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    “DI CHE RAZZA È TUO FIGLIO?” – NELLA SCUOLA ELEMENTARE “BORSI-SAFFI” DI ROMA È STATO CONSEGNATO UN MODULO AI GENITORI IN CUI VENIVA CHIESTA LA NAZIONALITÀ DEI PROPRI FIGLI UTILIZZANDO LA PAROLA “RAZZA” COME SE SI PARLASSE DI ANIMALI – I GENITORI SI SONO INCAZZATI E IL DOCUMENTO, SCRITTO DAL “CENTRO CLINICO MARCO AURELIO” PER INDIVIDUARE I BAMBINI CON DELLE DIFFICOLTÀ, È STATO MODIFICATO...


     
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    Estratto da www.roma.repubblica.it

     

    MODULO DI UNA SCUOLA DI ROMA IN CUI SI CHIEDE LA RAZZA DEGLI STUDENTI MODULO DI UNA SCUOLA DI ROMA IN CUI SI CHIEDE LA RAZZA DEGLI STUDENTI

    Un questionario in apparenza innocuo, utile per individuare per tempo gli alunni con disturbi dell’apprendimento. Poi la domanda shock: “Di che gruppo etnico o razza è il bambino?”. Così il documento consegnato lo scorso lunedì in una seconda elementare dell’Istituto comprensivo Borsi-Saffi a San Lorenzo è finito nel mirino dei genitori.

     

    Come racconta il Corriere della Sera, un gruppo di mamme e nonni si è fatto sentire con la scuola per capire cosa stesse succedendo. Impossibile non notare la domanda sulla “razza” inserita nel “questionario sul comportamento del bambino”.

     

    ISTITUTO Borsi Saffi DI ROMA ISTITUTO Borsi Saffi DI ROMA

    Il test, un form stilato dal centro clinico Marco Aurelio, è un documento standard. Serve a individuare gli alunni dislessici o disgrafici per tempo, in modo da costruire percorsi didattici ad hoc. Ma questa volta il questionario ha sollevato i dubbi dei genitori: bene l’operazione complessiva, ma quel passaggio si poteva evitare.

     

    Così, nella nuova versione del test, la domanda è stata sostituita con un ben più inclusivo “nazionalità”. […]

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