Marzio Breda per il "Corriere della Sera"
meme sulla crisi di governo mattarella e conte
Non è andato tutto bene. E, quel ch'è peggio, si è bruciato tempo prezioso, da recuperare in fretta. Lo sa Giuseppe Conte e lo sa Sergio Mattarella, che ieri sera lo ha ricevuto al Quirinale per un colloquio definito «di cortesia», in quanto avrebbe anche potuto non avere luogo. Come se non fosse accaduto nulla. Certo, da un punto di vista istituzionale sarà pure così.
Ma sarebbe stato imbarazzante se, dopo l'avventurosa - e risicata - fiducia ottenuta in Parlamento, il premier non fosse andato dal capo dello Stato per spiegargli come pensa di uscire dalla palude in cui si trova. Ecco perché l'incontro, delicatissimo in questa fase che sfiora la crisi di sistema, è stato caricato di molte aspettative. Forse troppe. Almeno per quanto riguarda ciò che può fare, o no, il presidente della Repubblica. Meglio: questo presidente, che vuole preservare il suo ruolo di arbitro, senza farsi partigiano di una o l'altra parte politica per garantirle tutte.
giuseppe conte sergio mattarella 1
Nel silenzio del Colle, dove in queste ore si comportano come prigionieri di guerra e rispondono ai nemici solo con nome, grado e numero di matricola, alcune questioni fondamentali per Mattarella sono però intuibili. Avrebbe potuto persino non sollevarle, nell'«interlocutorio» faccia a faccia di quasi un'ora, perché Conte già le conosce, nella loro carica «preoccupante» per il capo dello Stato.
La prima questione ha varie subordinate, che si possono declinare in forma interrogativa. Data la precarietà numerica del governo, in che modo (cioè con quali gruppi o sottogruppi di «volenterosi») e con che tempi pensate di allargare il perimetro dell'alleanza? Ritenete di poter proporre un patto di legislatura in grado di supportare l' evoluzione qualitativa e quantitativa della maggioranza? Chi se ne farà carico? Il premier o magari un partner come il Partito democratico? È proprio esclusa una ricomposizione con Matteo Renzi? Infine, su quali ministeri meditate un avvicendamento che accontenti tutti?
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La seconda questione riguarda il programma e chiama in causa anche le incognite sul rapporto con un' Europa in allarme, che il presidente cita spesso e al quale giustamente tiene. Come credete di riguadagnare le settimane perse sul Recovery Plan, e sulla governance che dovrebbe guidarne l' applicazione? E su vaccinazioni di massa, ristori e altre misure finanziate dalla Ue e legate alla pandemia sanitaria, economica e sociale, non volete darvi un cronoprogramma in grado di tranquillizzare la gente?
Insomma, data la consegna quirinalizia del silenzio, è più facile mettere in fila domande che suggerimenti, da parte di Mattarella. Che è di sicuro assillato dal problema della governabilità del Paese. Il Conte 2 bis, infatti, sarà messo alla prova ogni giorno. E la ricerca dei numeri in Aula rischia d' essere una torturante via crucis.
conte mattarella
Un esempio: se si può dare per scontato che i renziani e le opposizioni approvino il nuovo scostamento di bilancio (senza il quale non si potrebbero finanziare parecchi provvedimenti), non altrettanto si può dire su un tema come la giustizia. Sul quale il ministro Bonafede ha annunciato per il 27 gennaio la presentazione in Parlamento di un progetto riformatore trasversalmente divisivo. Che farà in tal caso l'esecutivo?
Cercherà un'impervia fiducia anche allora? Il Colle aspetta risposte. Con impazienza, perché anche la sua moral suasion si sta esaurendo.