1. «I PORTELLONI FORSE APERTI, SI È INABISSATO PER L’ACQUA»
Estratto dell’articolo di Cesare Bonifazi per “il Messaggero”
nick sloane
[…] Nick Sloane, ingegnere sudafricano con alle spalle 30 anni di esperienza nel recupero in mare e offshore nel settore Oil & Gas, […]si è occupato del salvataggio e della rimozione di relitti in tutto il mondo. Il suo progetto più importante è stato il "Parbuckling", ossia il raddrizzamento della nave Costa Concordia, naufragata nelle acque dell'Isola del Giglio, il 13 gennaio 2012. In quel disastro morirono 32 persone.
Che idea si è fatto su cosa è successo a Palermo?
LA TRAGEDIA DELLO YACHT BAYESIAN A PALERMO
«[…] la Bayesian […] è stata creata per avere molte vele alzate e ha una chiglia grande, quindi è una nave molto stabile. Ancor più se le vele non sono issate. […] Tuttavia in una tromba marina di quelle proporzioni ci sono state migliaia di tonnellate di acqua che sono state spostate ad altissima velocità. […]
La mia idea è che l'acqua abbia allagato la nave entrando nella zona del salone, della sala da pranzo e nella lounge che sono aree molto grandi. Se la tromba marina ha colpito direttamente la barca, vuol dire che all'interno sono entrate migliaia di tonnellate d'acqua immediatamente. Questo ha causato un aumento incredibile di peso nella parte superiore e le oscillazioni l'avrebbero fatta capovolgere».
Poteva essere evitato il disastro?
il veliero bayesian poco prima di colare a picco davanti a porticello, palermo
«Improbabile: stiamo parlando di acqua ad alta velocità e con un'energia incredibile. Nel momento in cui i saloni si riempiono d'acqua, ci sono pochi secondi per reagire. Le trombe marine non sono ampie. Se due yacht sono distanti 50 metri l'uno dall'altro e uno dei due viene colpito, l'altro potrebbe addirittura non essere danneggiato minimamente. È difficile prevenire un evento del genere».
[…] Si è parlato del fatto che la chiglia fosse alzata e, secondo alcuni esperti, se fosse stata abbassata l'incidente non sarebbe mai successo. È della stessa opinione?
«Direi di sì: la chiglia abbassata avrebbe reso la nave più rigida e le avrebbe permesso di assorbire di più la forza della tempesta. Ma credo che sia stato il peso dell'acqua, e non la forza del vento, ad averla fatta affondare. Ma la ricostruzione della dinamica si può fare soltanto quando la nave sarà recuperata. Se fosse stata colpa del vento, ovviamente la chiglia avrebbe fatto una grande differenza».
yacht bayesian
Come si spiega che il capitano e i membri dell'equipaggio si siano salvati e invece gran parte dei passeggeri non ce l'abbiano fatta?
«È una domanda che mi sono posto anche io. Per varare una zattera di salvataggio e gonfiarla ci vuole poco meno di un minuto. In quel momento, se sei responsabile dell'equipaggio, puoi mandare qualcuno a far salire il resto dei passeggeri. Ma il problema è che le persone reagiscono in modo molto diverso durante una crisi.
JAMES CUTFIELD, COMANDANTE DELLO YACHT BAYESIAN
E penso che questo evento sia stato anomalo anche per un velista esperto. Questo rafforza il mio pensiero: se il problema della nave fosse stato solo il vento, velisti e marinai avrebbero saputo cosa fare. Ma con l'acqua nella nave, è tutt'altra cosa. Penso che in quel momento ci sia stato del panico e della confusione. […]».
Pensa che il capitano non abbia valutato attentamente le condizioni del mare?
«Non c'è molto che puoi fare quando ti colpisce un getto d'acqua del genere. Pur avendo previsioni del tempo che annunciano un temporale, stando su uno yacht di quella fattura senza le vele issate, pensi di essere al sicuro. C'era una possibilità su un milione che un evento del genere potesse accadere»
lo yacht bayesian 1
[…] Com'è possibile recuperare la nave?
«Penso che in realtà non sia così difficile, come con la Concordia: la barca si trova a circa 50 metri e ci sono molte grandi gru galleggianti nel Mediterraneo che possono sollevarla. A queste si possono aggiungere sacche d'aria che aiutano a evitare che ci siano ulteriori danni all'imbarcazione Sarà un'operazione molto più semplice rispetto alla Costa Concordia. Una volta sollevata si potranno dare risposte a molte domande sulla dinamica».
2. SLOANE, L’UOMO DELLA CONCORDIA “GRU E QUARANTA SUBACQUEI PER RIPORTARE A GALLA LO YACHT”
Estratto dell’articolo di Michele Bocci per “la Repubblica”
nick sloane 5
[…] Nick Sloane […] La nave deve essere recuperata?
«Certo, tanto più dopo un incidente del genere e visto anche l’alto profilo delle persone che si trovavano a bordo. […] Sarà necessario fare un’indagine per capire cosa è accaduto e per avviarla è fondamentale che la nave venga riportata in superficie intatta».
[…] Come si procede?
«È necessario prima di tutto fissare delle chiatte sulla superficie, e su quelle installare le grandi gru, proprio come quelle usate per la Concordia. Deve praticamente essere creata una grande piattaforma, un sistema che prevede anche navi di supporto per le immersioni. Per questa operazione ci vorranno una decina di giorni».
YACHT BAYESIAN
E il recupero vero e proprio?
«Le gru servono a tirare su la barca. Si tratta dell’operazione più delicata e deve essere fatta molto, molto lentamente, perché la Bayesian è piena d’acqua. Una volta sulla superficie, ci vuole anche una chiatta speciale su cui posizionare la barca per poi portarla a terra».
[…] Quante persone serviranno per l’operazione?
«Ci vogliono 40 sub, con attrezzature speciali per restare sottacqua a lungo e non solo 15 minuti come quelli che si occupano in queste ore delle operazioni di recupero dei corpi. Poi ovviamente ci vorranno anche i tecnici sulle imbarcazioni. In Italia ci sono tutte le professionalità necessarie per gestire l’operazione».
ricerche dei dispersi dello yacht bayesian
[…] Quanto costerà l’operazione?
«Direi fino a 15 milioni di euro ma probabilmente è possibile anche spendere un po’ meno».
E i tempi?
«[…] Il lavoro di recupero si può fare in sei-otto settimane. Comunque deve essere concluso prima della seconda parte di ottobre». […]
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