lavoro”, da Stefania Sandrelli di “La bella di Lodi” a Catherine Spaak di “I dolci inganni”, da Norma Bengell di “Mafioso” fino a Magali Noel di “Amarcord”, da Lea Massari di “I sogni nel cassetto” a Emmanuelle Riva di “Le ore dell’amore”, perfino dall’alto delle sue pur poche partecipazioni tv, “I Nicotera” e “La fiera delle vanità” dove era addirittura Becky Sharp, Adriana Asti pensava di potersi permettere tutto a teatro e al cinema.
Soprattutto di esporre il grande seno che Don Luis Bunuel aveva così ben rirpeso. Eppure due grandi milanesi come Dino Risi e Luciano Emmer le offrirono ruoli diversi. Dino Risi la volle come protagonista del suo primissimo film, un corto sulle sale intitolato “Buio in sala” nel 1953, e Luciano Emmer una strepitosa serie di caroselli per un formaggino dove Adriana Asti è una mamma che chiede al suo bambino “Mangia”. Lo fa in mille modi con gli occhi, con le mani. E’ forse quel grande ruolo comico che Soldati pensava potesse trovare al cinema.
Per il film di esordio di David Emmer, “Una vita non violenta”, un bel film pasoliniano ma troppo gentile per poter sfondare nel cinema italiano, Luciano da produttore, regalò al figlio la protagonista, una strepitosa Adriana Asti, nel ruolo della madre del protagonista. E’ così che la ritroveremo nei film di Marco Tullio Giordana, “La meglio gioventù”, “Pasolini. Un delitto italiano” e, soprattutto, come Susanna nel film di Abel Ferrara, che chiude tutta la sua meravigliosa e trasgressiva carriera.
willem defoe adriana asti ninetto davoli
adriana asti in accattone
set de la ricotta pier paolo pasolini con ettore garofolo elsa morante bernardo bertolucci e adriana asti
adriana asti
adriana asti
2018, donna fabia fabron de fabian, marco tullio giordana e adriana asti
adriana asti il fantasma della liberta
adriana asti per le antiche scale
bernardo bertolucci adriana asti
adriana asti per le antiche scale
adriana asti e marcello mastroianni per le antiche scale
adriana asti
helmut berger e adriana asti in ludwig
2003, la meglio gioventu', adriana asti e marco tullio giordana
adriana asti 2
adriana asti
adriana asti 1
adriana asti
1994, pasolini, un delitto italiano, adriana asti, marco tullio giordana
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