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    NON È MAI COLPA DI NESSUNO – LO SCRITTORE PATRIZIO BATI E LO STUPRO DI PRIMAVALLE - "ALTERATI DA ALCOL, DROGHE E PSICOFARMACI, ALCUNI RAGAZZI AVREBBERO ABUSATO DI UNA SEDICENNE, RIDOTTA A TAPPETINO PER FLESSIONI. A LEGGERE LE CRONACHE NON C'È MAI UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ, UN’AMMISSIONE DI COLPA. INDICATIVA LA FRASE DI ALCUNE RAGAZZE LA MATTINA SEGUENTE IN UN VIDEO SUI SOCIAL: “QUALCUNA L'ABBIAMO PERSA PER STRADA”. COME A DIRE: NON SAPPIAMO COSA LE SIA SUCCESSO. NON CI INTERESSA. RIMUOVERE, DIMENTICARE, CANCELLARE INSOMMA, AUTOASSOLVERSI…"


     
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    Patrizio Bati per “Specchio - La Stampa”

     

    stupro di capodanno nella villetta di primavalle stupro di capodanno nella villetta di primavalle

    Roma, 31 dicembre 2020. Fabrizio esce dal portone di un elegante palazzo dei Parioli e sale su Padova 11, che lo aspetta già da qualche minuto. È uno dei tanti ragazzi che -protetti dall'immunità di taxi- percorrono viali deserti di auto e motorini superando incroci ritmati dal blu dei lampeggianti.

     

    San Basilio

    Autorizzati a circolare anche nei giorni di lockdown più stretto, i taxi sono l'unico mezzo per raggiungere le zone dello spaccio. Come navette, fanno la spola tra i palazzi portierati della Roma bene e quelli fatiscenti delle periferie, creando occasioni di contatto tra persone che abitualmente avrebbero condiviso al massimo il rosso di un semaforo. Il ragazzo scende, il tempo necessario per gli acquisti. Il taxi aspetta. Fabrizio torna.

     

    Padova 11 riparte lasciandolo, tre chilometri dopo, di fronte a una villetta illuminata. Il tassametro è spento. Quando la corsa passa per San Basilio, il pagamento è sempre anticipato. Pietralata, Roma. Villetta di periferia. Invitati: circa una ventina, dai sedici ai venticinque anni. Tute e marsupi segnano il confine tra i ragazzi di borgata e quelli dei quartieri ricchi. Vecchie stampe appese alle pareti, scaffali zerolibri, soprammobili dozzinali impolverati, centrino di pizzo sopra a televisore tubocatodico.

    STUPRO DI CAPODANNO A ROMA - LA FESTA NELLA VILLA DI PRIMAVALLE STUPRO DI CAPODANNO A ROMA - LA FESTA NELLA VILLA DI PRIMAVALLE

     

    Sembra una casa in cui da tanto tempo non vive nessuno. Primi tentativi di socializzazione tra i due gruppi. Selfie e risate. Occhi come neon: la cocaina inizia a entrare in circolo. È il sesso, oltre alla droga, ciò di cui -in serate come questa- tutti sono alla ricerca la cocaina allenta i freni inibitori e può, di certo, favorirlo. Se però non viene consumata in quantità importanti, le ragazze restano lucide e l'orgia potrebbe anche non scattare.

     

    STUPRO DI CAPODANNO A ROMA - LA FESTA NELLA VILLA DI PRIMAVALLE STUPRO DI CAPODANNO A ROMA - LA FESTA NELLA VILLA DI PRIMAVALLE

    Quello che scopa per primo Giorgio ha 19 anni e muscoli pompati da anni di palestra. Spesso partecipa a festini e, quasi sempre, nel ruolo di apripista, fondamentale quanto quello di chi porta la droga. È il capobranco, il maschio che scopa per primo, lasciando poi che altri prendano il suo posto sopra lo stesso corpo. Solo che quel corpo non sempre è disposto a concedersi anche agli altri. Bisogna trovare il modo di alterare il cervello a cui risponde, di disabilitarlo.

     

     Droga dello stupro o psicofarmaci. Per stordire la vittima Giorgio ha una tecnica collaudata: mette a fianco al letto un bicchierino di whisky in cui ha sciolto 2 grammi di GHB. Durante il rapporto, in quel bicchiere intinge ripetutamente indice e medio per poi infilarli in bocca alla vittima di turno.

     

    Il ciuccio. Così lo chiamano, in gergo, lui e i suoi amici. La mattina dopo quel corpo si risveglierà senza vestiti, sulla pelle ancora freschi i segni dell'abuso. Doccia, colazione, le amiche la riporteranno a casa. È andato tutto bene!

     

    STUPRO DI CAPODANNO A ROMA - LA FESTA NELLA VILLA DI PRIMAVALLE STUPRO DI CAPODANNO A ROMA - LA FESTA NELLA VILLA DI PRIMAVALLE

    Una bambola che sanguina Il 31 dicembre 2020, però, c'è stata anche un'altra festa Primavalle, Roma.

     

    Villetta di periferia. Invitati: circa una trentina, dai sedici ai venticinque anni. Tute e marsupi segnano il confine tra i ragazzi di borgata e quelli dei quartieri ricchi. Alterati da alcol, droghe e psicofarmaci, alcuni di loro avrebbero abusato di una sedicenne, ridotta a tappetino per flessioni. Bambola gonfiabile che sanguina e quasi non respira.

    ATROCE. INIMMAGINABILE. MOSTRUOSO. INQUIETANTE. Questi alcuni degli aggettivi più ricorrenti sui giornali.

     

    Droga e sesso Droga, sesso e deresponsabilizzazione. Quando una denuncia arriva a rompere il silenzio, quello che regolarmente si verifica e che accomuna tutti (maschio o femmina, borghese o proletario, genitore o figlio) è il costante e ostinato tentativo di deresponsabilizzarsi.

     

    STUPRO DI CAPODANNO A ROMA - LA FESTA NELLA VILLA DI PRIMAVALLE STUPRO DI CAPODANNO A ROMA - LA FESTA NELLA VILLA DI PRIMAVALLE

    Da dichiarazioni, intercettazioni e chat di gruppo non emerge mai la consapevolezza dei fatti accaduti. Non c'è mai un'assunzione di responsabilità, mai un'ammissione di colpa. Indicativa, in questo senso, la frase a commento del video pubblicato su Tiktok da alcune ragazze invitate alla festa di Primavalle. Cinque di loro cantano, prima di andare al party di capodanno. A cantare, la mattina seguente, sono soltanto in tre. Sotto al video la scritta: «Qualcuna l'abbiamo persa per strada».

     

    Come a dire: non sappiamo cosa le sia successo. Non ci riguarda. Non ci interessa. Noi siamo qui. Che male c'è La sensazione è che, in maniera più o meno consapevole, ognuno di loro -chi forse ha stuprato, chi forse non ha difeso, chi forse ha coperto, chi forse non si è neanche reso conto di quello che accadeva- abbia dal giorno seguente cercato di rimuovere, dimenticare, cancellare insomma di autoassolversi. Che male c'è a sballarsi una volta ogni tanto? I miei amici l'hanno già provata tutti.

     

    A capodanno bisogna divertirsi! Chi viene a una festa come questa, sa a cosa va incontro Un passo dopo l'altro, nelle loro teste, ogni episodio si ridimensiona. Ma ancora non basta, quello che bisogna raggiungere è il totale azzeramento dei sensi di colpa. E allora, se responsabilità mai ci fosse stata, è sugli altri che bisogna scaricarla. Sono gli altri che hanno portato cocaina e psicofarmaci. Sono gli altri che li hanno consumati.

     

    PATRIZIO BATI COVER PATRIZIO BATI COVER

    È lei che ha provocato. Lei che ci stava. Lei che, prima, era consenziente. Gli altri che sapevano e non sono intervenuti. Gli altri che - dopo di me - se la sono scopata. Tutti (auto) assolti Vittime o carnefici, a prescindere dal ruolo, tutti i protagonisti ne usciranno segnati. Per sempre condannati alla solitudine a cui, rifugiandosi nel gruppo, avevano sperato di sottrarsi. Stesso meccanismo mentale anche nei genitori.

     

    Sono i figli degli altri che hanno portato cocaina e psicofarmaci. I figli degli altri che li hanno consumati. I figli degli altri che se la sono scopata. Ma autoassolversi non è, dopotutto, ciò che - consapevolmente o no - tutti noi facciamo? Definirlo «atroce, inimmaginabile, mostruoso, inquietante», non è in fondo un modo per allontanare dalle nostre vite il capodanno di Primavalle? Per dichiararci estranei a episodi come quello?

     

    stupro di capodanno stupro di capodanno

    Autoassolversi non è ciò che tante volte abbiamo fatto e che i nostri figli, semplicemente, replicano? La prossima volta Se quel sasso tirato contro il pullman dei tifosi avversari avesse rotto il finestrino e ucciso una persona? Se quel pugno sferrato in una rissa avesse mandato in coma il ragazzo con cui stavo litigando? Se l'amico a cui avevamo permesso di mettersi alla guida da ubriaco ci avesse fatto finire fuori strada? Se quei ragazzi incontrati in discoteca e che all'alba abbiamo seguito a casa loro per una spaghettata, si fossero rivelati degli assassini o degli stupratori? Rimuovere. Dimenticare. Cancellare.

     

    Autoassolversi, insomma. Solamente questo conta. Per poter sopravvivere ai nostri sensi di colpa. Un primo passo sarebbe, forse, ammettere che in realtà queste vicende riguardano tutti noi. Che anche se ci crediamo assolti, come dice De Andrè, siamo tutti coinvolti. L'alternativa è restare immobili. Sperando che i sassi dei nostri figli e i loro pugni manchino il bersaglio.

     

     Che l'amico ubriaco non perda il controllo della macchina. Che gli sconosciuti di cui nostra figlia e le sue amiche hanno scelto di fidarsi non approfittino di loro. Restare immobili. Aspettando la prossima volta che perderemo per strada qualcun'altra.

    la villetta dello stupro di capodanno la villetta dello stupro di capodanno ragazzi alla festa dello stupro di capodanno 1 ragazzi alla festa dello stupro di capodanno 1 stupro di capodanno stupro di capodanno STUPRO CAPODANNO 1 STUPRO CAPODANNO 1 ragazzi alla festa dello stupro di capodanno 2 ragazzi alla festa dello stupro di capodanno 2

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