Luca Sablone per ilgiornale.it
giuseppe conte
Allargare e accelerare. Due parole chiave su cui si basano le prime mosse di Giuseppe Conte dopo aver incassato i 156 voti di fiducia in Senato, senza comunque raggiungere la soglia assoluta fissata a quota 161.
La situazione è davvero precaria, anche perché l'attuale maggioranza è sostenuta da 3 senatori a vita (che spesso non partecipano ai lavoro di Palazzo Madama), da 2 ex Forza Italia e da altri ex M5S. Appare evidente come i numeri raccogliticci non possano garantire una stabilità, gettando così l'esecutivo nell'ansia perenne di andare sotto da un momento all'altro.
renzi conte
Il premier si è messo subito al lavoro, provando a cercare in maniera disperata altri voti da voltagabbana. L'obiettivo è blindarsi a Palazzo Chigi fino al 2023, evitando il ritorno anticipato alle urne. I tempi però sono strettissimi: in mattinata vi abbiamo parlato della possibilità di concedere al presidente del Consiglio altre 2-3 settimane per partorire un gruppo che gli assicuri una sicurezza numerica nei prossimi passaggi in Parlamento. Ma la faccenda va risolta a stretto giro: è una corsa contro il tempo per trovare la stampella per uscire dalla palude. Uno dei pontieri ha rivelato all'Adnkronos che la faccenda è tutt'altro che semplice: "O si chiude nelle prossime 48/72 ore o elezioni". Dunque la strada del voto non è poi così lontana.
giuseppe conte lello ciampolillo
L'avvocato verso le 18:30 è salito al Quirinale per informare il capo dello Stato Sergio Mattarella sull'evoluzione della crisi, esplicitando la volontà di allargare la maggioranza al fine di rafforzare il governo. Precedentemente aveva riunito da remoto i leader di Movimento 5 Stelle, Partito democratico e Liberi e uguali per confermare l'intenzione di andare avanti e partire dalla base dei 156 voti.
Un nuovo gruppo?
giuseppe conte e i ministri durante l intervento di renzi in senato
Le trattative stanno andando avanti. L'auspicio dei giallorossi è che si riesca a creare un gruppo autonomo composto da 10 senatori: potrebbero aderire 5 esponenti di Forza Italia, 3 dell'Udc e 2 di Italia Viva. Nel mirino è finito il simbolo dei centristi che al Senato è abbinato a quello dei forzisti. Ma la mossa si muove anche su un altro piano: indebolire Matteo Renzi e minare la sopravvivenza del suo gruppo. Per farlo bisogna accelerare, anche perché sta per arrivare un appuntamento elettorale che potrebbe rivelarsi decisivo e far cadere definitivamente il governo: mercoledì 27 si terrà il voto sulla relazione del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
maria rosaria rossi
I renziani hanno fatto sapere che sono pronti a votare "no" qualora non si aprisse la finestra per un dialogo con M5S e Pd. A quel punto l'incidente sarebbe inevitabile: se Iv voterà "no" in blocco allora le opposizioni raggiungerebbero quota 156, cioè lo stesso numero di voti su cui può fare affidamento l'attuale maggioranza.
PAOLA BINETTI
"Non possiamo perdere altro tempo", riferiscono da Palazzo Chigi. Le trattative le sta conducendo Conte in prima persona: dopo la giornata trascorsa al Senato, fino alle 2 di notte sarebbe rimasto sveglio tra riunioni e chiamate riservate. Nella sede del governo sarebbe stata avvistata la senatrice Maria Rosaria Rossi, immediatamente espulsa da Forza Italia dopo aver votato la fiducia a Giuseppi. All'ormai ex fedelissima di Silvio Berlusconi potrebbe essere riservato il posto in un Ministero? Staremo a vedere, considerato che sul tavolo delle ipotesi rimane sempre il rimpasto per puntellare la squadra. Sono già spuntati i primi nomi dei possibili nuovi ministri: per le Infrastrutture si fa il nome di Riccardo Nencini; all'Agricoltura potrebbe finire Lello Ciampolillo; alla Famiglia si continua a far luce su Paola Binetti. L'esponente dell'Udc ai microfoni del Tg1 non ha chiuso completamente le porte a Conte: "Dobbiamo capire cosa vuol fare con il terzo step del suo mandato. L'interlocuzione è aperta".
riccardo nencini giuseppe conte parla al senato giuseppe conte giuseppe conte L OROLOGIO DI CONTE