Alessandro Bocci per il “Corriere della Sera”
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Italia che vince, non cambia. Non cambia di sicuro l'atteggiamento. Roberto Mancini lo ripete in continuazione: «Voglio una squadra dominante». Che comandi la partita, sia padrona del proprio destino, riesca a mettere in croce gli avversari. Finora è stato (quasi) sempre così. Una Nazionale bella e sfacciata.
Il 4-3-3 proposto dal c.t. diventa uno spregiudicato 2-3-5, come nel secondo tempo con la Turchia o un 3-2-5, come sino all'intervallo della stessa partita d'esordio. Il dogma è ambizioso: controllare il gioco. Nel fortino di Coverciano il lavoro tattico prevale su quello atletico. E la prima regola da applicare è il recupero palla nella metà campo dei rivali di turno. «Per non farli respirare, così non rischiamo di prendere gol», ha spiegato Acerbi in sala stampa. La filosofia è la stessa di Guardiola al City.
mancini ct
Servono coraggio, ambizione e il senso del collettivo. Ciascuno deve giocare e sacrificarsi per il compagno che gli sta accanto. Per riuscirci bisogna essere un gruppo unito. L'Italia osa con una difesa che non prende gol da 9 partite e 875 minuti. I movimenti studiati e provati sono perfettamente sincronizzati: pressing, tocchi rapidi, cambi di gioco.
mancini nazionale
Berardi, in questo momento preferito a Chiesa, sfonda sulla destra, mentre sull'altra corsia passa il pendolino Spinazzola, a cui fa posto Insigne che si accentra e diventa quasi un trequartista, riuscendo a impreziosire il palleggio con la qualità dei suoi colpi. Immobile asseconda i movimenti dei compagni e cerca di rimanere lucido sotto porta, Barella è l'incursore principe, recupero palla e assalto all'area avversaria. Tutto sotto la regia attenta di due allenatori, uno in campo, Jorginho, e l'altro in panchina, Mancini.
mancini man city
Il primo è una specie di vigile urbano, detta i tempi e ordina i movimenti, riuscendo a leggere meglio di chiunque altro le fasi e i momenti della partita. I risultati sono eccellenti: 29 i gol nelle ultime dieci partite in cui gli azzurri sono sempre andati a segno, 7 nelle ultime due.
In certe partite i terzini alternano la spinta, lasciando due soli difensori, i centrali, a difendere la porta di Donnarumma anche se Barella è lesto nei ripiegamenti e lo stesso Jorginho si traveste da mediano.
Florenzi con i turchi stava basso,lasciando la difesa a tre, una situazione che si dovrebbe ripetere contro le squadre più forti e con quelle che schierano due punte, come potrebbe essere la Svizzera domani sera all'Olimpico. Tutti, Mancini per primo, sono convinti che l'Italia sarà ancora migliore quando rientrerà Verratti.
mancini inter 3
L'Italien lavora in gruppo da due giorni e il c.t. è orientato a portarlo in panchina per lanciarlo nel finale, anche se non ha completamente rinunciato all'idea, forse un po' folle, di farlo partire dall'inizio. Il centrocampista è uno dei più forti nel suo ruolo, con lui si consacra il doppio play che è una delle armi vincenti usate da Mancio per rilanciare l'Italia dopo l'apocalisse. Verratti gioca a fianco di Jorginho e accompagna con qualità l'azione, diventando una soluzione in più sulla trequarti e rendendo gli azzurri ancora meno prevedibili. Resta il dubbio di sempre.
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Riuscirà l'Italia a non snaturarsi contro le regine del torneo? Intanto bisogna riproporsi contro la Svizzera, nella sfida che potrebbe regalarci la qualificazione agli ottavi dell'Europeo con 90 minuti di anticipo. Mancini è intenzionato a confermare la squadra del secondo tempo con la Turchia visto che Chiellini ha recuperato dalla fatica e Berardi dalla contusione alla gamba. I dubbi riguardano il terzino destro con Toloi che insidia Di Lorenzo (Florenzi è fuori gioco) e la tentazione Verratti per Locatelli.
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