DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Il ritorno in Serie B, l’arrivo del City Group coi tifosi che inevitabilmente avevano ricominciato a sognare. Una favola, quella del Palermo. Sì, favola. Una favola che oggi vive un’inaspettata battuta d’arresto, con le dimissioni del tecnico Baldini e del ds Castagnini. Che sono intervenuti in conferenza stampa per spiegare i motivi di una decisione che appare come un fulmine a ciel sereno. Di seguito le dichiarazioni del tecnico, così come riportate da Mediagol.
«Sento di non essere parte del progetto – ha detto il tecnico – e questo non mi consente di lavorare con la società. Ho capito che non ci sono gli stessi presupposti dello scorso anno. Il mio animo era di portare la squadra in Serie A ma le condizioni non mi consentono di farlo. Ringrazio tutti per l’impegno profuso e per le emozioni vissute in questi mesi.
Auguro al Palermo ogni miglior sorte possibile. Queste sono state le mie dimissioni. Noi l’anno scorso abbiamo vinto i playoff perché eravamo un gran gruppo, non la squadra più forte. Noi ci siamo meritati questo traguardo, la squadra ha segnato ventiquattro volte di seguito. Questi sono risultati che ti dicono che sei una squadra forte. Una squadra forte che però è frutto del gruppo. Le altre squadra sulla carta avevano giocatori professionalmente più bravi.
Il gruppo adesso non c’è più. Io all’inizio dissi di giocare per la Serie A, ma se questi presupposti non ci sono perché manca il gruppo devo aspettare di fare brutte figure? Oppure lasciare il posto ad altri? E’ facile dire il tempo è breve. Questa non è un’accusa verso nessuno, io posso solo ringraziare il Palermo. Questa tifoseria è straordinaria, il gruppo mi ha regalato emozioni. La festa finale è stata indescrivibile. Io posso solo ringraziare il Palermo e Mirri. Ciò non toglie che io ho detto di voler andare in Serie A, ma sarebbe servito creare un gruppo compatto col tempo. Ma nel calcio esistono solo i risultati e se non vinci ti mandano a casa. Siccome so come sarebbero andate le cose, preferisco andare a casa adesso»
«Il gruppo non c’è più per una serie di motivi. Alcuni giocatori credevano di prendere un ingaggio migliore, altri hanno dovuto aspettare dieci giorni. Ci sono una serie di persone attorno a me che non sono felici. Ognuno mi ha esternato delle amarezze. Giocatori in scadenza dicono di voler rinnovare, altri volevano migliorare il contratto. Tutte queste cose hanno rovinato il gruppo. Non è qualcosa che io voglio dire per accusare il Palermo che ha giustamente cambiato modo di lavorare. Il calcio non ti da tempo di metabolizzare la cosa. Io quindici giorni fa mi sarei dovuto già dimettere, ma non volevo fuggire. E’ venuto un fisioterapista che si chiama Federico e ha aggiunto diverse figure mediche nello staff.
Allora io dico, se io mandassi a Guardiola due preparatori senza interpellarlo sta zitto o risponde a tono? Se io non vengo interpellato mi dovete dire se sono al centro del progetto o meno.
Ci hanno dato la possibilità di provare a lavorare in un certo modo, ma Castagnini non mi trasmetteva più fiducia. Mi faceva sentire un allenatore che doveva combattere con tanti problemi, non mi trasmetteva serenità. E io non ero più in grado di trasmettergli entusiasmo. Si sono create due persone che non erano più le stesse. A questo punto dovevamo aspettare di prendere calci nel culo per avere soldi in banca? Oppure lasciare il Palermo con le migliori possibilità possibili. C’è tutto il tempo per poter lavorare. Nel mio cuore regna la tristezza, io continuerò ad abitare qua, morirò qua. Nella mia testa mi sento sereno, mi sono tolto un peso di portare in A il Palermo perché se io non avessi lottato per farlo mi sarei sentito un fallito. Questa è la migliore soluzione per il Palermo»
Le parole a Mirri
«Quando ieri abbiamo incontrato Mirri, il presidente mi ha detto: ‘E’ impensabile che tu vada via’. Io ho spiegato che non mi sentivo al centro del progetto. Gli ho detto: ‘Se tu eri presidente con la tua proprietà me l’avresti fatto un altro anno di contratto’. Il gruppo si poteva ricreare. Ma se tu Dario mi dici che mi avresti fatto più anni di contratto anche in Serie C ma il City non lo fa, io mi devo sentire al centro del progetto? Io non prendo per il culo la gente palermitana, io voglio andare in Serie A e a me di fare un anno di transizione non me ne frega niente.
A me sarebbero interessati giocatori funzionali, senza creare entusiasmo la gente sta a casa e lo stadio non si riempie. Avere un gruppo per me vuol dire anche avere il popolo rosanero che si sente partecipe alla partita. In occasione del 2-0 dell’Entella tu sei morto, ma il popolo ha spinto la palla in rete. Io sono un allenatore che crede nei sogni e che vive di emozioni, i miei giocatori diventano i più forti quando entrano in sintonia. Per fare quel tipo di lavoro ho bisogno dell’anima dei giocatori. Io posso solo ringraziare Mirri, sarò sempre tifoso del Palermo. Andrò in curva quando andrò a vedere il Palermo»
silvio baldini silvio baldini silvio baldini silvio baldini SILVIO BALDINI
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