Annalisa Chirico per “il Giornale”
MAURO NALATO
Inserite su Google le parole «Sauvignon» e «Friuli». Il terzo titolo, dopo i primi a pagamento, è il seguente: Frode sul vino Sauvignon, perquisite dai Nas 17 cantine'. E' soltanto uno dei numerosi articoli comparsi, a partire dallo scorso settembre, su testate italiane e straniere a proposito dell' inchiesta della procura di Udine sulla presunta frode in commercio per adulterazione del vino.
Nelle zone del Collio e dei Colli orientali si fronteggiano gli inquirenti che affermano di essere in possesso di «indizi serissimi» e la folta schiera di vitivinicoltori che protesta la propria innocenza. La vicenda ha assunto una rilevanza nazionale, oggi presso la Sala Nassiryia del Senato ne discuteranno, insieme a chi scrive, il sottosegretario alla Giustizia Gennaro Migliore, il viceministro delle Politiche agricole Andrea Olivero, il senatore Alessandro Maran (Pd) e il presidente della commissione Giustizia Nino d' Ascola (Ap).
IL CASO SAUVIGNON
L' occasione è la presentazione del libro Il caso Sauvignon in Friuli. Quando la giustizia fa paura', scritto dal giornalista Mauro Nalato. Il processo non è neppure iniziato, non sappiamo se i pm formuleranno una richiesta di rinvio a giudizio, per il momento hanno ottenuto la proroga delle indagini. Evidentemente cento indizi, per quanto seri, non fanno una prova.
Quella del Sauvignon friulano è una storia di chiacchiere da osteria, di sospetti che si tramutano in accuse, frode in commercio per adulterazione di vini, e tanto basta per trasformare una specialità del made in Italy, fresca di premiazione al prestigioso Concours mondial, nel corpo del reato.
All' indomani della prima perquisizione, la stampa locale pubblica i nomi dei 17 produttori incappati nelle maglie dell' inchiesta. Si tratta di una patente violazione del segreto istruttorio, chi ha fatto fuoriuscire quelle informazioni riservate? L' indagine è soltanto agli inizi, lo sputtanamento è immediato.
La stampa estera rilancia la notizia riferendosi all' inchiesta Sauvignon connection', le ordinazioni dei clienti stranieri registrano un calo. Cristian Specogna, vitivinicoltore locale, riceve una telefonata da un importatore americano: la mafia ha messo le mani sul Sauvignon?
annalisa chirico la presidente
Non è stato semplice spiegargli che la mafia non c' entrava nulla e che era soltanto un titolo giornalistico', racconta a Nalato. Intanto la pressione mediatica monta, il procuratore capo di Udine Antonio De Nicolo spiega che l' inchiesta mira a difendere i produttori onesti dalle «mele marce» che avrebbero impiegato una sostanza chimica per alterare le proprietà enologiche.
Ma che dicono le analisi? Le analisi chimiche e microbiologiche danno esiti negativi, nessuna irregolarità. E' indubbio però che il danno d' immagine e la diffusione del segreto industriale siano già una pena preventiva.