• Dagospia

    NON PORGO L’ALTRA GUANCIA - LA STORIA DI DON LORENZO NANNI CHE TROVA I LADRI IN CASA E LI MASSACRA DI BOTTE: “NON HO SEGUITO L’INSEGNAMENTO DI GESÙ E SONO USCITO BENE DALLO SCONTRO. LI HO MESSI IN FUGA A MANI NUDE MA PER FARMI PERDONARE CELEBRO SUBITO UNA SANTA MESSA PER LORO…” - IL RACCONTO DELLA LOTTA


     
    Guarda la fotogallery

    Tommaso Fregatti per “il Secolo XIX”

     

    DON LORENZO NANNI DON LORENZO NANNI

    «Porgere l' altra guancia? Per una volta diciamo che non ho seguito alla lettera l' insegnamento di Gesù. Ma quando ho visto i tre ladri che mi rovistavano nei cassetti di casa ho avuto una tale scarica di adrenalina che ho perso la testa. Li ho messi in fuga a mani nude. Ora, però, per farmi perdonare celebro subito una Santa Messa per loro». Don Lorenzo Nanni, 49 anni, ha più la stazza del centroboa di pallanuoto che quella del sacerdote.

     

    Aiuto parroco della chiesa di Nostra Signora delle Grazie a Genova Sampierdarena, davanti al pronto soccorso del l' ospedale Galliera mostra qualche graffio e un paio di lividi. È ciò che rimane della zuffa di ieri con i tre banditi che, incappucciati, hanno fatto irruzione nel suo alloggio sulle alture di Borgo Fornari, frazione di Ronco in Valle Scrivia:

     

    «Mi sono fatto medicare più che altro per una questione legale. Credo di essere uscito bene dallo scontro», spiega quasi con orgoglio, sebbene non neghi d' essersi pure spaventato:«In una zona tranquilla come quella non ti aspetti certo di trovarti in casa tre sconosciuti in pieno giorno», sottolinea. Sono le 9 e Don Nanni ha appena finito le preghiere del mattino.

     

    chiesa di Nostra Signora delle Grazie a Genova chiesa di Nostra Signora delle Grazie a Genova

    «Ho deciso di ritirarmi per qualche giorno nella casa di mia mamma: appena terminate le Lodi ho sentito alcuni rumori provenire dal soggiorno. Ho pen sato che fosse mia madre rientrata dall' orto». Invece si ritrova davanti tre banditi. «Avevano in testa cappellini da baseball e fazzoletti neri, per coprire il viso. Erano lì che aprivano mobili e cassetti. Non ci ho più visto».

     

    Il sacerdote li rimprovera, li mette in guardia. Ma i ladri non scappano e lo affrontano. Ne nasce una rissa, piuttosto violenta secondo il racconto del religioso. «Quando hanno capito che non avrebbero avuto la meglio - prosegue - hanno mollato il colpo e sono fuggiti.

     

    Ho anche provato a inseguirli nel bosco, ma dopo una decina di metri ho desistito». Chi erano? Da dove venivano?. «Posso dire con certezza che non erano italiani, forse sono originari dell' Est. Hanno pronunciato qualche parola, ma nella foga non ho capito più di tanto. Posso anche dire che non erano particolarmente grossi, altrimenti non avrei avuto facilmente la meglio da solo su tre persone».

     

    CAZZOTTO IN FACCIA CAZZOTTO IN FACCIA

    Don Nanni, dopo averli respinti, chiama i carabinieri. Sul posto arrivano le gazzelle da Ronco Scrivia. I militari trovano i cassetti aperti e stanze in disordine. La mamma del sacerdote, che era nell' orto, si accorge del blitz sventato solo quando i malviventi sono già in fuga. «A prima vista - insiste don Lorenzo Nanni - non sembra abbiano preso qualcosa d' importante. Certo è molto fastidioso quando un estraneo viola la tua intimità».

     

    Come sacerdote, però, c' è l' obbligo del perdono: «Subito dopo l' incursione - conclude il prete -mi sono arrabbiato molto, non lo nascondo. Ma ora che è passata, i miei sentimenti sono cambiati. Tra le tante attività che svolgo ci sono pure incontri al carcere di Pontedecimo, per aiutare i detenuti a reinserirsi. Ho incontrato persone come queste, che vivono compiendo rapine. Spesso sono poveretti, che rubano perché non hanno da mangiare. Li perdono. Anzi, appena posso celebro una messa per loro».

     

    Sull' accaduto i carabinieri hanno aperto un' inchiesta. Sempre a Genova, nei mesi scorsi, una banda di rapinatori incappucciati che colpiva nell' entroterra aveva fatto vivere giorni di panico a cavallo di Pasqua. I banditi poi erano stati arrestati, ma il timore è che in azione possano esserci complici o emulatori.

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport